[05/10/2009] News

Grecia, poco ambiente nella vittoria del Pasok. Tiene la sinistra, fuori i verdi “autarchici”

LIVORNO. Nel giorno del clamoroso ripensamento irlandese e della vittoria del Si nel referendum sul Trattato europeo, dopo la vittoria con perdite in Portogallo e la sconfitta rovinosa in Germania, la socialdemocrazia europea tira un sospiro di sollievo con il successo in Grecia del Movimento socialista panellenico (Pasok) che riporta la dinastia dei Papandreu al potere.

Le bandiere verdi che domenica hanno invaso le strade di Atene non devono però trarre di inganno, in Grecia non c'è nessuna svolta ambientalista, tutto rimane all'interno di una politica tradizionale, se si esclude il buon risultato della coalizione della  nuova sinistra Synaspismós Rizospastikís Aristerás (Syriza) che era comunque già una presenza consolidata dalle scorse elezioni e che ha, a differenza degli ortodossi comunisti del Kke, una piattaforma ambientalista.

Il 43,94% dei voti consegnano al Pasok, con il premio di maggioranza, 160 seggi che dovrebbero permettergli di governare comodamente, ma il passaggio di voti avviene tutto all'interno dei due partiti maggiori, infatti il centro-destra di Nea Domocratia ottiene il 33,48% e 91 seggi, praticamente lo stesso risultato del Pasok di 4 anni fa, quando i socialisti erano al 33,8.

Festano fermi  il Kke con il 7,54%  e 21 deputati, non aumenta fortunatamente nemmeno l'estrema destra ortodossa del Laos che si ferma al 5,63% ed a 15 seggi, mentre Syriza arriva al 4,53% dei voti e aumenta di un deputato raggiungendo i 13 seggi.

Nuovamente fuori del parlamento i verdi greci che scelgono la strada dell'autarchia, rifiutano ogni "contaminazione" a sinistra e si condannano da anni, con un risultato percentualmente simile a quello al quale ci aveva abituato il Sole che ride italiano (2,53%) ad una marginalità che non incrocia né la nuova sinistra, né il percorso originale dei verdi tedeschi dai quali hanno copiato il simbolo del girasole. Il raffronto greco è nuovamente sconsolante anche per la sinistra "radicale" italiana perché conferma che, pur con una battaglia elettorale al centro e monopolizzata da Pasok ed Nd, esiste in tutta l'Europa occidentale uno spazio superiore al 10% per le forze a sinistra della socialdemocrazia. Ovunque meno che in Italia, dove manca anche una forza socialdemocratica ed i verdi sono ormai al lumicino.

Sembra esserne consapevole anche il vincitore Papandreu, che ha fatto una campagna elettorale "classica", basata su giustizia sociale e aumento del potere di acquisto dei lavoratori, che sa che da sinistra potrebbero venire non pochi grattacapi nel prossimo futuro. Infatti, il nuovo primo ministro si è affrettato subito a dire: «Chiamiamo tutti i greci e le forze progressiste ad unire le loro forze in vista di un cambiamento capitale nell'interesse della Grecia. Niente sarà facile, ma possiamo agire insieme e far fronte ai problemi».

La sconfitta dei conservatori è la peggiore dalla fine della dittatura fascista: Nuova democrazia ha pagato caro sia gli scandali che la crisi economica, ma anche le proteste dopo l'uccisione di un ragazzo anarchico da parte della polizia e l'inefficienza dimostrata nei grandi incendi che hanno devastato il Paese e la sottovalutazione dei problemi ambientali, nonostante un suo esponente Stavros Dimas sia stato un discreto commissario all'ambiente della Commissione europea che ora con tutta probabilità rischia il posto.

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