[21/09/2009] News

La catastrofe ecologica a scoppio ritardato del naufragio del Madagascar

LIVORNO. Il naufragio della Gulser Anna (nella foto), un cargo turco di 285 metri colato a picco il 25 agosto in Madagascar, al largo di Faux Cap (Cap austral), mentre era in navigazione da Lomé, in Togo, verso l'India, sta provocando una catastrofe ecologica a scoppio ritardato.

Il naufragio aveva provocato lo sversamento di 383 metri cubi di carburante e di oltre 7.000 di rubricante, provocando successivamente la morte di tre balene.

Sul luogo del disastro sono stati chiamati a coordinare la bonifica 9 esperti stranieri della Tankers international oil pollution federation (Tiopf), ma secondo la radio nazionale malgascia il petrolio finito in mare ha comunque provocato un inquinamento grave che sta distruggendo anche le barriere coralline al largo della costa meridionale del Madagascar. All'inizio le correnti marine hanno fortunatamente portato petrolio ed inquinanti lontani dalla riserva marina di Cap Ste Marie e dai suoi fondali popolati di coralli.

Anche se gli esperti della Tiopf avevano assicurato che il naufragio non avrebbe provocato gravi conseguenze a medio e lungo termine, purtroppo non è ancora finita: la Gulser Anna, il cui equipaggio è stato tratto in salvo da una nave francese proveniente dalla Reunion, trasportava 39.000 tonnellate di fosfati, e la loro dispersione in mare starebbe ora provocando la morte di numerosi pesci, tanto che all'inizio di settembre il governo di transizione del Madagascar ha deciso di proibire la pesca al largo del mar australe per prevenire intossicazioni alimentari nella popolazione locale che vive in gran parte proprio di pesca.

Secondo gli ambientalisti malgasci i fosfati non sono direttamente nocivi per l'uomo, ma la loro abbondanza in mare dopo il naufragio accelererebbe la proliferazione e la decomposizione delle alghe, il che potrebbe favorire la produzione di tossine.

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