Big data ed eventi meteo estremi: le ondate di caldo anomale aumentate di 4 volte in Toscana e Romagna

IFAB ed E3CI: evidente dai dati anche la ripresa delle precipitazioni estreme

[3 Novembre 2023]

La cronaca di queste ore, giorni e mesi ci parla delll’impatto distruttivo causato da fenomeni meteorologici estremi dall’alluvione in corso in Toscana,  a quello di primavera in Romagna, alle tempeste di grandine in Lombardia e nel Nordest, fino al caldo estremo e agli incendi al Sud. Fenomeni sempre più frequenti e che evidenziano come il cambiamento climatico sia un problema serio e urgente.

Lacollaborazione fra International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development (Fondazione IFABFondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Fondazione CMCC) e Leithà è nata con l’obiettivo di analizzare, quantificare e monitorare nel tempo gli eventi meteorologici estremi, nella convinzione che «Per comprendere il clima e i suoi mutamenti e per prevenirne gli effetti, è fondamentale saper interpretare i dati. E oggi sono proprio i dati, l’oro di questo secolo, a permettere lo studio e la misura di questi fenomeni, della loro portata e purtroppo delle implicazioni sempre più impattanti.

In questo contesto nasce»

I tre partner del progetto hanno unito le proprie competenze per sviluppare la piattaforma European Extreme Events Climate Index (E3CI), un insieme di indici per fornire informazioni sulle aree interessate da diversi tipi di pericoli meteo-indotti e sulla loro gravità ch e copre tutta l’Europa, riportando i dati dal 1981 ad oggi.

Nei giorni scorsi IFAB, Radarmeteo e Hypermeteo,  che operano nella meteorologia professionale sviluppando applicazioni e dataset meteo-climatici ad alta risoluzione, hanno siglato un accordo per commercializzare e distribuire l’indice climatico E3CI  European Extreme Events Climate Index, con l’obiettivo di fornire uno strumento di supporto alle attività dei settori impattati dal cambiamento climatico.

I promotori della piattaforma spiegano che «Nello specifico, sono considerate sette dinamiche: ondate di caldo, ondate di gelo, precipitazioni estreme, siccità, venti estremi, grandinate e incendi. Per ognuna, alla scala mensile, la stima di un indicatore permette di identificare le tendenze e le variazioni nel numero di eventi estremi, consentendo una migliore comprensione degli eventi occorsi. La standardizzazione dei valori rispetto al periodo di riferimento permette di comparare periodi e dinamiche differenti».

L’indice è la media di sette indicatori quali ondate di caldo, ondate di gelo, precipitazioni estreme, siccità, venti estremi, grandinate e incendi. L’utilizzo dell’indice E3CI permette di identificare le tendenze e le variazioni nel numero di eventi estremi, consentendo una migliore comprensione delle condizioni climatiche avverse. E questo indice mostra che «Negli ultimi 10 anni c’è stato un aumento delle temperature (è aumentato il numero dei giorni “caldi” con un indice maggiore di 1) ma soprattutto frequenti “colpi di frusta idroclimatici”: lunghi periodi di siccità alternati a brevi momenti con importanti precipitazioni (pioggia e grandine). Un valore superiore ad 1 indica un’anomalia rispetto alla climatologia dell’area e del periodo. Prendendo il caso dell’Emilia-Romagna, dal punto di vista delle ondate di calore nel decennio dal 1981 al 1990 il numero di mesi con valori superiori all’unità era 0,8, per salire progressivamente a 1,4 nel decennio successivo, a 2,3 dal 2001 al 2010, per arrivare a 4,5 dal 2011 al 2023».

Nel caso delle precipitazioni, è interessante notare come 9 su 10 dei mesi caratterizzati da valori dell’indicatore maggiori siano nell’ultimo decennio. si passa da 1,4 nel decennio 1981-1990 per scendere a 1,1 fra il 1991 e il 2010 e risalire ad 1,6 dal 2011 ad oggi, col maggio 2023 quale peggior mese in assoluto, dopo il febbraio 2015.

Il direttore di IFAB, Marco Becca, conclude: «L’indice è già utilizzato a livello professionale, per esempio dal settore assicurativo per meglio comprendere le aree a maggior rischio, ma è accessibile a chiunque, gratuitamente, sul nostro sito online, dove con una semplice interfaccia grafica si possono analizzare le serie storiche dei dati in tutti i paesi europei. Questi eventi estremi, nella loro drammaticità, ci fanno prendere coscienza del fatto che siamo su una china pericolosa e che la transizione green è fondamentale per il nostro futuro; in questo contesto l’utilizzo dei dati, reso possibile anche grazie alle moderne strutture di Supercalcolo, diventa sempre più importante. Comprendere i fenomeni è alla base dell’azione: sta a tutti noi, cittadini, aziende e policymakers, invertire questa tendenza ed i dati ed il digitale in tutte le sue componenti possono essere la risorsa decisiva per farlo. Proprio per questo IFAB si occupa di finanziare progetti innovativi e applicativi in ambito green e per la gestione del cambiamento climatico a disposizione delle imprese, della Pubblica Amministrazione e dei cittadini».