La legge Salvamare è stata approvata definitivamente dal Senato

Muroni: «Consentire ai pescatori di portare e conferire a terra i rifiuti che recuperano in mare, nei fiumi, nei laghi o nelle lagune, senza doverne sostenere i costi di smaltimento»

[11 Maggio 2022]

Con 198 voti favorevoli, nessun contrario e 17 astenuti, il Senato ha approvato definitivamente la cosiddetta legge Salvamare, dopo il via libera arrivato dalla Camera il mese scorso, concludendo l’iter iniziato nel 2018 con la presentazione del ddl da parte dell’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa – arrivato al Governo in orbita M5S –, prendendo spunto dalla proposta di legge sul ‘fishing for litter’ avanzata dalla deputata di FacciamoEco Rossella Muroni.

«Lo scopo del testo, che prende spunto dalla mia proposta di legge sul ‘fishing for litter’ e l’ha assorbita – commenta Muroni – è consentire ai pescatori di portare e conferire a terra i rifiuti che recuperano in mare, nei fiumi, nei laghi o nelle lagune, senza doverne sostenere i costi di smaltimento. Questa legge promuove, inoltre, il riciclo di plastica e altri materiali ‘pescati’. Considerando che i rifiuti plastici che finiscono in mare si scompongono in parti sempre più piccole che vengono ingerite dai pesci entrando nella catena alimentare, si tratta di un’arma in più a tutela di ambiente e salute. Vista l’importanza dei comportamenti corretti da parte di noi cittadini, il testo prevedere anche attività di sensibilizzazione ed educazione ambientale nelle scuole.  Essere arrivati finalmente a questa legge è una buona notizia per il Paese, per la quale dobbiamo ringraziare anche i progetti sperimentali di recupero dei rifiuti marini già realizzati lungo le coste dello Stivale e l’impegno per i nostri mari delle associazioni ambientaliste, come Legambiente, MareVivo, Wwf e Greenpeace, ai quali ci siamo tutti ispirati».

«Quella di oggi è una giornata importante per il futuro del nostro Paese – aggiungono i pentastellati in commissione Ambiente – l’Italia si dota di importanti strumenti per tutelare e ripulire dai rifiuti i nostri mari, laghi, fiumi e lagune, mettendo al centro il protagonismo dei cittadini, della società civile e delle imprese del settore. I pescatori e associazioni di settore, infatti, potranno raccogliere e portare a riva i rifiuti e conferirli in appositi spazi predisposti nei porti italiani, mettendo fine a una grande giustizia: finora chi portava rifiuti a riva rischiava di essere sanzionato o di pagare come se li avesse prodotti a bordo».

La legge Salvamare ha infatti come obiettivo quello di porre fine a un’assurdità normativa, quella per cui i pescatori che raccolgono i rifiuti (finora classificati come speciali) finiti nelle loro reti ne diventano produttori, assumendosene gli oneri economici e giuridici. Attualmente, la normativa nazionale prevede infatti che un pescatore che raccoglie questi rifiuti con le reti ne diventa poi responsabile, e ne debba dunque pagare lo smaltimento, se vuole riportarli a terra anziché lasciarli a inquinare il mare.

Sotto questo profilo, le iniziative di fishing for litter già condotte con successo lungo le nostre coste offrono già dati importanti sulle possibili modalità di gestione di questi rifiuti marini.

Dei rifiuti raccolti con questa modalità lungo il litorale laziale, ad esempio, il 34% è costituito da imballaggi in plastica (8% bottiglie, 8% film, 1% polistirolo, 17% altri imballaggi) mentre il restante 66% è costituito da residui organici, reti da pesca e da cantiere, stracci e corde in canapa e altri materiali; una volta raccolto, quel 34% di rifiuti è stato tutto avviato a riciclo o a recupero energetico. L’esperienza maturata precedentemente dalla Toscana con l’analogo progetto “Arcipelago pulito” mostra dati simili, col 20% dei rifiuti pescati che è stato avviato a riciclo, operazione impossibile per il restante 80% che è stato avviato a recupero energetico o smaltito in discarica.

«La possibilità di riportare a terra i rifiuti recuperati in mare accidentalmente dai pescatori è un importantissimo e concreto passo avanti nella lotta all’inquinamento da rifiuti e, in particolare, da plastica, visto che il Mar Mediterraneo è tra le aree con la più alta concentrazione di microplastiche al mondo – conclude Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – Accompagnata da misure altrettanto essenziali nella prevenzione del fenomeno, quali l’educazione ambientale e le attività di sensibilizzazione nelle scuole e tra i cittadini, e da un adeguato supporto alla filiera di raccolta a terra, può rappresentare senza alcun dubbio una svolta nella salvaguardia dell’ambiente e nella promozione dell’economia circolare».