Ue, bicchiere mezzo pieno per l’attuazione della direttiva nitrati
[18 Ottobre 2013]
Prosegue l’applicazione della direttiva nitrati negli Stati membri, il cui andamento è sintetizzato nell’ultima relazione Ue: l’ inquinamento da nitrati, delle acque superficiali e sotterranee, è diminuito nel corso degli ultimi due decenni, ma la pressione da parte del settore agricolo, è sempre un elemento di rischio per le risorse idriche.
«Sono molto contento che gli sforzi di lunga data di ridurre l’inquinamento delle acque da nitrati incomincino a dare frutti- ha dichiarato il commissario europeo per l’Ambiente Janez Potočnik- Ma c’è ancora molto da fare affinché le acque europee siano in buone condizioni entro il 2015. I nitrati esercitano una forte pressione sulla biodiversità, sul suolo e sull’acqua da cui dipendono la nostra agricoltura e le nostre attività economiche. Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per garantire ulteriori riduzioni significative per gli scarichi di nutrienti. Per raggiungere questo obiettivo- ha aggiunto Potočnik-, dobbiamo gestire il ciclo dei nutrienti in modo più sostenibile e più efficiente in termini di risorse. I fertilizzanti, in particolare , dovrebbero essere utilizzati in modo più efficace. Più si aspetta ad agire, maggiore sarà il costo per l’economia e l’ambiente».
Le ultime valutazioni dell’attuazione della direttiva quadro sulle acque, (2000/60), nonché gli studi condotti nel quadro delle convenzioni internazionali, dimostrano che le fonti diffuse di inquinamento sono il principale ostacolo per l’ottenimento di un buono stato delle acque nell’Unione europee. Per questo motivo, il recente “Piano d’azione per la tutela delle risorse idriche in Europa” afferma che la direttiva “nitrati ” è una delle misure chiave per il raggiungimento degli obiettivi di qualità.
Ma dopo vent’anni dall’emanazione della norma, dell’inquinamento diffuso, anche in Italia, ne parlano solo gli addetti ai lavori. E soprattutto gli operatori del settore (il mondo agricolo) hanno vissuto come un orpello gli adempimenti della direttiva, perché la politica non ha saputo supportare il percorso e perché non sono stati spiegati bene tutti i pericoli per la salute umana, in particolare a causa dell’inquinamento dell’acqua potabile, e le implicazioni economiche, in quanto l’inquinamento ostacola i servizi ecosistemici forniti da corpi idrici. Di fatto in alcune zone europee, il settore agricolo (agricoltura intensiva) esercita una sempre maggiore pressione sulla qualità dell’acqua.
Per quanto riguarda le acque sotterranee, è in Germania e a Malta che si rilevano i problemi più gravi, mentre per le acque superficiali è a Malta, Regno Unito e in Belgio dove la situazione è più critica. L’Ue, tra l’altro, ha aperto procedure di infrazione nei confronti di sei Stati membri (Bulgaria, Francia , Grecia, Lettonia, Polonia e Slovacchia).
La crisi e i costi elevati dei fertilizzanti hanno fatto aumentare la tendenza alla riduzione della concentrazione dei nitrati nelle acque, ma ciò non basta: oltre ai maggiori controlli è necessario ancora oggi istruire programmi di formazione, considerata la scarsa conoscenza della problematica relativa all’inquinamento delle acque da nitrati di origine agricola, l’incompleta conoscenza dei fabbisogni nutritivi delle colture e la limitata diffusione de piani di concimazione previsti dalle normative. Inoltre è necessario farsi aiutare dalla natura, mantenendo o ripristinando le fasce tampone (alberi, arbusti ed erbe) lungo il reticolo idrografico minore, visto la loro funzione (svolta in modo efficiente) di intercettazione degli inquinanti prima che arrivino nelle acque.