Trentino: l’orsa F43 muore durante la cattura

Enpa e LNDC pronte a denunciare la Provincia di Trento. Wwf: necessario lavorare sulla prevenzione

[7 Settembre 2022]

La Provincia autonoma di Trento ha comunicato che nella notte del 5 settembre un’orsa è morta in val di Concei (Ledro) durante un intervento di routine per la sostituzione del radiocollare che portava dal luglio 2021.  La Provincia spiega che «Dai primi accertamenti dell’equipe veterinaria è emerso che l’animale è deceduto a seguito della posizione assunta nella trappola tubo nel momento in cui l’anestetico ha fatto effetto. Le manovre di rianimazione si sono purtroppo rivelate inutili. Si tratta dell’orsa F43, da tempo monitorata in modo intensivo ed oggetto di ripetuti tentativi di dissuasione a causa della sua spiccata confidenza con l’uomo. La necessità di monitorare in modo intensivo soggetti problematici e di cercare di modificarne il comportamento può comportare incidenti come quello occorso, dati i rischi intrinseci in operazioni delicate, condotte spesso in contesti e condizioni ambientali non facili».

Il Wwf ricorda che « Durante le operazioni di cattura di animali selvatici esiste sempre un grado di rischio, ma auspichiamo che la necroscopia faccia chiarezza sulle dinamiche che hanno portato alla morte di F43. Su una popolazione trentina di orsi che conta, tra giovani e adulti, circa 80 esemplari (stima del 2021), la perdita di una femmina in età riproduttiva rappresenta infatti un danno biologico non indifferente». Il Wwf sottolinea anche come «Sia sempre più prioritaria, oltre a un monitoraggio intensivo degli individui che mostrano comportamenti abituati, confidenti o problematici, la messa in sicurezza delle fonti alimentari di origine antropica (cassonetti dell’organico e pollai in primis), la cui presenza è alla base dell’insorgenza di tali comportamenti. L’abbondanza di risorse di facile accesso presso i centri abitati è un problema che da troppo tempo rimane irrisolto in molte aree del Trentino. La presenza di animali selvatici che mostrano abituazione verso l’uomo e che frequentano assiduamente centri abitati è sempre originata da errati comportamenti umani, come dimostrato da numerose esperienze nazionali e internazionali. Pur riconoscendo l’utilità di un attento monitoraggio e di azioni di dissuasione sugli orsi che mostrano simili comportamenti, bisogna agire seriamente per prevenire questo fenomeno, diffondendo l’utilizzo di cassonetti anti-orso in tutto l’areale del plantigrado e mettendo in sicurezza altre risorse che risultano attrattive per gli orsi. Pur riconoscendo l’utilità di un attento monitoraggio e di azioni di dissuasione sugli orsi che mostrano simili comportamenti, bisogna agire seriamente per prevenire questo fenomeno, diffondendo l’utilizzo di cassonetti anti-orso in tutto l’areale del plantigrado e mettendo in sicurezza altre risorse che risultano attrattive per gli orsi».

Per Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa, si tratta di «Un fatto gravissimo. Abbiamo attivato il nostro ufficio legale per accertare le responsabilità di questa morte inutile e crudele. F43 non era solo una sigla ma una giovane orsa, nel pieno della propria capacità riproduttiva, che nei suoi 4 anni di vita non aveva mai dimostrato alcuna aggressività verso le persone. Uccisa dall’anestetico durante un’azione presentata come routinaria, era una “sorvegliata speciale”, solo perché aveva imparato dove trovare cibo facile, rappresentato dai rifiuti non opportunamente conferiti in bidoni antiorso, oppure dagli apiari o dai pollai non adeguatamente protetti. Enpa farà quanto necessario per far emergere eventuali responsabilità e per assicurarci che chi ha sbagliato paghi. Ci stiamo già attivando per appurare i fatti, conoscere la verità e far emergere eventuali trascuratezze, perché per noi ogni vita è importante. E’ inaccettabile che invece di imparare a convivere in armonia con l’ambiente, godendo della presenza di una specie affascinante, continuiamo a perseguitare questi animali, patrimonio indisponibile dello Stato».

Promette battaglia anche la presidente di LNDC Animal Protection Piera Rosati: «Ancora un altro orso, in questo caso orsa, vittima di una gestione evidentemente non all’altezza della situazione, approssimativa e inefficace in una Regione che da anni si dimostra problematica per la convivenza con questi splendidi animali. Sono tanti gli orsi che abbiamo pianto in questi anni: Daniza, JJ4, KJ2, ultimamente un cucciolo di orso investito e lasciato morire sull’asfalto e M49 ancora sofferente e rinchiuso in cattività.  Purtroppo dobbiamo constatare che la vita degli orsi è in costante pericolo per una incapacità dell’uomo di convivere pacificamente dopo aver invaso i territori che dovrebbero appartenere di diritto alla fauna selvatica. Tramite i nostri legali faremo tutte le valutazioni del caso per capire qual è la strada migliore per fare chiarezza su questa ennesima morte di un animale la cui unica colpa era quella di vivere la sua vita, nel suo habitat. Probabilmente si sarà trattato, come dichiarato, di un incidente, ma vogliamo andare a fondo e capire bene cosa è stato fatto e come, visto che la Provincia di Trento ha sempre dimostrato poca tolleranza verso gli orsi che popolano i boschi».