Un’area marina protetta di 500.000 km2 tra Ecuador, Colombia, Panama e Costa Rica

Nel Corredor Marino del Pacífico Este Tropical anche il nuovo ampliamento della riserva marina delle Galapagos

[4 Novembre 2021]

Alla C OP26 Unfccc in corso a Glasgow, i presidenti del Costa Rica, Carlos Alvarado Quesada, della Colombia, Ivan Duque, dall’Ecuador, Guillermo Lasso e di Panama, Laurentino Cortizo, hanno firmato una pionieristica dichiarazione per la protezione e la gestione delle isole Cocos, Galapagos, Malpelo e Coiba, nonché dell’ecosistema unico tra le isole che compongono il Corredor Marino del Pacífico Este Tropical.

Negli ultimi anni, diversi  studi scientifici hanno dimostrato che il Parque Nacional Isla del Coco e l’Área Marina de Manejo Montes Submarinos, in Costa Rica, la Reserva Marina de Galápagos, in Ecuador, il Santuario de Fauna y Flora de Malpelo, in Colombia e il Parque Nacional Coiba e l’Área de Recursos Manejados Cordillera Coiba, a Panama costituiscono un ecosistema interconnesso unico: le acque tra queste isole funzionano come corridoi biologici attraverso i quali si spostano squali, tonni, tartarughe, razze, balene e molte altre specie marine migratorie. Queste rotte migratorie collegano le isole e forniscono enormi servizi agli ecosistemi e alle comunità della regione. Tuttavia, fino alla firma di questa dichiarazione, non c’era nessun processo formale di conservazione congiunto promosso dalle 4 nazioni.

I 4 leader latinoamericani hanno descritto questo nuovo accordo come una delle pietre miliari della COP26  e si sono impegnati a realizzare diverse iniziative nazionali nelle isole e nei corridoi marini che le collegano, compreso l’attuazione di un processo che si concluderà con la creazione di una Riserva della Biosfera Marina.

Il costaricense Alvarado  ha sottolineato che «Dall’America Latina, 4 Paesi sono diventati ancora più gemellati per inviare un messaggio chiaro al mondo che dobbiamo andare avanti con azioni per proteggere il nostro pianeta e, in questo caso, gli oceani. La protezione della natura è un passo fondamentale per affrontare il cambiamento climatico. E’ fondamentale avere oceani sani per proteggere centinaia di specie marine importanti per gli ecosistemi e per le persone della nostra regione».

I 4 Presidenti concordano sul fatto che  «Questa dichiarazione fa la storia, sia per il successo per gli oceani che per il lavoro di squadra sviluppato» e Alvarado ha ricordato che «Non stiamo proteggendo un ecosistema qualsiasi. Stiamo proteggendo ecosistemi preziosi come le Galapagos, stiamo proteggendo ecosistemi preziosi come Isla del Coco e i suoi dintorni… Sono tra gli ecosistemi più preziosi al mondo. Sono molto orgoglioso della nostra regione, dei nostri presidenti e dei nostri popoli».

L’equadoregno Lasso ha detto che «La COP26 è giustificata da questo atto molto importante al quale  hanno lavorato sia i ministri dell’ambiente che i ministri degli Esteri dei quattro Paesi». E Andrea Meza, ministro dell’ambiente e dell’energia del Costa Rica, ha aggiunto: «Quattro Paesi dell’America Latina, quattro Paesi tropicali con enormi ricchezze, sono impegnati a progredire nella protezione di quattro isole del Pacifico orientale tropicale, che sono siti unici di incalcolabile valore. Sono d’accordo non solo per far avanzare gli sforzi nazionali, ma anche per avanzare nella visione transfrontaliera perché, infine, le specie – quelle specie che sono così minacciate – migrano attraverso ciascuna di queste isole. La ricerca scientifica mostra la necessità di consolidare aree marine protette più ampie, con un approccio ecosistemico, che tenga conto della ricchezza marina, degli oggetti di conservazione e della fragilità degli habitat e che, inoltre, rafforzi le strategie di controllo e sorveglianza».

Con la dichiarazione firmata a Glasgow, i quattro Paesi hanno concordato di avviare un processo di dialogo per raggiungere questi obiettivi e salvaguardare il patrimonio oceanico dell’umanità. Il piano prevede il rafforzamento delle aree di protezione di ciascun Paese e l’avvio di un processo regionale che comprenderà non solo il sostegno alla creazione del corridoio biologico regionale, ma anche l’istituzione della Riserva della Biosfera Marina tra le isole di Coco, Malpelo, Coiba e Galapagos. «Questa riserva della biosfera da creare sarebbe una delle più grandi al mondo – ha spiegato ancora Meza – Il Costa Rica sta promuovendo l’espansione dell’area protetta intorno all’ Isla del Coco, al fine di rafforzare la conservazione in una delle aree più ricche di biodiversità del Pacifico tropicale orientale».

Lo stesso ha già fatto l’Ecuador , annunciandolo alla COP26,  la realizzazione di una nuova reserva marina en las islas Galápagos. Lasso ha ricordato che «L’Ecuador uno dei 17 paesi megadiversi del pianeta, che insieme hanno più di due terzi di tutta la biodiversità del mondo. E pur essendo responsabili solo dello 0,18% delle emissioni globali, siamo andati oltre, e in soli 5 mesi del mio governo siamo diventati il ​​primo Paese dell’America Latina e il quarto al mondo, ad adottare una politica pubblica trasversale della transizione ecologica verso un’economia circolare, resiliente e a basse emissioni. Ecco perché l’Ecuador ha un chiaro obiettivo di ridurre il 22,5% delle nostre emissioni entro il 2025».

Ma il presidente di destra dell’Ecuador ha riservato per ultimo quello che ha definito «Un annuncio storico per il mio Paese e per il mondo. Questo annuncio ha a che fare con le nostre Isole Galapagos e le acque circostanti, un gioiello della nostra biodiversità e un vero laboratorio vivente che, nonostante abbia un modello di conservazione e gestione sostenibile, affronta gravi minacce dal riscaldamento globale, dai rifiuti di plastica, tra gli altri. mettere a rischio la nostra biodiversità, la sicurezza alimentare e lo sviluppo economico e sociale. Di fronte a ciò, dopo un fluido processo di dialogo svolto sin dal mio primo giorno in carica, oggi ho l’onore di informare che abbiamo raggiunto un consenso tra i settori coinvolti, come la pesca, il turismo, la conservazione, tra gli altri, per istituire una nuova reserva marina nelle islas Galápagos di 60mila Km2 quadrati in aggiunta ai 130mila Km2 già esistenti nella riserva, che rafforzerà non solo la tutela della sua biodiversità, ma anche la nostra lotta ai cambiamenti climatici. Questa dichiarazione storica è un esempio rivoluzionario per il mondo su come attuare l’Accordo di Parigi in sinergia con altri impegni, oltre a contribuire all’adempimento della nostra promessa di proteggere almeno il 30% degli oceani entro il 2030 e rafforzare il nuovo biodiversity framework, la lotta all’inquinamento da plastica, la crescita della biomassa elle specie all’interno e all’esterno dell’area protetta e l’aumento della produttività dell’attività di pesca artigianale e industriale».

Anche secondo presidente di destra della Colombia  Ivan Dunque (contestato in patria sia per le sue politiche conomico-sociali che per quelle ambientali) . «Quello che Colombia, Costa Rica, Panama ed Ecuador hanno raggiunto insieme oggi alla  COP26 è qualcosa di storico: abbiamo istituito la più grande area marina protetta dell’emisfero occidentale e, forse al mondo, considerata una delle regioni più ricche di biodiversità del pianeta».

In un comunicato, il governo della Colombia sottolinea che «Nell’ambito dell’iniziativa 30×30, che mira a proteggere il 30% delle aree marine e terrestri, il presidente Duque ha annunciato che la Colombia raggiungerà questo obiettivo nei suoi mari entro il 2022, anziché il 2030, cioè 8 anni prima previsto dalla iniziativa. In questo modo si amplieranno le aree marine protette, che rappresentano il 13,39% della superficie marina del Paese». E Dunque ha ribadito che «In questo modo, ratifichiamo il nostro impegno per l’obiettivo 30×30 per la protezione degli oceani, e lo faremo entro la fine del 2022».

La Colombia ha una superficie di 2.070.408 Km2 di territorio, dei quali  circa il 44,85% corrispondono a territorio marino, essendo l’unico Paese del Sud America con accesso a due oceani. Il ministero dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, della Colombia ha già una road map per proteggere quasi 16 milioni di ettari in più rispetto ai 12.439.028 ettari che attualmente fanno parte delle Aree Marine Protette del Paese. Il governo colombieno spiega ancora che «

Con l’obiettivo di proteggere il 30% dei nostri mari, sarà gestita la creazione di una nuova area protetta a Las Colinas y Lomas della Cuenca del Pacífico Norte, un’altra nel Caribe (Cordillera Beata) e l’ampliamento del Santuario de Fauna Acandí, Playón y Playona. Inoltre ci saranno le dichiarazioni di riconoscimento di Medidas Efectivas de Conservación (OMEC) nell’ambito marino costiero e l’ampliamento del Santuario de Flora y Fauna de Malpelo e del Distrito de Manejo Integrado Yuruparí-Malpelo». Secondo il ministro della l’ambiente e lo sviluppo sostenibile della Colombia, Carlos Eduardo Correa,  Parte dell’importanza di queste aree è dovuta al fatto che supportano processi biologici essenziali, come la riproduzione delle specie, che consente loro di essere una fonte di risorse per le aree circostanti e di mantenere gli stock di alcune risorse ittiche».

L’ampliamento della Risrva marina delle Galapagos comprenderà una nuova zona di divieto di cattura di 30.000 km2 a nord-est dell’arcipelago e la zona di pesca senza palangari di 30.000 km2 a nord-ovest della Riserva marina. Diana Pazmiño, partner scientifico del Galapagos Conservation Trust (GCT) e genetista degli squali al Galapagos Science Center e all’Universidad San Francisco de Quito, ha commentato: «Penso che questo sia il primo, e assolutamente necessario, passo verso uno sforzo collaborativo per sostenere la conservazione a lungo termine degli squali e di altre specie migratorie. La scienza è stata fondamentale per fornire informazioni sui bisogni e sulle minacce ai nostri ecosistemi marini, agire per proteggerli è uno sforzo che richiede l’impegno e il sostegno di tutte le parti. Questo è solo l’inizio».

Per Sharon Johnson, amministratore delegato del GCT «Questa è una notizia molto gradita e un grande passo nella giusta direzione, elogiamo il presidente Lasso per l’azione. Ma c’è ancora molto da fare per garantire che siano messe in atto le risorse per far rispettare adeguatamente queste nuove aree protette, in modo che milioni di specie migratorie vulnerabili possano spostarsi in sicurezza tra le importanti aree di alimentazione e riproduzione della Riserva Marina delle Galapagos e il Parco Nazionale di Cocos Island . Dobbiamo continuare a impegnarci per un’azione globale collettiva per garantire che il 30% del nostro oceano sia protetto entro il 2030. E’ stato fantastico ascoltare il Principe Alberto II di Monaco alla COP26 che ha sottolineato l’importanza degli oceani e delle soluzioni basate sulla natura per proteggere il clima e gli ecosistemi, fornendo al contempo benefici alle comunità locali. Siamo onorati di avere il sostegno della Fondazione Principe Alberto II di Monaco per la scienza che ha contribuito all’espansione della Riserva Marina delle Galapagos annunciata dall’Ecuador».

Nel 2020, un numero enorme di pescherecci cinesi è stato avvistato nelle acque al largo delle Galapagos e gli ambientalisti li avevano accusati di saccheggiare i calamari che vivono nell’area. Lasso ha negato che l’ampliamento della riserva marina sia stata una risposta all’arrivo della flotta cinese e ha insistito che «Si tratta di “una decisione autonoma del governo ecuadoriano», aggiungendo che nel recente incontro avuto con il presidente cinese Xi Jinping ha percepito «Un chiaro impegno a rispettare la zona marittima dell’Ecuador» e ha aggiunto che il suo governo scambierà il debito per la conservazione marina per creare un fondo che consentirà all’Ecuador di rafforzare le pattuglie della marina per proteggere l’area e fornire supporto ai pescatori artigianali che lavorano al di fuori della riserva marina.

Sandy Tudhope e Meriwether Wilson dell’università di Edimburgo, che facevano parte del team la cui ricerca ha sostenuto la decisione di espandere la riserva marina. Hanno sottolineato in un’intervista a BBC News che «Le Galapagos e i mari che le circondano sono un ecosistema unico che ospita balene, tartarughe e tonni. Il fatto che siano così ricchi di specie commercialmente importanti è anche ciò che li rende così attraenti per i pescatori». Ma Tudhope è fiducioso che l’espansione dell’area marina protetta andrà a beneficio anche dei pescatori: «La protezione del mare viene spesso identificata come un modo per sostenere la pesca. Se riesci a ottenere le aree di protezione corrette, allora fungono da vivaio e quindi si ottiene uno spill-out da queste aree che supportano la pesca circostante. Spero che i benefici della protezione di una così grande area oceanica diventino chiari e che coloro che potrebbero essere stati scettici su questa decisione vedranno che non ha paralizzato la flotta peschereccia ecuadoriana».

Ad elogiare l’Ecuador c’è anche Sarah Darwin, la pronipote del biologo Charles Darwin, la cui teoria dell’evoluzione è stata ispirata dalla biodiversità che ha scoperto alle Galapagos. La Darwin, botanica e ambasciatrice del Galapagos Conservation Trust, ha detto alla BBC di essere «Molto, molto entusiasta che il presidente Lasso prenda le Galapagos così seriamente. Non vediamo l’ora di portare avanti ulteriori misure di conservazione con lui sia nella riserva marina che nelle isole stesse. Questo è un impegno reale, credo. Se puoi salvare le Galapagos, puoi salvare il mondo».