Pomezia, paura amianto per l’incendio alla Eco X. Ma il Lazio non ha discariche per smaltirlo
Sono 12.770mila le tonnellate di rifiuti contenenti amianto prodotte in Regione in un anno, ma sul territorio non esistono impianti dove conferirlo
[8 Maggio 2017]
Il vasto incendio divampato nel deposito di plastiche, carta e altri materiali riciclati dell’azienda Eco X di Pomezia, a sud di Roma, sta per essere completamente domato solo dopo giorni di intenso lavoro da parte dei Vigili del Fuoco, che già alle 8:30 di giovedì scorso sono intervenuti sul posto con oltre 40 uomini e 17 mezzi per contenere l’emergenza: le fiamme hanno fatto collassare un deposito di circa 2000mq, al cui interno si trovava del materiale combustibile. «Questo è uno dei peggiori incendi di rifiuti degli ultimi anni e va fatta immediata chiarezza su cause e conseguenze – spiega Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio –, che possono essere molto gravi per il territorio interessato».
Alla densa nube nera sollevatasi dalla Eco X sono seguiti un diffuso monitoraggio ambientale da parte di Arpa Lazio e ordinanze con le quali il sindaco di Pomezia ha stabilito tra l’altro la chiusura precauzionale di tutte le scuole sul territorio nelle giornate di oggi e domani, l’evacuazione precauzionale da tutti gli edifici ricadenti in un raggio di 100 metri dall’impianto, il divieto del consumo di prodotti ortofrutticoli coltivati entro 5 km.
Trascorso il momento più acuto dell’emergenza, a far paura oggi è soprattutto il rischio amianto. «Se risulterà poi vero quanto affermato da alcuni testimoni che il tetto di uno dei due capannoni era ricoperto da eternit, l’evento – dichiara Gabriella Villani, vice presidente del Wwf Litorale laziale – assume un gravità estrema e chiama in causa anche la Regione Lazio che ancora non ha un piano operativo di bonifica del cemento-amianto». Ormai al proposito rimangono pochi dubbi («nelle coperture del tetto dei capannoni della Eco X era presente amianto incapsulato. Me l’hanno confermato i vigili del fuoco», spiega oggi sul Corriere della Sera il direttore del dipartimento prevenzione della Asl Roma 6, Mariano Sigismondi), ma le lacune non riguardano solo la pur essenziale fase di bonifica.
Come risulta evidenti dai dati pubblicati dall’Ispra nel suo ultimo Rapporto rifiuti speciali, non solo a Pomezia o a Roma ma nell’intero il Lazio non esiste neanche una discarica che abbia celle ad hoc per ospitare l’amianto derivante da bonifiche. Delle circa 340mila tonnellate di rifiuti contenenti amianto prodotte in Italia nel 2014 (ultimo anno per i quali sono al momento disponibili i dati), 12.770 sono laziali.
In tutta Italia esistono soltanto 22 impianti dove è possibile smaltire in sicurezza i rifiuti contenenti amianto: sono 19 le da celle dedicate in discariche per rifiuti non pericolosi, 3 in discariche per rifiuti pericolosi. Quelli adatti a ospitare i rifiuti da materiali da costruzione contenenti amianto (codice CER 170605) si trovano in Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata e Sardegna, mentre per altre tipologie di rifiuti contenenti amianto (codici CER 160111, 160212) la lista è ancor più stringata: Piemonte, Toscana, Marche, Puglia. Zero impianti in Lazio dunque, dove la paura per l’amianto è tanta ma neanche le migliaia di tonnellate di materiali già bonificate non possono essere smaltite in sicurezza.