Gli anziani che vivono vicino a spazi naturali hanno una migliore salute mentale e fisica
Solo il 10% in più di spazio forestale nella zona residenziale in cui si vive è associato a una riduzione del disagio psicologico grave
[5 Gennaio 2024]
Secondo lo studio “Urban green and blue spaces and general and mental health among older adults in Washington state: Analysis of BRFSS data between 2011-2019”, pubblicato su Health & Place da Adithya Vegaraju e Solmaz Amiri dell’ Elson S. Floyd College of Medicine della Washington State University (WSU), «Anche piccole differenze nella disponibilità di spazi verdi e blu urbani possono essere associate a una migliore salute mentale e fisica negli anziani».
Lo studio si basa sui dati di un’indagine sanitaria condotta su oltre 42.000 persone di età pari o superiore a 65 anni che hanno vissuto nelle aree urbane dello stato di Washington tra il 2011 e il 2019. Nella loro analisi, le ricercatrici confrontato la salute mentale dei partecipanti all’indagine alle diverse misure che quantificavano l’accesso agli spazi verdi e blu, come foreste, parchi, laghi e fiumi, all’interno delle aree dove riedevano. Quasi il 2% degli intervistati ha mostrato segni di grave disagio psicologico e il 19% ha riferito di avere una salute generale discreta o scarsa.
I risultati dello studio hanno dimostrato che avere solo il 10% in più di spazio forestale nella zona residenziale in cui si vive è associato a una riduzione del disagio psicologico grave, che riguarda problemi di salute mentale che richiedono cure e interferiscono con la vita sociale, il lavoro o la scuola delle persone. Inoltre, un aumento del 10% dello spazio verde, della copertura arborea, dei corpi idrici o della lunghezza dei sentieri riduce la possibilità che le persone anziane riferiscano che la loro salute generale era scarsa o discreta.
La Vegaraju evidenzia che «I nostri risultati suggeriscono che la perdita dei nostri spazi verdi e blu urbani dovuta alla rapida urbanizzazione potrebbe non avere solo un impatto ambientale ma potrebbe avere anche un impatto sulla salute pubblica».
Vegaraju e Amiri hanno presentato i risultati preliminari di questo studio al meeting annuale dell’American Academy of Neurology nell’aprile 2023. Quei risultati avevano esaminato solo la relazione tra grave disagio psicologico e distanza dallo spazio verde e blu più vicino. Nella versione finale dello studio hanno esaminato diverse misure aggiuntive, tra le quali la percentuale di spazio verde, copertura arborea, area forestale e spazio aperto, nonché la lunghezza dei sentieri. Hanno inoltre ampliato le loro analisi per esaminare come queste misure fossero correlate alla salute generale auto-valutata e per tenere conto delle differenze demografiche degli intervistati, come la razza e il livello di istruzione.
Sebbene altri studi abbiano esaminato il modo in cui la vicinanza alla natura potrebbe influire sulla salute, la Vegaraju fa notare che «Questo studio è uno dei primi a esaminare questa relazione negli anziani negli Stati Uniti. Le persone anziane sono particolarmente vulnerabili a problemi di salute mentale come la depressione, che ha dimostrato di aumentare il rischio di declino cognitivo e demenza. Hanno anche meno probabilità di ricevere cure per gestire le loro condizioni di salute mentale. Gli anziani con depressione, ansia o problemi di salute mentale sono noti per essere più resistenti agli interventi medici o alla terapia della parola, che sono i trattamenti di riferimento per queste condizioni. Se l’esposizione agli spazi verdi o blu potesse aiutare a prevenire, ritardare o addirittura curare la cattiva salute mentale negli anziani, dobbiamo considerarla più da vicino come un modo per migliorare i risultati di salute mentale in questa popolazione. Una potenziale soluzione potrebbe coinvolgere le prescrizioni naturali, una tendenza crescente che coinvolge gli operatori sanitari che forniscono ai pazienti raccomandazioni scritte per trascorrere del tempo all’aria aperta».
Amiri, che lavora anche per l’Institute for Research and Education to Advance Community Health, conclude: «Sono necessarie ulteriori ricerche per sapere esattamente come l’esposizione agli spazi verdi e blu possa portare a una migliore salute mentale e generale. Sto cercando di studiare il possibile legame tra l’esposizione alla natura e il declino cognitivo, che può essere un segno precoce del morbo di Alzheimer o della demenza. Si ritiene che l’esposizione agli spazi verdi e blu possa aiutare a rallentare il declino cognitivo, quello che vorremmo sapere è se l’esposizione agli spazi verdi e blu può influenzare direttamente la demenza o se può farlo riducendo i problemi di salute mentale che possono portare al declino cognitivo. In definitiva, spero che questa ricerca possa aiutare a risolvere le disuguaglianze sanitarie tra gli anziani provenienti da contesti socioeconomici inferiori, che potrebbero essere legate a un accesso ineguale agli spazi verdi e blu nelle aree urbane in cui vivono».