
Dai giovani imprenditori la priorità per l'economia circolare: «Regole certe»

I lavori di Italy in Circuit - La circolarità dal punto di vista delle aziende italiane, si sono recentemente chiusi in Emilia-Romagna, a Misano Adriatico, riunendo allo stesso tavolo imprenditori, rappresentanti delle istituzioni e i vertici delle principali associazioni di categoria e dell’ambientalismo: obiettivo, promuovere lo sviluppo dell'economia circolare in Italia in modo da raggiungere obiettivi di sostenibilità insieme ambientale, sociale ed economica.
Per la prima volta, un’assise confindustriale di rilevanza nazionale – rappresentata dai Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna – ha messo al centro il tema, dettando l’agenda delle priorità viste dal mondo dell’industria. Come spiegano oggi da Confindustria, non si è parlato di incentivi (sebbene in molti casi siano ancora necessari, come lo sono per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica), ma di certezze normative che non ci sono. «L'economia circolare è tema etico e importante per l’ambiente, ma deve anche essere un modello conveniente – ha sottolineato Claudio Bighinati, nella veste di presidente dei Giovani imprenditori – Se l’imprenditore intravede un potenziale vantaggio economico e un nuovo mercato si butta senz’altro, ma deve essere sereno e tranquillo sul fatto che ci sia una normativa chiara e precisa».
Per raddrizzare il racconto di un Paese in cui molti settori produttivi sono già entrati nell’ottica dell'economia circolare, ma che rimane frenato da una normativa inadeguata e incoerente, il messaggio lanciato dagli industriali vede innanzitutto una richiesta pressante di decisioni politiche rivolta a governo e parlamento: urge un nuovo quadro normativo che fissi regole certe sull'economia circolare. Il che significa sì riciclo e recupero, ma soprattutto anche efficiente gestione delle materie prime lungo tutta la filiera produttiva.
Un appello, quello a rivedere e armonizzare il quadro normativo riguardante la circolarità, che è stato rilanciato anche da Emma Petitti, assessore al Bilancio, riordino istituzionale, risorse umane e pari opportunità della Regione Emilia-Romagna: «Investimenti e progetti hanno bisogno di una riduzione dei tempi e di norme che mettano in grado gli imprenditori di investire in sicurezza. È fondamentale uniformare il nostro territorio in merito alle normative, che ora sono molto diverse da regione a regione. Non è solo un tema di risorse ma anche di provvedimenti che mettano chi è in condizione di investire in grado di farlo in tempi brevi e in maniera efficace. Si stanno facendo passi avanti ma c’è la necessità di tenere tutto insieme».
Solo con un ecosistema normativo chiaro ed efficiente è possibile gestire al meglio l’esistente, e al contempo porre le condizioni perché anche l’innovazione possa esprimersi: non a caso un altro aspetto che ha visto la convergenza dei partecipanti al Tavolo di lavoro interassociativo sull'economia circolare è la necessità di alimentare la circolarità condividendo conoscenze e stimolando l’innovazione.
«Le imprese hanno bisogno che le università sviluppino progetti di ricerca su nuove declinazioni concrete della circolarità, per cui c’è anche una circolarità relazionale in questo senso da sviluppare – ha spiegato Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – L’Italia può essere competitiva a livello internazionale sfruttando la nostra bravura in fatto di qualità dei prodotti. Ci sono già aziende che stanno facendo bene business seguendo questo modello. Legambiente sta accompagnando queste aziende, raccontando storie di successo. Tuttavia quanto è successo nel settore delle energie rinnovabili, con incentivi che vanno e vengono, ci deve ammonire su un problema che va risolto alla radice: per fare business serve certezza delle regole».
L. A.
