[01/10/2009] News toscana
FIRENZE. La commissioni ambiente e territorio e la commissione speciale sui rifiuti presiedute rispettivamente da Erasmo D'Angelis (Pd) e Paolo Marcheschi (Fi-Pdl) sono andate a "scoprire" cosa fa la Revet, l'azienda di Pontedera specializzata nella raccolta, trattamento e recupero dei materiali. Durante il sopralluogo si è parlato delle strategie dell'azienda illustrate dal presidente Valerio Caramassi «Nel nostro Piano industriale è prevista la rimessa in moto dell'impianto di riciclo che verrà potenziato nella sua fase di selezione e trattamento e se tutto va bene saremo in produzione tra un anno». I prodotti potranno essere tavoli, sedie, fioriere, staccionate, barriere fonoassorbenti e molti altri ma indipendentemente dal manufatto è necessario un mercato attento che si indirizzi verso questa tipologia di acquisti. E questa è la nota dolente, almeno ad oggi, in Toscana visto che gli enti pubblici spesso hanno fatto l'orecchio da mercante e la politica si è dimenticata di questo anello fondamentale per la chiusura del ciclo, concentrandosi magari su altre fasi. «Raccogliere non significa riciclare- ha continuato Caramassi- Quale che sia il contenitore e il metodo che si vuole utilizzare, che sia a cassonetto o il porta a porta, è dalla qualità di quello che viene conferito che dipende quanto davvero si può riciclare. Qualità che poi deve andare a braccetto con la 'tracciabilità", bisogna capire dove vanno a finire quelle 800mila tonnellate di materiale raccolto in modo differenziato che poi non trova sbocchi in prodotti sul mercato toscano» ha concluso il presidente di Revet.
In buona sostanza, bisogna far vedere ai cittadini che fanno la raccolta differenziata come i loro sforzi trovino poi un'applicazione pratica. Il messaggio alla politica ci pare chiaro: le aziende del settore, ancorché illuminate, da sole non ce la possono fare. Non dimenticando mai le strategie per la riduzione dei rifiuti, è necessario accendere i riflettori su tutta la filiera a valle, investire in ricerca e creare un mercato per i prodotti del riciclo. Solo in questo modo si potrà dire di aver fatto un passo avanti per la tutela ambientale. Questa impostazione pare condivisa dal presidente della commissione Ambiente Erasmo D'Angelis: «Incentivare la qualità della raccolta differenziata che in Toscana tocca il 36 per cento, spingere sul riuso favorendo la riduzione e frenare così il trend di crescita degli urbani, sono le mosse da fare per chiudere il ciclo e rendere sicuro il nostro sistema di smaltimento. Le nostre potenzialità - ha concluso D'Angelis - sono enormi ma le istituzioni per prime devono essere maestre attraverso l'acquisto di materiali riciclati». Il presidente della commissione Speciale sui rifiuti Marcheschi coglie in pieno l'input che è venuto dall'azienda di Pontedera: «la visita di oggi conferma che occorre incentivare non tanto gli strumenti di raccolta, quanto il potenziamento del mercato del riuso. La differenziata è utile ma insufficiente per marcare obiettivi di un ciclo economicamente efficiente e compatibile con l'ambiente» ha concluso Marcheschi.