[02/10/2009] News
LIVORNO. «Disastro annunciato» è la frase che più ricorre nei commenti dei cittadini di Messina che sono scampati all'ennesimo nubifragio italiano che fa smottare montagne, case e piazze.
Un Paese fragile e fragilizzato, indurito dal cemento, dalla speculazione e dall'abusivismo condonato ed incondonabile, che la pioggia spappola portandosi dietro vite e beni, distruggendo famiglie e risucchiando i soldi di uno Stato incapace di investire davvero in prevenzione, gestione del territorio, buona urbanistica, e soprattutto in quella che dovrebbe essere da anni la grande opera pubblica italiana akla quale dedicare sforzi, fondi e politiche: il recupero di un territorio dissestato e devastato dalla furbizia e dall'incuria.
Il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza è costretto ad intervenire per l'ennesima volta con rabbia e dolore, per spiegare le notissime cause di una tragedia annunciata: «Bastano poche piogge per provocare una tragedia. Il nostro Paese paga un altissimo prezzo per aver devastato il territorio con enormi e incontrollate colate di cemento. Esprimere tutta la nostra solidarietà alle famiglie delle vittime non basta. E' necessario insistere per risalire alle responsabilità e tornare sulla necessità di investire nella manutenzione del territorio. Lo scorso anno la tragedia per il maltempo si è avuta a Cagliari, ora a Messina, ma non c'è parte del territorio italiano che non abbia conosciuto nel tempo gli effetti della cattiva gestione del suolo. Ma quel che è più grave, è che da nessuna parte appaiono positivi segnali di cambiamento. Eppure non possiamo più aspettare. È necessaria una forte assunzione di responsabilità e una chiara volontà politica per cambiare indirizzo. A partire dallo strumento del Piano Casa, in molti casi da ripensare e modificare in nome dell'equilibrio idrogeologico, della sicurezza e della sostenibilità, e dall'unica, urgente e necessaria grande opera pubblica: la messa in sicurezza del territorio».
Anche Francesco Ferrante, dell'esecutivo nazionale degli Ecologisti democratici esprime «Dolore, cordoglio per le vittime, ma anche rabbia per un disastro prevedibile e che si poteva e doveva evitare. In questo paese sono troppe le situazioni in cui il connubio disastroso tra dissesto idrogeologico e abusivismo tollerato, se non incentivato grazie ai numerosi condoni e alle complicità locali, determinano una situazione di rischio che troppo spesso diventa concreta tragedia con il suo carico di morti, sofferenze e dolore. E' proprio per questo che non possiamo accettare che per il dovuto cordoglio qualcuno chieda di non sollevare polemiche che invece sono necessarie. C'è soltanto una grande opera davvero indispensabile (altro che Ponte sullo Stretto!) ed è rappresentato dalla messa in sicurezza del territorio e la difesa del suolo. Proprio quei temi dai quali questo governo continua a drenare risorse: manifestando un comportamento grave, reticente ed irresponsabile".
Gli fa eco il responsabile ambiente del Pd, Ermete Realacci: «Siamo vicini alle famiglie delle vittime e ai tanti cittadini che stanno vivendo in questo momento ore drammatiche. Ancora una volta paghiamo un prezzo altissimo a causa dell'incuria e della cattiva gestione del nostro territorio. L'Italia è un paese fragile, a grave rischio idrogeologico, ferito in molte aree dall'abusivismo edilizio e dalla cementificazione incontrollata. E non aiuta certo il futuro il fatto che il Governo Berlusconi abbia tagliato drasticamente i fondi, già insufficienti, per la protezione del territorio che sono passati dai 510,5 milioni di euro del 2008 ai 93,2 previsti per il 2011».
«Il nostro dovere in queste ore drammatiche per Messina è la pietà per i morti e l'aiuto rapido ed efficace a tutte le vittime delle frane. Ma questa diventa pura retorica se insieme non si dice la verità sulle cause di quanto è accaduto: che sono l'abusivismo edilizio, la cementificazione selvaggia del territorio, spesso assecondata da governi, regioni, province e comuni». Lo afferma il senatore del Pd Roberto Della Seta, capogruppo in Commissione Ambiente.
"Proprio la Sicilia - continua l'esponente ecodem - è una di quelle regioni italiane che ha visto negli ultimi decenni gli assalti peggiori al territorio, con case venute su più o meno illegalmente, in aree ad altissimo rischio idrogeologico. Un mal governo che trova conferma anche nel piano casa regionale in discussione in queste settimane, nel quale è prevista la possibilità di ampliare ulteriormente gli edifici realizzati in zone vincolate e quelli abusivi e poi condonati".
Per Della Seta " la destra al governo, a Roma come a Palermo, ha le colpe più gravi: gli ultimi due condoni edilizi portano la firma dei governi Berlusconi e il piano casa nazionale preannunciato qualche mese fa e le leggi regionali varate nelle regioni dove governa il centrodestra vanno nella stessa direzione".