[30/09/2009] News toscana
GROSSETO. L'edizione che si è appena svolta di Puliamo il mondo, l'iniziativa di volontariato che ogni anno organizza Legambiente per richiamare all'impegno civile per la cura del proprio territorio, aveva quest'anno come slogan la frase: «smettiamola di nascondere i problemi». Un monito importante e da tenere in considerazione quando si parla di problemi ambientali come quello relativo ai rifiuti, ma non solo ad essi.
Un monito che pare aver fatto proprio l'Assessore all'ambiente della regione Toscana, Anna Rita Bramerini, che scrive stamani una lettera al Tirreno, accogliendo l'invito del direttore del quotidiano toscano Roberto Bernabò, che nel suo editoriale di domenica poneva alla politica la sfida di decidere e agli imprenditori di fare il proprio mestiere. L'assessore Bramerini assumendosi l'impegno di svolgere il ruolo che alla politica è demandato, rilancia la sfida agli organi di stampa di mettere nei conti la necessità di fare assieme alle istituzioni una corretta informazione, rinunciando cioè a titoli d'effetto per evitare di creare «una delle condizioni- una, non certo l'unica - che rende difficile se non impossibile realizzare i necessari impianti».
Una sfida «che chiede impegno per contrastare quel partito trasversale del contro che, di fronte all'evidente deficit infrastrutturale del settore, costituisce una delle concause che favoriscono la criminalità ambientale, e gioca sulle comprensibili preoccupazioni dei cittadini per bloccare o ritardare la realizzazione degli impianti di trattamento dei rifiuti, compresi quelli di minore impatto».
Insomma tornando allo slogan, smettiamola di nascondere i problemi. Perchè i problemi ci sono e ci sono in tutti i campi: nella politica che tergiversa per non perdere consenso sino a raggiungere situazioni grottesche di totale incoerenza; nelle imprese che giustificano il loro non operare per la mancanza di soluzioni e chiudono un occhio affidandosi a smaltimenti quantomeno dubbi; nei cittadini organizzati in comitati che guardano spesso il dito e non la luna; negli organi d'informazione che indulgono sovente più allo scoop che non alla sostanza e trattano a seconda dei casi lo stesso problema con approcci diversi. Con le dovute eccezioni naturalmente e i doverosi distinguo per tutte le categorie citate e la completa assunzione di responsabilità di non poter certo essere nella condizione di scagliare la prima pietra.
Il punto è allora quello di smettere di nascondere i problemi e provare ad affrontarli, ognuno per la propria parte e il proprio ruolo, tenendo conto della complessità che i problemi pongono non solo ora e qui, ma anche da qualche altra parte e per qualcun altro, e tentare di operare una sintesi, per arrivare alla soluzione. Avendo sempre la consapevolezza che le soluzioni potranno sempre essere perfettibili e che però non esistono pasti gratis.
Alcuni casi ce li pone la cronaca odierna, per rimanere solo al tema rifiuti: la cartiera Lucart che non proprio elegantemente minaccia di andarsene da Diecimo perché non ha potuto realizzare un impianto che avrebbe permesso di smaltire i fanghi prodotti dal processo di lavorazione che ricicla carta post consumo, a causa dell'opposizione «pregiudiziale e infondata al progetto capeggiata dagli enti locali». Opposizione sostenuta anche da comitati e associazioni ambientaliste che se non si tratta del loro giardino, quando giustamente chiedono maggiori sforzi per differenziare i rifiuti, non si soffermano sul fatto che questi poi devono obbligatoriamente andare a riciclaggio e che questa operazione crea a sua volta inquinamento e altri rifiuti che devono essere trattati e poi smaltiti. E la raccolta della carta non esula da questo circuito.
O il ritrovamento di tre lastre contenti amianto in malo modo impacchettate su una piazzola a Pelago, per cui il consigliere comunale della Lista civica Luca Vigni richiama la necessità di «incentivare la bonifica». Passaggio ineluttabile senza dubbio, quello della bonifica, come è altrettanto ineluttabile sapere dove poi andare a smaltire quello che dalla bonifica risulta; problema che pare non porsi il consigliere comunale e che crea agitazione ogni qual volta e ogni dove si progetti di creare il modulo per questo tipo di rifiuti nelle discariche di pertinenza, come del resto la legge regionale prevede.
Casi complessi presi ognuno per sé e che si rischia anche di banalizzare nel riportare sinteticamente come esempio ma che rendono bene l'idea di come la mancanza di decisione politica cui conseguano fatti certi assieme alla sensibilità accresciuta verso l'ambiente senza che questa sia sostenuta da una visione allargata dei problemi, (condita con un approccio spesso poco colloquiante con il territorio da parte delle imprese e un mancato approfondimento da parte dell'informazione), portano al risultato che abbiamo sotto gli occhi e che l'assessore Bramerini ha senza remore descritto: «un paese che è in grave ritardo rispetto al resto d'Europa, in cui la Toscana, bisogna dirlo, non fa eccezione».
Smettiamola allora di nascondere i problemi e chiamiamo ognuno alla propria responsabilità, nessuno escluso.