Caccia sui valichi in Lombardia: nuova bocciatura per Regione e cacciatori. Questa volta è del Consiglio di Stato
LAC: «L’ennesima buffonata decisa dai vertici di Regione Lombardia per tutelare la sola minoranza ricca dei cacciatori»
[5 Aprile 2024]
La Regione Lombardia, sostenuta da tutte le associazioni venatorie, aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC) per chiedere l’annullamento della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia che proibiva la caccia sui valichi montani e commissaria la Regione con un Commissario ad acta, individuato nella persona del Direttore Generale dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra).
Però anche il Consiglio di Stato boccia regione e cacciatori con un’ordinanza nella quale si legge che «La sentenza ottemperanda (Tar Lombardia, Sezione Quarta, n. 852 del 2003) ha accertato l’obbligo, in capo alle amministrazioni competenti, di individuare i valichi montani interessati dalle rotte migratorie presenti nel territorio della Regione Lombardia e di sottoporli a tutela assoluta, come stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 254 del 20 dicembre 2022; l’attività da svolgere in esecuzione della sentenza in discorso, pertanto, si concreta nell’accertamento di un fatto, costituito dall’individuazione dei valichi montani presenti nel territorio regionale interessati dalle rotte di Migrazione dell’avifauna, piuttosto che in una manifestazione di giudizio, sicché il potere esercitato
dall’Amministrazione non appare avere ad oggetto l’esercizio di discrezionalità tecnica, ma più propriamente può qualificarsi come accertamento tecnico; Ritenuto che sembra carente anche il requisito del periculum in mora, atteso che il danno paventato dall’appellante si concreta nel fatto che l’esecuzione della sentenza impugnata precluderebbe la caccia di selezione al cinghiale sugli altri valichi cui sarebbe estesa la tutela obbligatoria, laddove nella Regione Lombardia è comparsa la peste suina africana (PSA) che rappresenta la maggiore minaccia al comparto suinicolo a livello mondiale; Ritenuto, in proposito, che, come dedotto dalla Associazione Lega per l’Abolizione della Caccia, non sembra sussistere un effettivo rapporto tra l’esigenza di caccia ai cinghiali e la tutela dei valichi montani, ove non è provato siano stati mai abbattuti cinghiali, per cui, nel bilanciamento dei contrapposti interessi, l’esigenza paventata dall’Amministrazione appellante non può ritenersi prevalente sulla necessità di tutela della fauna migratoria». Per questo «Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, Sezione Sesta, respinge l’istanza cautelare».
Tagliente il giudizio della LAC: «L’ennesima buffonata decisa dai vertici di Regione Lombardia per tutelare la sola minoranza ricca dei cacciatori si è rivelata l’ennesimo spreco di denaro pubblico. Questo è successo anche grazie a dirigenti regionali ormai proni al servilismo delle frange venatorie più estremiste. Evidentemente a Milano proprio non riescono a capacitarsi di essere privati della possibilità di violare leggi e sentenze. La Regione infatti, affiancata da tutte le associazioni venatorie presenti sul territorio lombardo, ha presentato al Consiglio di Stato una richiesta di sospensiva della recente sentenza del Tar Lombardia (n.482-2024) che ha esautorato la Regione e l’ha obbligata ad affidare a un soggetto terzo l’istituzione dei valichi interessati dalla migrazione degli uccelli, come stabilito da 32 anni dalla legge nazionale n.157, legge che il Pirellone ha sistematicamente ignorato e aggirato per decenni. La sentenza del Tar era stata l’ennesima di una battaglia appunto trentennale che la Lega per l’abolizione della caccia sostiene perché la protezione dei valichi dalla caccia venga finalmente attuata, e oggi, il Consiglio di Stato con un’ordinanza ha respinto la richiesta di sospensiva presentata appunto da Palazzo Lombardia col sostegno di sette associazioni venatorie».
La Lac dice di aver «Sostenuto nuovamente le ragioni del diritto e della natura rappresentata ancora una volta dal solo avvocato Claudio Linzola, e le argomentazioni della truppa di legali dell’ente pubblico e dei cacciatori, compresa la ridicola necessità di dover cacciare proprio sui valichi – dove nessuno li ha forse mai visti – i cinghiali potenziali portatori della peste suina africana, sono fallite miseramente».
La Lac conclude chiedendosi: «Sarà la volta buona? Non lo crediamo, perché la Regione è già intenta anche quest’anno a portare avanti una sanatoria dei richiami vivi, a riaprire illegalmente gli impianti di cattura degli uccelli da richiamo (roccoli) e a consentire nuovamente la caccia a specie protette in tutta Europa (deroghe)».