[18/09/2009] News
LIVORNO. 181 tra i più grandi imprenditori e investitori del mondo, che insieme gestiscono attività per oltre 13 trilioni di dollari, hanno lanciato all'Onu a New York un appello comune per lottare contro il cambiamento climatico e chiesto azioni concrete.
La dichiarazione chiede un nuovo trattato, fortemente vincolante per ridurre l'inquinamento e concentrare i finanziamenti globali nelle tecnologie a basse emissioni di carbonio.
E' un ulteriore tassello nella strategia di alleanze tessuta dall'Onu verso il summit climatico di Copenhagen.
«Il cambiamento climatico è giustamente inquadrato sempre di più come il più grande fallimento del mercato. L'entità degli effetti economici negativi e la potenzialità che il cambiamento climatico si trasformi in una bancarotta del sistema finanziario globale, nonché in una minaccia per la vita sul pianeta e gli ecosistemi che la sostengono, sono note», ha detto Rob Tacon, presidente dalla Financial Initiative del Programma per l'ambiente dell'Onu (Unep-Fi), una partnership tra l'agenzia e più di 170 istituzioni finanziarie di tutto il mondo
Il documento chiede che un nuovo trattato globale sul clima che includa, un obiettivo di riduzione delle emissioni tra il 50 e l'85% per cento entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990, nonché il sostegno dei per l'efficienza energetica e le tecnologie low carbon. L'appello chiede anche azioni ed aiuti per ridurre la deforestazione e per le attività di adattamento al climata change.
Intanto un sondaggio pubblicato con il sostegno dell'Onu dimostra che quasi i due terzi delle persone di tutto il mondo credono che lotta contro il cambiamento climatico sarebbe una manna per l'economia.
La società GlobeScan ha intervistato circa 20.000 persone in 19 paesi di Africa, Asia-Pacifico, Europa, Nord America e America Latina , e dal sondaggio emerge che la maggioranza delle persone pensa che le nazioni nelle quali il governo agirà per affrontare il global warming saranno quelle che cresceranno di più.
Al Forum sui cambiamenti climatici dei grandi imprenditori era presente anche l'economista britannico Nicholas Stern, che è autore di un notissimo rapporto sul tema economia-global warming, secondo lui «Se non facciamo nulla per combatterlo, il cambiamento climatico pone una minaccia all'economia mondiale. Ma la costruzione di un'economia a basse emissioni di carbonio apre delle opportunità d'investimenti nelle nuove tecnologie che promettono di trasformare la nostra società nella stessa maniera che l'introduzione dell'elettricità e della ferrovia hanno fatto nel passato».
Il direttore dell'Unep, Achim Steiner, ha sottolineato che «La migliore scienza e i migliori economisti da qualche tempo dicono ai governi che per il cambiamento climatico è necessaria un'azione rapida e decisiva. Ora i leader sanno che un buon e trasformativo accordo a Copenhagen è un buon affare e che avranno anche l'opinione pubblica dalla loro parte».