[30/09/2009] News

"Compensazioni" delle emissioni o moderne indulgenze? (I)

RIETI. L'istituto britannico Global Commons Institute (Gci) ha una ricetta precisa per la giustizia climatica e per la sopravvivenza di tutti: "Eguali emissioni di gas serra per ogni cittadino del mondo".
Nel caso dell'occidentale medio e perfino nel caso dell'occidentale ecologista, l'obiettivo di eguali e sostenibili emissioni pro capite significa soprattutto una cosa: tagliare, tagliare, tagliare. Un italiano medio, fra le emissioni direttamente collegate ai consumi energetici e quelle indirette incorporate nel resto dei consumi di beni e servizi, dovrebbe tagliare circa il 90% essendo intorno a 10 tonnellate annue. Quanto a noi, dopo il mese di calcolo (suggerito da questa rubrica a metà luglio) siamo riusciti ad avere un'idea della nostra responsabilità climatica annua? Abbiamo capito su quale ordine di grandezza stiamo? Non tanto lontani purtroppo dalle nove tonnellate e mezza annue dell'italica media?! O a cinque? O a tre? E a partire da luglio quanto abbiamo tagliato, anche avvalendoci dei calcoli proposti dalla qui presente rubrica?
A questo punto, sorge una domanda: esiste una bacchetta magica che ci permette di "condonare" una parte delle emissioni di gas serra una volta fatte, ovvero di "neutralizzarle" piuttosto che non farle?

Si parla molto di compensazioni (offsets in inglese), nei settori più disparati e a tutti i livelli: individuale, aziendale, territoriale. Ormai diverse imprese propongono anche ai singoli la "neutralizzazione" delle emissioni. La promessa è seducente: al prezzo di pochi euro si otterrebbe l'azzeramento delle colpe climatiche. Paghi qualcosina per far piantare alcuni alberi assorbicarbonio - in genere in Costarica...ma quant'è grande quel paese? - o per regalare a qualche povero del Sud del mondo delle lampadine a risparmio energetico che lo renderanno meno inquinatore, ed ecco che ti vengono condonate tonnellate su tonnellate di gas serra prodotte dal tuo modo di vivere, mangiare, spostarti...C'è anche chi si autorganizza e a ogni viaggio aereo si porta in borsa appunto un certo numero di lampadine a basso consumo da regalare per compensare appunto il viaggio.

La speranzosa idea è che lo stile di vita occidentale possa essere così reso neutrale per il clima. Ma funziona davvero così? Chris Goodall, autore di How to live a low carbon life (Come vivere una vita a basso carbonio), ci indica i trabocchetti.

Prima di tutto, com'è che l'offset costa così poco? Un italiano pagando meno di 100 euro all'anno potrebbe condonarsi tutte le nove tonnellate e mezza emesse...Allora questa rubrica non avrebbe più senso! Non solo gli italiani ma la stessa Italia, pagando 5 miliardi di euro (bruscolini per uno stato) ogni anno, potrebbe cancellare i 500 milioni di tonnellate di gas serra di cui è annualmente responsabile...

In genere le imprese specializzate in neutralizzazioni offrono di piantare alcune alberi. Ma non è così facile...L'effetto di neutralizzazione delle emissioni si ha solo se il nuovo albero per la quale si paga pagata è davvero aggiuntiva, non sarebbe altrimenti esistita. Non vale invece se si tratta di alberi che vengono comunque piantumati oppure che nascono da nati da soli come spesso succede in Italia, dove il patrimonio boschivo è in aumento. E c'è dell'altro: bisognerebbe garantire (e chi può farlo?) che quel dato albero rimarrà piantato nei decenni; una volta tagliato, infatti, il carbonio che ha immagazzinato sarà restituito all'atmosfera.

E quanto a pagare per le lampadine risparmiose in qualche paese povero che non le ha? Ebbene, ormai la loro diffusione è ben più massicciamente garantita dagli stessi governi...E poi chi assicura che davvero la lampadina per la quale pago sostituisca una lampadina incandescente e che invece non creino un punto luce in più o un consumo di qualche ora in più? Lo stesso vale per il finanziamento di impianti di rinnovabili e simili.

Dunque l'effetto generale degli offset potrebbe essere di rendere più difficile per le persone il consumare meno: deresponsabilizzare.

D'altra parte però ci dicono che un ettaro di bosco può rimuovere (una volta adulto) fino a 6 od 8 tonnellate di CO2 all'anno. Dunque quando funziona piantare gli alberi? Secondo Goodall, se riusciamo a piantare o a far piantare alberi durevoli su un terreno che altrimenti sarebbe stato cementificato oppure coltivato. Questo è uno dei modi più efficaci di tagliare carbonio. Insomma: se compriamo 3.000metrio quadrati di terra brulla a rischio cemento (o campo da golf...) e la riempiamo di alberi longevi da non toccare più se non per curarli ci condoneremo due tonnellate all'anno...Un ettaro di terreno con boschi alto fusto in 100 anni salverà 600 tonnellate, al ritmo di 6 all'anno..

Ma, ed è l'ultimo punto debole degli offset, quanta terra è disponibile per le piantumazioni a scopo indulgenza? Se tutti i cittadini italiani si volessero condonare due tonnellate all'anno bisognerebbe piantare 20 milioni di ettari. Un terreno che non c'è! Dunque, condonarsi le emissioni rimane un privilegio di pochi, soprattutto a livello internazionale. Ridurre le emissioni a monte è invece una possibilità di tutti.

Sempre secondo Goodall, un buon modo di neutralizzare le emissioni è investire in progetti di generazione a zero emissioni o quasi zero visto che niente è indolore: come l'eolico o il fotovoltaico. E un altro modo per compensare è riuscire ad abbattere ad esempio le emissioni collettive, nel nostro luogo di lavoro o studio o trasporto. Pro quota, la riduzione di cui ci possiamo attribuire il merito va a scalare emissioni dal nostro budget.

 (continua. 1)

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