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Tra conservatorismi e prospettive di diverso sviluppo

I due ambientalismi italiani di fronte alla rivoluzione energetica

 |  Approfondimenti

Forse mai plasticamente come in questa occasione si stanno scontrando le due concezioni dell'ambientalismo: quella che punta alla conservazione di un’esistente non certo esaltante e pulito e che si rifugia dietro una serie di no e quella di un ambientalismo che ormai si incrocia con la rivoluzione verde, con l’energia distribuita, con la green economy vista come grimaldello per cambiare l’economia del mondo.

Mentre a Roma un folto gruppo di associazioni ambientaliste (comprese le più grandi ed attive: Wwf, Legambiente e Greenpeace) e di associazioni di categorie della società civile e i sindacati festeggiavano il grande successo della manifestazione “Italia Rinnovabile” ai Fori imperiali, 13 altre associazioni, con in testa Italia Nostra, Amici della Terra e Lipu, scrivevano una lettera ai ministri Zanonato, Orlando e Bray per chiedere una moratoria per nuove centrali eoliche. Una coalizione anti-eolico di cui già abbiamo parlato su un’altra pagina di greenreport.

A leggere l’appello ai ministri delle associazioni ambientaliste anti-rinnovabili (un fenomeno praticamente unico in Europa) vengono in mente certi attacchi della destra repubblicana statunitense agli incentivi alle rinnovabili ai quali hanno fatto eco in Italia i patron dell’Eni e delle altre multinazionali energetiche. Nonostante qualche giravolta finale, un attacco simile alle rinnovabili fino ad ora lo si era sentito solo dalle Big Oil, dai King Carbon e dalla lobby nucleare, che contrappongono la continuità del loro dispacciamento di energia alla  intermittenza delle fonti rinnovabili.

Oggi assoRinnovabili, Anev e il Coordinamento Free «Manifestano tutto il loro sconcerto nei confronti del comunicato stampa dello scorso 25 ottobre dall’incredibile titolo “Basta Eolico” a firma di alcune associazioni “ambientaliste”». Secondo le tre grosse associazioni delle rinnovabili italiane, «Affermare che gli impianti eolici devastino il paesaggio per fini speculativi, creino nuovi oneri di dispacciamento e contribuiscano ad innalzare il costo dell’energia non solo è falso ma rappresenta l’ennesimo grave ed ingiustificato attacco ad un settore che si è dimostrato uno straordinario volano di crescita economica sostenibile. Proprio l’incremento delle rinnovabili e dell’eolico in particolare ha permesso al nostro Paese di ridurre le importazioni di materie prime fossili per il soddisfacimento della domanda di energia, con grandi benefici sull’indipendenza energetica e sull’ambiente».

AssoRinnovabili, Anev e Coordinamento Free richiamano a quella che dovrebbe essere una delle funzioni di un’ambientalismo che non sia solo testimonianza ma anche attiva partecipazione alla ricerca di nuove soluzioni, l’ambientalismo che ha mostrato la sua faccia e le sue bandiere ad  “Italia rinnovabile”: «Il dibattito nazionale avrebbe bisogno di riflessioni ben più profonde sul modello di sviluppo da adottare in futuro e su quali politiche intraprendere per raggiungere gli sfidanti obiettivi che verranno indicati con la prossima adozione del Libro Verde 2030».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.