
Dall'Ispra i dati aggiornati sui rifiuti urbani prodotti in Toscana

In linea con i dati registrati a livello nazionale, anche in Toscana nel 2017 diminuisce seppur di poco la produzione di rifiuti urbani, come certifica la XX edizione del rapporto dedicato al tema dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra): dalle oltre 2,3 milioni di tonnellate prodotte nel 2016 si passa infatti alle 2,24 milioni di tonnellate del 2017.
La raccolta differenziata ammonta invece a 1,2 milioni di tonnellate, in crescita al 53,9% (contro il 51,1% del 2016), spaziando dal 72,4% registrato in Provincia di Prato al 34,1% della Provincia di Grosseto. È però interessante notare che in alcune aree della Regione persiste un deficit impiantistico per la gestione dei rifiuti urbani, come emerso ne giorni scorsi durante l’audizione di Ato Toscana Centro e Alia servizi ambientali al tavolo della “Commissione d’inchiesta in merito alle discariche sotto sequestro e al ciclo dei rifiuti”, presieduta da Giacomo Giannarelli (M5S).
Controllato e controllore, rispettivamente Alessia Scappini amministratore delegato di Alia e Sauro Mannucci direttore dell’Ambito territoriale di riferimento, hanno confermato la mancanza dei necessari impianti industriali per chiudere sul territorio la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, operando seguendo i principi di sostenibilità e di prossimità.
Come riporta il Consiglio regionale, in particolare il direttore Mannucci ha rilevato che un «diverso disegno degli ambiti» avrebbe comportato un «diverso livello di autosufficienza, ma la pianificazione aveva ipotizzato una certa dotazione impiantistica e quindi questa distribuzione aveva senso».Mannucci ha poi parlato della gestione dei flussi dei rifiuti tra Centro e gli atri due ambiti, Toscana Costa e Toscana Sud, autosufficienti per il trattamento del rifiuto urbano indifferenziato perché «semplicemente hanno più spazi negli impianti di trattamento meccanico biologico e nelle discariche».
Sul fronte del gestore unico, l’amministratore delegato di Alia – società nata dall’aggregazione tra Quadrifoglio Spa, Publiambiente Spa, ASM Spa e CIS Srl – ha reso un focus sull’indifferenziato, parlando di 70mila tonnellate di raccolto che vanno «direttamente fuori Ato, ma Alia gestisce quotidianamente anche i rifiuti che vengono trattati all’interno dei suoi impianti, che producono rifiuti da scarti di rifiuto urbano per quantitativi che vanno completamente a colmare le disponibilità degli altri due Ato». Quindi, secondo Scappini, «le tonnellate che migrano non sono solo 70mila, ma molte di più».
L’Ad ha spiegato meglio il passaggio rilevando che i rifiuti urbani trattati «producono flussi di rifiuti che vengono catalogati come rifiuti speciali . Ma sono sempre rifiuti che hanno bisogno di una autosufficienza e una capacità impiantistica».
«Dal trattamento meccanico biologico - ha continuato - trattiamo il rifiuto urbano dal quale esce un 30 per cento di sottovaglio (la frazione pesante, ndr) che deve essere stabilizzato. Toscana Centro non ha la capacità di stabilizzare completamente questa frazione e quindi rientra nelle capacità di trattamento messe a disposizione di Ato Costa (Ato Sud non ha capacità di trattamento e stabilizzazione del sottovaglio ndr)». Dall’altro 70 per cento si dovrebbe produrre il 30 per cento di Css (combustibile solido secondario), ma «esiste un problema di recupero energetico a livello regionale e anche nazionale», ha rilevato Scappini, per cui non è possibile collocare il rifiuto finale che ha caratteristiche di matrice secca, quindi può andare in discarica, «dove trova la sua ultima collocazione».
Da quanto detto Scappini e dall’analisi sulla mancanza di impianti che trattano rifiuti speciali - «la pianificazione guarda sempre a impianti per i rifiuti urbani», ha rilevato l’Ad di Alia -, il presidente Giannarelli ha osservato che «basta poco per far saltare il sistema».
L. A.
