[17/09/2009] News

Interrogazione Pd per fermare l'import di legname illegale dal sud del mondo

GROSSETO. La scorsa primavera Greenpeace denunciava in un dossier che una delle aziende italiane che avevano acquistato il carico di legname illegale di azobè (Lophira alata) proveniente dalla Liberia (la Interwood Srl) era tra quelle che avevano vinto il bando di gara pubblicato dalla Met.Ro di Roma per la manutenzione dell'armamento delle metropolitane della capitale, per un valore totale di 720.000 euro.

In seguito a quella denuncia la Metro S.p.A. si è impegnata formalmente a diventare "amica delle foreste" e con una lettera inviata a Greenpeace, Fsc Italia e al ministero dell'ambiente, ha dichiarato che negli acquisti lignei (quali traverse ferroviarie e legnami di armamento, mobili ed arredi) la società richiederà sistematicamente prodotti certificati Fsc (Forest stewardship council) e che analoga certificazione sarà richiesta nell'acquisto del 50% della carta per fotocopie (mentre il restante 50% sarà costituito da fibre riciclate post-consumo).

Partendo da quella vicenda Roberto della Seta, senatore Pd e capogruppo in Commissione Ambiente , torna sul tema del trasporto illegale di legname riferendo che «al momento si stima che il 20 per cento del legno che arriva sui mercati europei sia di origine illegale».
«Attraverso questi acquisti - sottolinea Della Seta - l'Europa si rende responsabile della scomparsa delle ultime foreste primarie, accelerando la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici. Senza parlare del ruolo della deforestazione nell'aggravare la povertà e le tensioni sociali nei Paesi in via di sviluppo».

Sulla base di queste considerazioni annuncia quindi un'interrogazione parlamentare per sapere dal governo «quali iniziative intende adottare affinché venga adottato un regolamento che obblighi gli operatori del mercato ad aderire a elevati standard ambientali e a rigidi sistemi di tracciabilità per fare in modo che l'Italia, proprio per il ruolo di principale porto d'ingresso del legno illegale sui mercati europei chiuda definitivamente questo traffico internazionale».

Della Seta aggiunge inoltre che è «doveroso che il governo italiano supporti politiche per la regolamentazione degli acquisti pubblici verdi per i prodotti legnosi e derivati del legno in modo che il denaro dei contribuenti non determini, neanche indirettamente, la deforestazione, il degrado delle ultime foreste del pianeta e non finanzi le organizzazioni criminali coinvolte nel traffico illegale del legno».
Ma l'Italia non importa solo legno pregiato proveniente da foreste primarie, bensì anche scarti che provengono dal settore dei rifiuti.

Dall'inserto Nova del sole 24 ore, dedicato al destino di rifiuti speciali si legge infatti che secondo le stime di Fise- assoambiente ammontano a ben 1,9 milioni le tonnellate (il 90% di quanto si stima prodotto) di scarti di lavorazione o rifiuti di circuiti particolari come quello dei Raee e delle batterie, che vengono portati all'estero, sono invece 580mila le tonnellate di legno che importiamo, ma di cui non si dice quale sia poi la destinazione finale.

Queste si aggiungono alle circa 1.600.000 tonnellate di rifiuti legnosi che Rilegno, il consorzio nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclaggio degli imballaggi di legno, intercetta attraverso le piattaforme e che vengono destinati a riciclo per diventare (per la gran parte) pannelli in truciolare utilizzati poi per la produzione di complementi d'arredo per l'industria del mobile o pasta cellulosica per le cartiere, compost per l'agricoltura, blocchi di legno-cemento per l'edilizia.
Dato che l'immesso al consumo per il solo settore degli imballaggi ammonta a 2.720.000 tonnellate, siamo ancora a percentuale di raccolto da avviare al riciclaggio che potrebbero essere migliorate, così da sostituire -laddove possibile- il legno vergine con quello recuperato dal circuito post consumo. Come del resto le direttive relative agli acquisti verdi già prevedono, anche se vengono largamente disattese.

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