Dal ministero della Cultura nuovo stop per la centrale geotermica binaria in Val di Paglia

Il ministro Franceschini ha firmato il ricorso presentato dalla Soprintendenza: ora su un impianto da neanche 10MW dovrà decidere il premier Draghi

[4 Maggio 2022]

Come da copione, il ministro della Cultura ha firmato il ricorso presentato dalla Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo contro la centrale geotermoelettrica proposta da Sorgenia in Val di Paglia, un impianto da 9,9MW che nei giorni scorsi aveva visto l’approvazione del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (col parere contrario della Soprintendenza).

«La lezione che la politica di governo deve trarre da questo episodio è che il parere dei territori conta e che l’Amiata, terra bellissima e produttiva sotto molti aspetti, non è luogo di coltivazione geotermica», commenta nel merito Irene Galletti – presidente del M5S in Regione Toscana –, forse dimenticando che sull’Amiata le centrali geotermoelettriche sono presenti dagli anni ’60, offrendo al territorio una via d’uscita sostenibile al declino dell’inquinante industria dedicata all’estrazione e produzione di mercurio, lasciando spazio (oltre alla produzione di energia rinnovabile) alla possibilità di una diversificazione economica che spazia dalle terme al turismo, dalla floricoltura all’agroalimentare di qualità.

Il progetto presentato da Sorgenia per la Val di Paglia è caratterizzato però da una tecnologia diversa rispetto a quella delle centrali flash gestite da Enel e già attive in Toscana, essendo caratterizzato da un ciclo binario Orc senza alcuna emissione in atmosfera (ma con consumo di suolo e inquinamento acustico maggiori, a parità di potenza installata): una tecnologia ampiamente consolidata a livello internazionale ma non ancora applicata in Toscana, dove nelle aree di coltivazione geotermica attualmente attive si ritiene vi siano fluidi geotermici inadatti ai cicli binari per l’elevata temperatura e alta presenza di gas in condensabili.

La messa in opera della una centrale binaria in Val di Paglia permetterebbe dunque di valutare sul campo e a scala industriale la percorribilità di questa tecnologia, almeno in quest’area della Toscana; soprattutto, permetterebbe di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, producendo circa 80 GWh/anno di elettricità e altri 160 GWh/anno di energia termica, questi ultimi da poter mettere gratuitamente a disposizione del territorio.

Una possibilità sulla quale però il ministero della Cultura ha scelto di mettersi di traverso, confermando la Toscana come peggiore Regione d’Italia per l’installazione di nuovi impianti rinnovabili.