Riflessioni a valle di un incontro sulle bufale in ambito ambientale
Fake news sulla chimica: quali sono, come nascono e perché si diffondono
Notizie fuorvianti e informazioni sbagliate vengono amplificate dai social: come difendersi?
[24 Dicembre 2020]
Le fake news riguardanti in generale argomenti scientifici sono tornate sotto i riflettori durante questo lungo periodo legato all’emergenza Covid-19, anche per tutta una serie di informazioni errate e di vere e proprie bufale riguardanti la pandemia, l’origine del coronavirus, e, proprio in questi giorni, i vaccini, la loro preparazione e i loro effetti sulla salute.
GreenPlanner, in collaborazione con il Comune di Milano e la sede di Milano del Parlamento europeo, ha organizzato sul tema un convegno dal titolo “Stop alle fake news in ambito ambientale”, assai partecipato (in diretta streaming, vista la pandemia in corso). L’evento ha visto soprattutto la presenza virtuale di molte scuole e quindi di molti giovani che si sono collegati in diretta e che hanno seguito l’evento.
Molti sono stati i temi di grande attualità affrontati, come l’origine e la diffusione delle “eurobufale” a cura di Maurizio Molinari, responsabile dell’ufficio di Milano del “Parlamento europeo”, le fake news e la proprietà intellettuale, con l’intervento di Nicola Tarantini di “Proprietà intellettuale”, le bufale legate ai cambiamenti climatici, con l’intervento di Annalisa Corrado del “Kyoto club” e di Giovanni Zagni, direttore di “Pagella politica”, il problema della diffusione delle bufale legate al covid-19, ovvero quel fenomeno che stiamo vivendo e che viene chiamato “infodemia”, con un intervento di Davide Ederle, presidente dell’associazione “Biotecnologi italiani”, e le fake news che in generale riguardano le scienze naturali e l’ambiente, con gli interventi di Massimo Ramunni del “Two Sides Italia” e di Isabella Pisano, docente di Microbiologia e di Biotecnologie delle Fermentazioni presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari.
All’interno di questo fitto programma, ho avuto modo di parlare delle bufale che riguardano più strettamente la chimica, cercando brevemente di accennare a quale può essere l’origine della loro diffusione, argomento ripreso e leggermente ampliato in questo video.
Tra le cosiddette fake news legate alla chimica alcune sono molto famose ed hanno avuto una diffusione planetaria, non tanto per un pregiudizio legato alla chimica, quanto piuttosto perché riguardano più in generale alcune “cause” che stanno particolarmente a cuore ad un gruppo di persone che possiamo definire in maniera un po’ semplicistica “complottisti”.
Questi gruppi generalmente hanno come obiettivo non quello di screditare la scienza in quanto tale, ma di screditarla in quanto associata alle istituzioni o, peggio ancora, perché sarebbe, secondo i complottisti, una sorta di appendice dei poteri forti, succube quindi di poteri superiori. Ma quali sono queste bufale chimiche di natura planetaria? La più nota che possiamo citare è quella legata alle “scie chimiche”, ovvero le scie di condensazione degli aerei (fatte per lo più da vapor d’acqua, per intendersi) che, secondo i complottisti, sarebbero arricchite di sostanze tossiche, nocive e con effetti particolarmente negativi sulla salute (anche mentale) delle popolazioni che, ignare, verrebbero costantemente cosparse di queste sostanze da parte di chi ci governa, e in generale da chi detiene il potere, con lo scopo di assoggettare le persone e condizionare addirittura le loro scelte! Si tratterebbe quindi di qualcosa di veramente terribile…
Qualcuno potrebbe sorridere di fronte a queste affermazioni, ma la portata e gli effetti che questa bufala ha avuto, anche in Italia, fanno piuttosto deprimere. Inutile dire che non solo non ci sono evidenze scientifiche di alcun tipo a sostegno di queste ipotesi farneticanti, ma è razionalmente difficile immaginare come sia possibile portare in piazza gruppi di persone a protestare contro queste temibili “scie chimiche”.
Per capirlo infatti dobbiamo ricorrere anche ad aspetti non razionali, ma legati all’emotività e a tutti quei complessi meccanismi che sono alla base della suggestione e della paura, che insieme all’ignoranza sono tra le principali ragioni della diffusione di queste bufale. Alcuni giornalisti e alcuni scienziati hanno avuto le capacità e la pazienza di sviscerare a fondo l’origine e le motivazioni che stanno dietro alla bufala delle scie chimiche, individuando anche altre cause, molto più materiali, che coinvolgono interessi economici di singole persone senza scrupoli che sulla diffusione di bufale come questa hanno fatto la loro fortuna, o sfortuna. Dipende dai punti di vista. Non mi dilungherò oltre su questo tipo di bufale, di cui ad esempio fa parte la cosiddetta bufala della “neve chimica”, ma potrete trovare tra i link proposti alcuni approfondimenti.
Le bufale che hanno attirato maggiormente il mio interesse di chimica sensibile all’immagine pubblica della chimica e impegnata nella didattica e nell’insegnamento della chimica sono meno eclatanti e forse un po’ più sottili. Si tratta in generale di informazioni errate dal punto di vista scientifico, spesso basate su concetti completamente sbagliati, che nascono da un lato da una diffusa ignoranza e scarsa conoscenza dei principi e dei concetti di base della chimica e dall’altro da un pregiudizio nei confronti di questa scienza. Vediamo di seguito alcuni esempi di bufale di questo tipo a cui ho accennato nel video.
La bufala del “sale rosa” è un classico esempio di fake news apparentemente innocua, nel senso che non ha né l’obiettivo di screditare la scienza, né di muovere accuse complottiste. Tuttavia contiene uno degli elementi a cui accennavo sopra: la scarsa conoscenza della chimica. In questo caso, la bufala consiste nel diffondere l’idea che il sale rosa abbia particolari effetti benefici sulla salute in virtù della presenza all’interno di questo sale di una quantità di sostanze definite come oligoelementi, ovvero sostanze presenti in piccole quantità, che porterebbero tutta una serie di benefici sulla salute di chi ne fa uso. Come riportato in un interessante e dettagliato articolo di Dario Bressanini, non esistono prove scientifiche di benefici sulla salute associabili all’uso di questo sale, il cui colore rosa, aspetto macroscopico che potrebbe far pensare a proprietà particolari del sale rosa rispetto al più comune sale bianco, è dovuto alla presenza di impurezze di ossido di ferro. Il sale rosa quindi non è altro che sale comune (salgemma o cloruro di sodio) contenente qualche piccola quantità di un composto chimico che nel linguaggio comune viene chiamato anche “ruggine”, che ne determina la particolare colorazione rosa. La bufala in questo caso riguarda la diffusione di informazioni errate ma soprattutto fuorvianti, che hanno una certa presa sulle persone, e quindi raggiungono presto un’ampia diffusione, proprio perché vanno a toccare aspetti a cui generalmente siamo tutti molto sensibili: la salute! Questo caso è interessante anche perché andando a cercare l’origine di questa bufala si capisce facilmente che chi ha diffuso questa informazione errata aveva degli interessi personali.
Altri esempi di informazioni errate che hanno una grande diffusione sono quelli legati all’idea del “chemical free” o della “zero chimica”. Quest’idea viene generalmente molto utilizzata nel settore agro-alimentare ed è sfruttata a scopo di marketing, come ho già discusso in un articolo su La Scienza in rete. L’informazione sbagliata associata a questa idea è che un certo prodotto, un frutto, un ortaggio, un formaggio o un salume, non contenga sostanze chimiche! E’ abbastanza noto che questa affermazione non abbia alcun senso dal punto di vista scientifico, in quanto tutte le sostanze, siano esse presenti in Natura, siano esse prodotte all’interno di un laboratorio o in un processo industriale, sono tutte sostanze chimiche. Allora perché si continua a diffondere questa sciocchezza, tanto da associare ad essa dei veri e propri marchi da apporre sull’etichetta dei prodotti in vendita? Provate a cercare su Google immagini le parole “zero chimica” o “chemical free” e vedrete quanti loghi compaiono.
Si dovrebbe più correttamente dire che alcuni prodotti non contengono “sostanze di sintesi” o “sostanze sintetiche” o “sostanze artificiali”, oppure che nel processo di produzione di un certo alimento non si utilizzano pesticidi o altre sostanze non naturali, entrando quindi nel dettaglio delle spiegazioni. Tuttavia, in molti casi, anche nei cosiddetti prodotti “bio”, è consentito l’uso di sostanze di sintesi, come il solfato di rame o lo zolfo, e quindi, a maggior ragione, il logo “zero chimica” è sbagliato e fuorviante.
Il motivo del diffuso utilizzo di questa idea sbagliata è legato ad entrambi i fattori che ho accennato sopra, ovvero, la scarsa conoscenza della scienza chimica e un pregiudizio nei confronti della parola “chimica” e di tutto ciò che essa richiama. In breve, chi utilizza questa idea per vari scopi, lo fa con la consapevolezza di attirare positivamente l’attenzione di tutti coloro che non hanno confidenza con la chimica o che hanno in generale una vera e propria diffidenza o paura nei confronti della chimica.
Questo tipo di fake news sono state ampiamente analizzate anche a livello internazionale in relazione al tema della percezione pubblica della scienza chimica, ad esempio nello studio del 2015 della Royal Society of Chemistry e la loro eliminazione non sarà un processo semplice, proprio perché si fonda su idee molto radicate in una certa opinione pubblica.
Anche in questo caso possiamo individuare almeno un aspetto che accomuna questo tipo di bufale a quelle che in generale riguardano l’ambito scientifico. Infatti, anche l’idea errata di “chemical free” fa leva su aspetti poco razionali, come la paura nei confronti di tutto ciò che potrebbe avere effetti negativi sulla propria salute.
Oltre a questo, tuttavia, le bufale in ambito chimico continuano ad avere un’ampia diffusione perché l’immagine pubblica della chimica non è positiva. Anche se studi recenti hanno mostrato che rispetto agli anni ottanta-novanta, oggi c’è una maggiore consapevolezza del ruolo positivo della chimica nella società e dell’utilità della chimica per comprendere il mondo e per migliorare la vita delle persone, continuano ad avere un grosso peso nella percezione pubblica della chimica gli eventi drammatici che hanno coinvolto la chimica, e in particolare l’industria chimica, come i disastri di Seveso e del Bhopal, i problemi ambientali legati all’accumulo di plastiche e di microplastiche nei mari e nei suoli e all’uso di quantità enormi, non giustificate, di pesticidi, insetticidi e altre sostanze di sintesi in agricoltura, e molto altro. L’analisi sulle tante ragioni alla base dell’immagine non positiva della chimica nei pubblico va al di là dell’intento di questo mio articolo, tuttavia alcuni spunti di riflessione si trovano tra i link proposti.
Concludendo, per limitare la nascita e la diffusione di fake news in ambito chimico, occorrerà continuare una riflessione attenta sui complessi rapporti tra scienza chimica, industria chimica e società, cosa che fortunatamente si sta già facendo da alcuni anni, e investire molto di più nell’educazione, e quindi nella scuola, per aumentare la conoscenza della chimica e quindi la consapevolezza scientifica dei cittadini di domani.
Link e approfondimenti:
Link al video di Valentina Domenici sulle fake news in campo chimico: https://www.youtube.com/watch?v=Y5jUmhjzWiQ&t=35s
Link al convegno organizzato da Greenplanner il 23 ottobre 2020: https://www.youtube.com/watch?v=BrdeFNZ8Dew&t=207s
Link ad articolo sul convegno “Stop alle fake news in ambito ambientale”: https://www.greenplanner.it/2020/10/21/convegno-fake-news-in-ambito-ambientale/
Link ad articolo di Silvia Bencivelli sulle scie chimiche (La Repubblica): https://www.repubblica.it/tecnologia/social-network/2018/04/24/news/processo_scie_chimiche_bencivelli-194705187/
Link alla pubblicazione del CICAP sulla neve chimica: https://www.queryonline.it/2014/02/08/la-psicosi-della-falsa-neve/comment-page-1/?ak_action=reject_mobile
Link al video sulla bufala sul sale rosa di Dario Bressanini: http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/07/03/le-mille-bufale-del-sale-rosa-dellhimalaya/
Link al sito di Pellegrino Conte sulle bufale in chimica: http://www.pellegrinoconte.com/tag/bufale/
Link all’articolo sulla chemofobia di Valentina Domenici su La scienza in rete: https://www.scienzainrete.it/articolo/superare-chemofobia/valentina-domenici/2017-10-12
Link al sito della Royal Society of Chemistry: Public attitude to Chemistry Technical report June 2015, Royal Society of Chemistry, 2015: http://www.rsc.org/campaigning-outreach/campaigning/public-attitudes-chemistry/
Link al video su youtube su come si diffondono le bufale: https://www.youtube.com/watch?v=cSKGa_7XJkg
Link alla pagina del ChemistryView su cosa fare contro le bufale: https://www.chemistryviews.org/details/ezine/11220504/How_to_Deal_with_Fake_News.html
Link ad articoli sull’immagine della chimica e comunicazione della chimica, “Cultura Chimica”: http://www.culturachimica.it/archivio-cns-museologia/
Link ad uno studio sulla percezione della chimica nei giovani italiani: https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwj7zLD-js3tAhXC_KQKHY2GDIoQFjAJegQICBAC&url=https%3A%2F%2Fcore.ac.uk%2Fdownload%2Fpdf%2F80266544.pdf&usg=AOvVaw0bTTmsvTEDhXIMmBh7Nm60
Link al gruppo di “Diffusione della Cultura Chimica” della Società Chimica Italiana: http://www.soc.chim.it/it/gruppi/cultura/home