[22/09/2009] News toscana
FIRENZE. Se il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, (stasera ospite a Porta a Porta) voleva che le attenzioni dei quotidiani nazionali e locali e dell'intera città venissero poste sul merito dei contenuti della relazione tenuta ieri in Consiglio comunale, sicuramente c'è riuscito. Un lungo intervento suddiviso in 7 punti incentrato sui temi urbanistici e della mobilità infrastrutturale. E questo, come ha ricordato Renzi, è solo un assaggio, perché il 26 ottobre il sindaco presenterà la prima relazione alla città sui famosi 100 punti (l'appuntamento è già fissato all'Auditorium del Maggio Fiorentino). Temi urbanistici e della mobilità, ma non solo area di Castello con la Cittadella (termine che non piace a Renzi) viola e pedonalizzazione "hard" di Piazza Duomo. Il sindaco ha parlato della sua "vision" della città, della bellezza come punto di partenza (citando Pasolini), di cultura, di senso di appartenenza del cittadino, di vivibilità e di sostenibilità ambientale. Nello specifico ha accennato alla pedonalizzazione di Piazza del Carmine con la realizzazione del parcheggio sotterraneo, delle aree da riqualificare del Panificio Militare e della Manifattura Tabacchi, di cinema nel centro storico (ne sono stati chiusi troppi) e del no alla multisala del cosiddetto Multiplex; sempre sui temi urbanisti ci ha proposto il rilancio dell'area Mercafir e la valorizzazione della residenza in centro (dove gli affitti sono troppo cari). E poi, argomento atteso, il sindaco ha spiegato il sì dell'amministrazione alla "Cittadella" viola a Castello, ponendo le sue condizioni: evidenza pubblica con il lancio probabile di un'operazione di project; il rischio d'impresa di questo progetto se lo assume il privato, e ai cittadini non deve costare un euro, e i volumi complessivi previsti per Castello non cambiano. Ma su quest'area convivono già attualmente diverse funzioni, non proprio in sinergia: aeroporto, autostrada, parco della Piana e quindi molti dubbi dovranno essere sciolti, al di la dei pronunciamenti della magistratura. Sui temi della Mobilità Renzi ha parlato di rilancio del trasporto metropolitano su ferro, della scelta strategica rappresentata dalla tramvia (ma bisogna procedere più velocemente) con lo spostamento fino al Polo Universitario di Sesto della linea 2, della pedonalizzazione di Piazza Duomo definita un "gesto di riconciliazione con la città", anche se è necessario capire nel dettaglio come si intendere servire l'area centrale di Firenze attraverso l'utilizzo del mezzo pubblico. Renzi ha poi riparlato del progetto "tubone", ovvero un collegamento in parte interrato tra il viadotto del Varlungo ed il Viadotto all'Indiano (anche se questo rimane un progetto non per l'immediato), di realizzazione di parcheggi scambiatori.
Alla luce di questo quadro complesso, abbiamo chiesto a Fausto Ferruzza, direttore di Legambiente Toscana se è piaciuta l'idea di città illustrata da Renzi «Beh! Intanto metodologicamente segnala uno scarto evidente con gli usi amministrativi del recente passato. Una relazione, quella di Renzi, sulla "Firenze che verrà" per certi versi sorprendente: certamente né anonima né neutra».
Ma nel merito è piaciuta a Legambiente?
«Sul piano delle decisioni annunciate, non possiamo che incassare con soddisfazione due risultati importanti, per i quali Legambiente si è da lungo tempo battuta. La prima: l'idea di pedonalizzare Piazza Duomo. A patto che si tratti di una pedonalizzazione vera, completa e senza sconti. E a patto che si chiarisca bene quale sia la soluzione alternativa prospettata per l'irrinunciabile linea 2 della tramvia. La seconda: l'idea di rinunciare una volta per tutte alla disgraziatissima costruzione del multiplex di Novoli. A patto che contestualmente si rilanci l'idea di collocare in questo contenitore (oggi posto sotto sequestro dalla Magistratura) un grande spazio di aggregazione culturale e artistica della contemporaneità. Popolare ma non dozzinale. Aperto ai contributi delle giovani generazioni e ancorato ai bisogni più profondi del nuovo Quartiere di Novoli San Donato. E senza ulteriori sbandamenti sul piano commerciale/consumistico. Su queste grandi sfide urbane, il Sindaco troverà sempre in Legambiente un interlocutore critico, vigile e attento, ma mai banale».
E fin qui le note positive, immaginiamo che i punti critici siano relativi all'area di Castello e alla Cittadella viola?
«Diciamo che emergono preoccupazioni e dubbi. Cosa vuol dire (citiamo testualmente): "Abbiamo dato la nostra disponibilità a lavorare di concerto con le altre amministrazioni comunali e qualora si fosse individuata un'area al di fuori del territorio del comune di Firenze in grado di corrispondere alle esigenze di cui abbiamo parlato noi non avremmo avuto alcuna indisponibilità (...) E' evidente che se questa discussione al di fuori del comune non c'è e torna nelle aree del comune, l'unica area che può costituire il cuore di questo progetto è l'area di Castello." Se c'è stata indisponibilità da parte delle altre Amministrazioni comunali dell'area fiorentina a parlare di questa collocazione strategica, venga detto con chiarezza. Cosa significa: allora l'unica area possibile è Castello? E ancora: come si concilia l'affermazione categorica per la quale nel progetto di cittadella non può esservi dimensione residenziale con le ambizioni dei Della Valle di fare di questo progetto una grande occasione "di sviluppo" per Firenze? Qui saremo sin d'ora categorici, a nostra volta. Se lo Stadio nuovo ha da esser collocato in questa area fragilissima della città (l'ultima superficie scoperta, lo ricordiamo, della Piana fiorentina entro i confini comunali), ciò che certamente non può essere intaccata è la superficie del Parco. Non un metro quadro ha da essere di nuovo messo in discussione. Il Parco è ormai un dato di fatto: e quando il Sindaco dice che non si può sempre rimettere tutto in discussione siamo d'accordo con lui. Legambiente peraltro, nella Piana, è nata figliando anche più di un Circolo su questo assunto fondamentale: che il Parco dell'area metropolitana possa diventare la nuova grande scommessa di vivibilità delle popolazioni locali. Una grande sfida basata sulla centralità dell'ecosistema, ossia sulla rete ecologica che collega l'Arno e il progetto delle Grandi Cascine al grande sistema palustre dei Renai e delle aree umide settentrionali di Focognano e della Querciola». A questo proposito, va segnalata una lacuna vistosa: di Cascine il sindaco non ha parlato affatto. Eppure il polmone verde più ampio della città avrebbe bisogno di una grande riqualificazione, se vogliamo davvero prendere ad esempio i grandi parchi urbani delle città europee più avanzate sul piano della sostenibilità.