L’Unione europea verso l’embargo sul petrolio russo. Ma la pace sparisce dall’orizzonte del possibile
Il discorso di Ursula von der Leyen al Parlamento europeo sulle conseguenze sociali ed economiche della guerra in Ucraina
[4 Maggio 2022]
Nel suo discorso al Parlamento europeo a pochi giorni dal 72esimo anniversario dell’Unione europea, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha detto che il futuro dell’Europa si gioca sui campi di battagli dell’Ucraina dove «Gli ucraini stanno resistendo a una forza russa, che li supera di gran lunga in numero. Stanno combattendo per riaffermare le idee di base: che sono loro i padroni del proprio futuro e non un leader straniero. Che è il diritto internazionale che conta e non il diritto della forza».
Poi ha presentato il sesto pacchetto di sanzioni che elenca prima di tutto gli alti ufficiali russi e altre persone che «Hanno commesso crimini di guerra a Bucha e che sono responsabili dell’assedio disumano della città di Mariupol. Questo invia un altro segnale importante a tutti gli autori della guerra del Cremlino: sappiamo chi siete e sarete ritenuti responsabili».
La Commissione europea ha anche tolto lo SWIFT a Sberbank, la più grande banca russa, e altre due grandi banche e la von der Leyen ha spiegato che «Con ciò, colpiamo le banche che sono sistemicamente essenziali per il sistema finanziario russo e la capacità di Putin di portare la distruzione. Questo consoliderà il completo isolamento del settore finanziario russo dal sistema globale». Inoltre, tre grandi emittenti statali russe non potranno più trasmettere nell’Ue sotto qualsiasi forma o forma, sia via cavo, via satellite, su Internet o tramite app per smartphone. La presidente della Commissione Ue ha sottolineato che «Abbiamo identificato questi canali TV come portavoce che amplificano le bugie e la propaganda di Putin in modo aggressivo. Non dovremmo più dare loro un palcoscenico per diffondere queste bugie». La stessa sorte toccherà a quelli che la von der Leyen ha definito gli spin doctor europei del Cremlino.
Ma il punto più sostanzioso sulle sanzioni è certamente quello energetico: «Quando i leader si sono incontrati a Versailles – ha ricordato la presidente della Commissione Ue – hanno deciso di eliminare gradualmente la nostra dipendenza dall’energia russa. Nell’ultimo pacchetto di sanzioni, abbiamo iniziato con il carbone. Ora affrontiamo la nostra dipendenza dal petrolio russo. Sia chiaro: non sarà facile. Alcuni Stati membri dipendono fortemente dal petrolio russo. Ma dobbiamo semplicemente lavorarci sopra. Ora proponiamo un divieto al petrolio russo. Questo sarà un divieto totale di importazione su tutto il petrolio russo, via mare e oleodotto, greggio e raffinato. Ci assicureremo di eliminare gradualmente il petrolio russo in modo ordinato, in modo da consentire a noi e ai nostri partner di garantire rotte di approvvigionamento alternative e ridurre al minimo l’impatto sui mercati globali. Questo è il motivo per cui elimineremo gradualmente la fornitura russa di petrolio greggio entro 6 mesi e di prodotti raffinati entro la fine dell’anno. Quindi, massimizziamo la pressione sulla Russia, riducendo al minimo i danni collaterali per noi e per i nostri partner in tutto il mondo. Perché per aiutare l’Ucraina, la nostra stessa economia deve rimanere forte. Con tutti questi passaggi, stiamo privando l’economia russa della sua capacità di diversificare e modernizzarsi. Putin voleva cancellare l’Ucraina dalla mappa. Chiaramente non ci riuscirà. Al contrario: l’Ucraina si è sollevata unita. Ed è il suo stesso paese, la Russia, che sta affondando».
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato: «Le sanzioni sono un’arma a doppio taglio e i cittadini europei ne pagheranno il conto».
L’Ue importa dalla Russia circa il 26% del petrolio. Sembra che siano state concesse esenzioni per l’Ungheria e la Slovacchia – che ricevono rispettivamente il 58% e il 96% delle loro importazioni di petrolio dalla Russia – che avrebbero a disposizione un periodo di transizione più lungo per continuaread comprare petrolio russo fino al 2023. La Slovacchia ha chiesto un’esenzione dal divieto Ue sul petrolio russo e l’Ungheria ha ripetutamente rifiutato di sottoscrivere sanzioni che coinvolgono l’energia. La Germania, ha detto che è disposta a sostenere un embargo graduale sul greggio russo e il ministro dell’economia e del clima, il verde Robert Habeck ha dichiarato che «La Germania potrebbe essere completamente indipendente dal petrolio greggio russo entro la fine dell’estate.
Nel discorso della von der Leyen le parole pace, accordo e tregua sono assenti e, con un linguaggio bellicoso, spinge ancora un passo in avanti il confronto con Mosca: «Vogliamo che l’Ucraina vinca questa guerra. Ma vogliamo anche porre le condizioni per il successo dell’Ucraina all’indomani della guerra. Il primo passo è il sollievo immediato. Si tratta di un sostegno economico a breve termine per aiutare gli ucraini a far fronte alle ricadute della guerra, come facciamo con il nostro pacchetto di assistenza macrofinanziaria e con il sostegno diretto al bilancio ucraino. Inoltre, abbiamo recentemente proposto di sospendere per un anno tutti i dazi all’importazione sulle esportazioni ucraine nella nostra Unione. Sono sicura che il Parlamento europeo metterà il suo peso per questa idea. Ma questo non è sufficiente per il sollievo a breve termine. Il PIL dell’Ucraina dovrebbe scendere dal 30% al 50% solo quest’anno. E il Fmi stima che, da maggio in poi, l’Ucraina avrà bisogno di 5 miliardi di euro al mese, in modo chiaro e semplice, per mantenere il Paese in funzione, pagando pensioni, stipendi e servizi di base. Dobbiamo sostenerli, ma non possiamo farcela da soli. Accolgo con favore il fatto che gli Stati Uniti abbiano annunciato un massiccio sostegno di bilancio. E anche noi, come Team Europe, faremo la nostra parte».
Poi c’è la seconda fase, quella del più ampio sforzo di ricostruzione di un Paese che, secondo la presidente europea, è destinato a vincere evidentemente una guerra lunga e devastante, come annunciano i nuovi attacchi russi in territori finora mai colpiti e agli snodi di rifornimento dai quali entrano in Ucraina le armi europee e statunitensi.
La von der Leyen ha sottolineato che «La portata della distruzione è sbalorditiva. Ospedali e scuole, case, strade, ponti, ferrovie, teatri e fabbriche: tante cose devono essere ricostruite. Nella nebbia della guerra, è difficile fare una stima precisa. Gli economisti parlano di diverse centinaia di miliardi di euro. E i costi aumentano ogni giorno di questa guerra senza senso. L’Europa ha una responsabilità molto speciale nei confronti dell’Ucraina. Con il nostro supporto, gli ucraini possono ricostruire il loro Paese per la prossima generazione».
Per questo la presidente della Commissione Ue, pur non nascondendosi che prima della guerra l’Ucraina non era certo la democrazia liberale ed efficiente che ora si vorrebbe far credere con un’opposta propaganda, ha chiuso proponendo agli europarlamentari di «Iniziare a lavorare su un ambizioso pacchetto di ripresa per i nostri amici ucraini. Questo pacchetto dovrebbe portare ingenti investimenti per soddisfare i bisogni e le riforme necessarie. Dovrebbe affrontare le attuali debolezze dell’economia ucraina e gettare le basi per una crescita sostenibile a lungo termine. Potrebbe stabilire un sistema di pietre miliari e obiettivi per garantire che il denaro europeo vada davvero al popolo ucraino e venga speso in conformità con le norme dell’Ue. Potrebbe aiutare a combattere la corruzione, allineare il contesto legale con gli standard europei e migliorare radicalmente la capacità produttiva dell’Ucraina. Questo porterà la stabilità e la certezza necessarie per rendere l’Ucraina una destinazione attraente per gli investimenti diretti esteri. E alla fine, aprirà la strada al futuro dell’Ucraina all’interno dell’Unione Europea. Slava Ukraini e viva l’Europa».