Wwf: «Avviare interventi di diffusi di rinaturazione per contribuire a trattenere le acque»
Stanno arrivando le tempeste del ciclone Ciaran, allerta meteo su larga parte del Paese
Vincenzi (Anbi): «L'Italia sta offrendo l'immagine climatica di un vascello in balìa degli eventi meteo»
[2 Novembre 2023]
Dopo essersi abbattuto sulla Francia, dove si sono registrati venti superiori ai 200 km/h e ampie mareggiate, il ciclone extra tropicale Ciaran sta portando adesso nuove tempeste sull’Italia.
Per la giornata di oggi il dipartimento della Protezione civile segnala allerta meteo su larga parte dello Stivale, in particolare lungo l’area tirrenica e nel nord-est.
L’allerta rossa per rischio idrogeologico elevato interessa il Friuli Venezia Giulia e parte del Veneto, mentre l’allerta arancione – con forti temporali e rischio idraulico – si estende su buona parte di Emilia-Romagna, Lombardia, Trentino e Liguria, fino a interessare la Lunigiana in Toscana.
«L’Italia sta offrendo l’immagine climatica di un vascello in balìa degli eventi meteo – commenta Francesco Vincenzi, presidente dell’associazione nazionale che riunisce i Consorzi di bonifica (Anbi) – cui solo la buona sorte ha impedito nei giorni scorsi di trasformarsi in disastri annunciati, limitando i pur sempre grandi disagi degli allagamenti. Resta comunque alta la preoccupazione per quanto potrà registrarsi nelle prossime ore di previsto maltempo».
Le tempeste in arrivo con Ciaran graveranno infatti su territori già messi alla prova dall’ondata di maltempo dei giorni scorsi. Si pensi ad esempio alla Lombardia, dove sono esondati sia il Seveso – provocando pesanti allagamenti a Milano – sia il lago di Como.
«Le vasche di laminazione, alcune appena inaugurate, nonché i sistemi di telecontrollo e di automazione, che ci permettono di eseguire le necessarie manovre idrauliche con grande rapidità, stanno proteggendo interi comuni – dichiara Alessandro Rota, presidente di Anbi Lombardia – Ora però è indispensabile che vengano messe a disposizione le risorse economiche necessarie per dare corpo alle progettazioni previste dal Piano di efficientamento della rete idraulica nella nostra Regione come nel resto del Paese».
Ad esempio le diverse casse di espansione previste sul Seveso – un torrente il cui alveo negli ultimi 50 anni è stato drasticamente ristretto a causa del consumo di suolo – non sono ancora state concluse, determinando esondazioni e danni: uno scenario ormai ricorrente per tutto il territorio a nord-ovest di Milano.
«Le casse di espansione, progettate in diversi comuni delle regioni colpite dalle forti precipitazioni, costituiscono una prima azione per ridare sicurezza ai nostri territori, ma è necessario fare molto di più – spiega nel merito il Wwf Italia – In un contesto così urbanizzato è necessario promuovere piani di drenaggio urbano sostenibile, come timidamente da qualche parte si è iniziato a fare, come ad esempio alcuni interventi localizzati a Milano. Quello che sta succedendo è l’ulteriore prova della necessità di avviare interventi di diffusi di rinaturazione per contribuire a trattenere le acque e a favorire la ricarica delle falde. Per questo motivo il progetto di rinaturazione del Po, unico di questo genere nel Pnrr, deve essere portato avanti con celerità e deve essere replicato in molti altri fiumi italiani, favorendo un adeguato adattamento al cambiamento climatico».
Come sottolineano gli ambientalisti del Panda, ripristinando i servizi ecosistemici dei fiumi (riduzione del rischio idrogeologico, assorbimento CO2, recupero della capacità autodepurativa, contributo alla ricarica delle falde) si possono anche attenuare le conseguenze del cambiamento climatico, ferma restando la necessità di abbattere le emissioni di gas serra di origine umana.
Recuperare, ovunque possibile, le fasce fluviali lungo i corsi d’acqua vuol dire restituire al fiume quella funzione di “spugna” che consente di trattenere le acque e ricaricare le falde durante le alluvioni e di restituire parte di esse durante i periodi di siccità.