Decifrati i gruppi sanguigni di Neanderthal e Denisoviani

Confermata l’origine africana dei due antichi lignaggi umani. Smentito che i Neanderthal fossero tutti del gruppo 0

[30 Luglio 2021]

Lo studio “Blood groups of Neandertals and Denisova decrypted”, pubblicato su Plos One da un team di ricercatori del CNRS/Aix-Marseille Université e dell’Etablissement français du sang (EFS) ha analizzato i  gruppi sanguigni di tre uomini di Neanderthal e di un Denisoviano, consolidando le ipotesi riguardanti la loro origine africana, la loro dispersione in Eurasia e il loro incrocio con il primo Homo sapiens. Inoltre, sottolineano al CNRS, «I risultati rivelano ancora una bassa diversità genetica e una possibile fragilità demografica».

I Neanderthal e Denisoviani vivevano in tutta l’Eurasia da 300.000 a 40.000 anni fa. I ricercatori francesi evidenziano che «Sebbene i genomi di 15 di questi individui fossero stati sequenziati, lo studio dei geni dei gruppi sanguigni era stato finora trascurato mentre i sistemi dei gruppi sanguigni sono i primi marcatori utilizzati in antropologia per ricostruire l’origine delle popolazioni umane, i loro movimenti migratori e i loro incroci».

Nel nuovo studio, gli scienziati hanno esaminato i genomi precedentemente sequenziati di un Denisoviano e di tre Neanderthal vissuti tra 100.000 e 40.000 anni fa per determinare i loro gruppi sanguigni e trarne le conseguenze per la storia dell’evoluzione umana. Al CNRS spiegano ancora che «Dei circa 40 sistemi che determinano i gruppi sanguigni, gli scienziati si sono concentrati sui 7 comunemente considerati per le trasfusioni di sangue, i più noti dei quali sono i sistemi AB0 (gruppi determinanti A, B, AB e 0) e “rhesus”.

I risultati delle analisi hanno consolidato alcune ipotesi, ma hanno anche riservato alcune sorprese. Gli scienziati hanno confermato che, per quanto riguarda il sistema AB0, «Queste antichi lignaggi avevano già tutta la variabilità conosciuta negli esseri umani moderni» mentre si era creduto a lungo che i Neanderthal fossero tutti del gruppo 0, così come  gli scimpanzé sono del gruppo A e i gorilla del gruppo B. Poi, analisi approfondite su diversi sistemi sanguigni hanno mostrato combinazioni coerenti con un’origine africana sia dei Neanderthal che dei Denisoviani.

Ma è emerso un altro collegamento più sorprendente: «Per uno dei geni del sistema rhesus, i Neanderthal presentano una combinazione unica, mai riscontrata negli esseri umani moderni… tranne che in un aborigeno australiano e in un nativo di Papua. Forse i lontani discendenti di un incrocio tra Neanderthal e umani moderni prima della migrazione di quest’ultimi nel sud-est asiatico?» si chiedono i ricercatori francesi.

Per finire, «La presenza di un allele “non secernente”, associato alla protezione contro alcuni virus, suggerisce una pressione selettiva esercitata da questi virus».

Al CNRS concludono: «Queste analisi fanno luce sulla demografia dei Neanderthal: confermano la bassissima diversità genetica di questo lignaggio umano e indicano la possibile presenza di una malattia emolitica dei feti e dei neonati, soprattutto nel caso di una madre di Neanderthal portatrice del feto di un Homo sapiens o di un Denisoviano (per un’incompatibilità rhesus, detta anche incompatibilità feto-materna). Questi indizi supportano l’ipotesi che la bassa diversità genetica e lo scarso successo riproduttivo abbiano contribuito alla scomparsa finale dei Neanderthal».