Skip to main content

Assoambiente e Utilitalia concordi: «Effetti limitati e insoddisfacenti»

Economia circolare, neanche lo Sblocca cantieri sblocca l'End of waste

L’emendamento introdotto da Lega e M5S dopo oltre un anno di stallo ha l’effetto paradossale di ancorare il comparto «a norme di più di venti anni fa», spiegano le imprese di settore
 |  Approfondimenti

L’emendamento introdotto all’interno dello Sblocca cantieri dal pressing Lega, e limato attraverso il confronto con il M5S, rappresenta l’ennesima beffa per l’economia circolare italiana impiccata da oltre un anno allo stallo End of waste, ovvero l’assenza di quelle normative necessarie per stabilire le condizioni alle quali un rifiuto – al termine di un processo di recupero – è trasformato nuovamente in un normale bene economico da re-introdurre sul mercato.

La sintesi tra le due forze di governo avrebbe dovuto rappresentare una svolta dopo la sentenza 28 febbraio 2018 n. 1229 emessa dal Consiglio di Stato, secondo la quale spetta allo Stato – e non alle Regioni – individuare i casi e le condizioni in cui un rifiuto può essere considerato "End of waste". Lo Stato però latita, e a risentirne sono intere filiere industriali. L’introduzione della nuova norma all’interno dello Sblocca cantieri nasce con l’intento di risolvere il problema dando alle Regioni la competenza ad emettere le autorizzazioni caso per caso agli impianti per il trattamento dei rifiuti, ma il risultato è stato bocciato ieri con decisione da Assoambiente (l'Associazione che rappresenta a livello nazionale e comunitario le imprese private che gestiscono servizi ambientali), che oggi rincara la dose insieme a Utilitalia (ovvero la Federazione che riunisce le aziende operanti nei servizi pubblici dell'acqua, dell'ambiente, dell’energia elettrica e del gas).

Per le imprese di settore infatti l’intervento emendativo sul DL Sblocca cantieri in materia di End of waste àncora le imprese a provvedimenti definiti anche più di venti anni fa, ignorando l’innovazione tecnologica nel frattempo raggiunta dal nostro comparto grazie a nuovi processi produttivi a vantaggio dell’ambiente; pur chiarendo il contesto relativo alle autorizzazioni rilasciate per gli impianti in linea con il DM 5 febbraio 1998 e simili, il testo rimanda inoltre a un successivo decreto del ministero dell’Ambiente ogni precisazione per tutte le altre autorizzazioni.

Resta intanto da capire cosa succede per tutte le attività e filiere di riciclo che attualmente non rientrano nel vecchio decreto (tra cui ad esempio alcune materie prime ricavate dai Raee) o che da anni stanno attendendo un decreto specifico, adeguato alle esigenze operative e tecnologiche (ad esempio inerti da costruzione e demolizione).

«Le nostre associazioni ribadiscono l’urgenza di norme a supporto dell'End of waste, che è uno dei pilastri dell’economia circolare – dichiarano Assoambiente e Utilitalia – Questo emendamento purtroppo produce effetti limitati e insoddisfacenti: non possono essere norme vecchie di 20 anni il riferimento per lo sviluppo di settori innovativi e cruciali per l’industria del riciclo. Più volte si è invitato il governo ad adottare provvedimenti pienamente coerenti con la disciplina Ue sull'EoW, ma senza esito, come anche non proseguono al ministero i lavori dei tavoli tecnici con gli operatori del settore per il recepimento del pacchetto delle direttive europee “Economia circolare” che dovrà avvenire entro luglio 2020».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.