Rimesse familiari: quando non li aiutiamo ad aiutarsi a casa loro
International Day of Family Remittances, Ifad: lavorare per costruire prosperità a casa
[15 Giugno 2018]
Domani è l’International Day of Family Remittances, la Giornata internazionale delle rimesse, infatti il 12 giugno l’Assemblea generale dell’Onu ha adottato una risoluzione che ratifica la Giornata Internazionale, inizialmente istituita dal Consiglio dei governatori dell’Ifad, per il 16 giugno, e che sottolinea «Il ruolo fondamentale delle rimesse nel favorire lo sviluppo sostenibile». Alla vigilia della Giornata internazionale Gilbert F. Houngbo, presidente del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFfad) ha lanciato un appello per «rinnovare gli sforzi per aiutare le famiglie destinatarie delle rimesse a costruire un futuro sostenibile per se stesse e per le comunità in cui vivono.
Come spiegano all’Ifad, «Nel 2017, 200 milioni di migranti hanno spedito nei rispettivi Paesi di origine 481 miliardi di dollari di rimesse, di cui 466 miliardi inviati in Paesi in via di sviluppo, contribuendo a sostenere circa 800 milioni di persone in tutto il mondo. Tale cifra ammonta a oltre tre volte l’insieme degli aiuti ufficiali allo sviluppo distribuiti annualmente a livello mondiale».
In base alle stime dell’Ifad, «Tra il 2015 e il 2030 verranno inviati nei Paesi in via di sviluppo 6,500 miliardi di dollari in rimesse, e oltre un miliardo di persone saranno interessate dalla spedizione o ricezione di rimesse. Quasi la metà di tali rimesse saranno destinate alle aree rurali, dove la povertà e la fame sono più diffuse».
Insomma, si tratta del famoso “aiutiamoli a casa loro”, anche se a farlo non siamo noi ma i migranti che in molti vorrebbero scacciare, proprio come succedeva agli italiani migrati nelle Americhe o in Svizzera, Germania, Belgio, G Francia e Gran Bretagna… che con le loro rimesse permettevano la sopravvivenza di molte comunità, alcune delle quali – dimenticata la miseria anche grazie a quelle rimesse – oggi vogliono fermare “l’invasione” di chi “ci leva il lavoro”, però “aiutandoli a casa loro”.
Da oltre dieci anni l’Ifad lavora per aumentare l’impatto delle rimesse sullo sviluppo. Il suo programma specifico su questo tema comprende oltre 60 progetti innovativi in più di 45 Paesi e assicura che «I progetti completati hanno favorito un aumento della concorrenza e la conseguente riduzione dei costi delle transazioni grazie all’utilizzo delle tecnologie della telefonia mobile, oltre a promuovere l’inclusione finanziaria e l’alfabetismo».
Come ha ricordato Houngbo, «Le rimesse sono essenziali per milioni di famiglie, le aiutano a perseguire i propri obiettivi di sviluppo, ma noi possiamo aiutarle a fare di più e a costruirsi un futuro a lungo termine».
Secondo uno studio dell’Ifad, «Le famiglie spendono circa il 75% delle rimesse che ricevono per necessità basilari quali cibo, casa, istruzione e assistenza medica. Le rimesse contribuiscono a ridurre la fame e la malnutrizione, a migliorare i livelli di istruzione e assistenza sanitaria e a far uscire le persone dalla povertà. In questo modo, le rimesse contribuiscono direttamente al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile concordati tre anni fa dalla comunità internazionale».
Sempre secondo l’Ifad, «Il restante 25% delle rimesse, oltre 100 miliardi di dollari, possono essere investiti in risorse finanziarie e tangibili come il risparmio o lo sviluppo di piccole imprese commerciali, che aiutano le famiglie a costruirsi un futuro. Tali attività produttive possono anche creare posti di lavoro e trasformare le economie, soprattutto nelle aree rurali».
E’ difficile pensare a qualcosa che riesca ad “aiutarli a casa” loro più delle rimesse dei migranti ed è per questo che migliaia di persone vivono da schivi raccogliendo il cibo che poi compriamo a basso prezzo nei supermercati o facendo i lavori umili, massacranti, malpagati e indecenti che ormai non vogliamo più fare.
Houngbo sottolinea che «Se verranno offerte loro opzioni di investimento adeguate, studiate per adattarsi ai loro contesti e ai loro obiettivi, le famiglie che ricevono rimesse investiranno di più e diverranno agenti di cambiamento all’interno delle loro comunità».
Per questogli oltre 400 delegati del settore pubblico e privato, della società civile e dell’IFfad chehanno partecipato al Forum mondiale su rimesse, investimenti e sviluppo tenutosi a maggio a Kuala Lumpur hanno approvato una serie di raccomandazioni finali «volte a trasformare le rimesse in elemento fondamentale per promuovere lo sviluppo». In particolare, queste raccomandazioni suggeriscono come promuovere l’accesso a servizi finanziari di base, quali risparmio e credito, essenziali perché le famiglie possano fare un uso produttivo del proprio denaro.
»A oggi – spiegano ancora all’Ifad – la maggior parte delle rimesse sono spedite in contanti e spese immediatamente. Si è raccomandato anche di sviluppare meccanismi e opportunità di investimento, mirati a rispondere alle necessità dei lavoratori emigrati desiderosi di fare investimenti nei loro Paesi di origine».
Visti i costi elevati del servizio di spedizione delle rimesse, l’Ifad lancia un appello a favore di un’ulteriore riduzione delle tariffe dei trasferimenti di denaro e ricorda che «Benché il costo per spedire contante sia stato dimezzato nel corso degli ultimi cinque anni, ammonta ancora, in media, al 7,13% della somma spedita. In molti Paesi, tale costo è molto più elevato: ad esempio nell’Africa subsahariana chi spedisce denaro può dover spendere per l’operazione fino al 9,3% della somma inviata. Si calcola che le famiglie nei paesi in via di sviluppo avrebbero a disposizione 20 miliardi di dollari in più, se venisse raggiunto l’obiettivo della tariffa di spedizione del 3% tabilito dalla comunità internazionale nel decimo Obiettivo di sviluppo sostenibile: ridurre le disuguaglianze».
Pedro De Vasconcelos, responsabile dello Strumento finanziario per le rimesse dell’Ifad, conclude: «Le tecnologie della telefonia mobile e il denaro digitale avrebbero il potenziale per trasformare radicalmente i mercati e ridurre sia i costi sia i tempi per la spedizione di rimesse, in particolare nelle aree rurali, ma il loro sviluppo è ancora ostacolato dalla mancanza di armonizzazione tra i quadri normativi dei vari Paesi. La promessa delle tecnologie digitali è ancora da realizzare, ed è indispensabile che i contesti normativi consentano l’adozione di soluzioni sicure, rapide ed economiche per trasferire denaro, a beneficio delle famiglie».