Nel Regno Unito il 30% di territorio e mare protetti entro il 2030 sarà legalmente vincolante
E’ l'equivalente delle emissioni net zero per la fauna e la natura
[18 Maggio 2021]
Il segretario per l’ambiente del Regno Unito, George Eustice , ha confermato che l’obiettivo del 30% di territorio protetto e di Aree marine protette da raggiungere entro il 2030 sarà vincolante e ha anche annunciato che definirà i piani per una task force sulla reintroduzione di animali come il gatto selvatico in Inghilterra e sul ritorno dei castori in nuove aree del Regno Unito e che confermerà le intenzioni di ripristinare più torbiere e boschi.
Da tempo le associazioni ambientaliste britanniche spingevano per l’approvazione di un disegno di legge ambientale più forte ed Eustice alla fine ha annunciato: «Modificheremo la legge sull’ambiente per richiedere un ulteriore obiettivo legalmente vincolante per le specie per il 2030, con l’obiettivo di arrestare il declino della natura».
Le previsioni sono che l’obiettivo legalmente vincolante si applicherà solo all’Inghilterra, mentre i governi autonomi di Galles, Scozia e Irlanda del Nord imposteranno politiche proprie. La Scozia, dove la crisi della biodiversità è particolarmente accentuata, ha già annunciato obiettivi ancora più ambiziosi.
Oggi, BBC News anticipa che Eustice descriverà la sua decisione come «Un enorme passo avanti. Ci auguriamo che questo sia l’equivalente del net zero per la natura, stimolando l’azione al livello necessario per affrontare la crisi della biodiversità».
Le associazioni protezionistiche dicono che si tratta di «Un traguardo importante».
Richard Benwell, CEO di Wildlife and Countryside Link, una coalizione di 57 associazioni ambientaliste, ha sottolineato che «Se i dettagli legali sono corretti e gli obiettivi sono completi e basati sulla scienza, questo potrebbe ispirare gli investimenti e le azioni necessari per proteggere e ripristinare fauna selvatica, dopo un secolo di declino».
Le misure per il ripristino delle torbiere dovrebbero comprendere il divieto di vendere compost di torba in Inghilterra entro il 2024 e finanziamenti per ripristinare 35.000 ettari di torbiere degradate nei prossimi 4 anni, circa l’1% della superficie del Regno Unito.
Solo un quinto dei 2,6 milioni di ettari di torbiere britanniche sono in buone condizioni e delle stime suggeriscono che questo habitat – che va dalle brughiere montane alle ricche pianure agricole – potrebbe emettere fino a 23 milioni di tonnellate di carbonio all’anno. Al contrario, le torbiere sane stoccano tre volte più carbonio delle foreste.
Ma l’amministratore delegato del Wildlife Trusts, Craig Bennett, ha detto che «L’obiettivo iniziale del governo di ripristinare 35.000 ettari di torbiere è deludente» e ha chiesto l’impegno a «ripristinare tutte le torbiere montane e almeno un quarto delle torbiere di pianura. E’ essenziale fermare il declino della natura e ripristinare il 30% della terra e del mare entro il 2030: così facendo si aiuterà la fauna selvatica a resistere e a consentire agli habitat riparati di stoccare ancora una volta il carbonio. Potrebbe essere “imbarazzante” per il Regno Unito – in quanto ospite del vertice chiave sul clima a Glasgow a novembre – consentire che la torba ricca di carbonio venga scavata e venduta».
Elliot Chapman-Jones, Head of Public Affairs del The Wildlife Trusts, aggiunge: «La torbiera è davvero importante per il sequestro del carbonio e per la fauna selvatica. E attualmente, la stiamo avvolgendo nella plastica e la vendiamo nei garden cente».
Il governo ha anche annunciato una nuova iniziativa per gli alberi, con l’obiettivo di triplicare i tassi di piantagione di alberi in Inghilterra fino a 7.000 ettari di nuovi boschi all’anno entro il 2024. Ci saranno anche finanziamenti per fornire incentivi ai proprietari terrieri e agli agricoltori per piantare e gestire alberi e verranno create almeno tre foreste comunitarie.
Abi Bunker, direttore della conservazione e degli affari esterni del Woodland Trust, ha evidenziato che «Dal 1900, la copertura boschiva del Regno Unito è quasi triplicata, ma gran parte dell’aumento è stato rappresentato dalle piantagioni forestali a bassa diversità. I boschi e gli alberi autoctoni sono frammentati, a rischio sviluppo, e troppi sono in cattive condizioni, con metà della fauna selvatica e delle specie vegetali del Regno Unito che dipendono dai boschi in declino. Gli obiettivi del governo per i nuovi boschi dovrebbero essere raggiunti integrando alberi autoctoni di origine britannica e coltivati nei nostri territori, contribuendo a dare risultati per la natura e le persone».