La Commissione per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi si è insediata
In ballo c’è il destino di 19,3 miliardi di euro l’anno, che nessuno ha avuto ancora il coraggio di tagliare
[14 Febbraio 2020]
Il taglio dei sussidi ambientalmente dannosi avrebbe dovuto essere il primo sussulto del Green new deal annunciato dal Governo Conte 2: ad oggi l’unica notizia positiva si ferma però all’insediamento della commissione governativa che dovrà proporre – non prima dell’estate – come e dove tagliare.
In ballo c’è il destino di 19,3 miliardi di euro, quelli che (secondo le stime elaborate dallo stesso ministero dell’Ambiente) ogni anno l’Italia impegna in sussidi ambientalmente dannosi: in altre parole il nostro Paese spende 4,1 miliardi di euro in più all’anno per sostenere attività dannose per l’ambiente di quanto non stanzi in sussidi volti a ridurre l’impatto ambientale della nostra economia.
Nelle prime bozze del decreto Clima approvato dal Governo in carica era già prevista la riduzione di una parte di questi sussidi. La bozza di decreto prevedeva infatti di azzerare tutti i sussidi ambientalmente dannosi entro vent’anni, partendo dal 2020 con tagli annui di almeno il 10%, il che significa che il quest’anno avremmo potuto recuperare 1,93 miliardi di euro; poi la norma è saltata, e la legge di Bilancio approvata si è limitata a prevedere l’istituzione della Commissione che si è insediata ieri.
«La Commissione è composta, oltre che da esperti del ministero dell’Ambiente – come dettagliano dal dicastero – da esponenti dei ministeri dell’Economia, delle Infrastrutture e Trasporti, delle Politiche agricole. Entro la fine dell’estate dovrà elaborare una proposta in cui verranno indicati i sussidi dannosi per l’ambiente, i sussidi ambientalmente neutrali e quelli favorevoli, formulandone opzioni di ridefinizione per assicurare la riconversione ecologica dei settori maggiormente climalteranti e il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030».