Più zanzare con il clima più caldo causato dai cambiamenti climatici
Il cambiamento climatico potrebbe ridurre la finestra temporale in cui i predatori possono predare le larve di zanzara
[20 Dicembre 2023]
Secondo lo studio “Warming and Top-Down Control of Stage-Structured Prey: Linking Theory to Patterns in Natural Systems”, pubblicato su Ecology da un team di ricercatori statunitensi guidati da Andrew Davidson del Department of Integrative Life Sciences della Virginia Commonwealth University (VCU), «Un ambiente più caldo potrebbe significare più zanzare poiché diventa più difficile per i loro predatori controllarne la popolazione».
Lo studio di copertina di Ecology, la rivista dell’Ecological Society of America, ha scoperto che «L’aumento delle temperature, spesso legato ai cambiamenti climatici, può rendere I predatori le larve di zanzara meno efficaci nel controllare le popolazioni di zanzare. Le temperature più calde accelerano il tempo di sviluppo delle larve, riducendo il tempo in cui le libellule potrebbero mangiarle. Questo significa che nell’area di studio potrebbe esserci quasi il doppio delle larve di zanzara che raggiungono l’età adulta».
Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno esaminato le pozze fluviali nelle rocce di Belle Isle lungo il fiume James a Richmond, in Virginia, e hanno scoperto che «Le pozze a temperatura più calda avevano più larve di zanzara acquatiche, anche quando erano presenti i loro predatori che controllano naturalmente le popolazioni».
Lo studio si basa sulle precedenti ricerche di Davidson sull’ecologia funzionale così come sul lavoro fatto dal suo collega di laboratorio C. Ryland Stunkle e dal resto del team della VCU che lavora sulle piscine rocciose e che collabora col professor Brian Byrd del College of Health and Human Sciences della Western Carolina University.
I predatori aiutano a stabilizzare gli ecosistemi e le reti alimentari e lo studio ha esaminato l’interazione predatore-preda tra ninfe di libellula e larve di zanzara. Alla VCU ricordano che «Prima del lavoro sul campo, la ricerca si basava su concetti di fisiologia termica ed esperimenti di laboratorio a breve termine che hanno prodotto modelli predittivi della relazione tra predatori, prede e temperatura sul campo. Lo studio sul campo ha poi testato i modelli in un ambiente naturale completo».
La zanzara autoctona delle piscine rocciose della Virginia non è un importante vettore di malattie, ma è una delle poche zanzare locali che non ha bisogno di nutrirsi da adulta per deporre le uova. «Quindi – dicono alla VCU – i risultati potrebbero applicarsi a taxa simili, come la zanzara asiatica invasiva delle piscine rocciose».
Davidson conclude: «Potremmo vedere popolazioni più grandi dell’insetto meno preferito da tutti, le zanzare. Anche se le larve di zanzara che abbiamo studiato qui sono della zanzara delle piscine rocciose del Nord America, questi risultati probabilmente si applicano a specie di zanzare che agiscono come vettori di malattie come il virus del Nilo occidentale o persino il virus Zika».