[05/10/2009] News
LIVORNO. Quattro consiglieri regionali del Popolo della Libertà eletti in provincia di Oristano, (Diana, Oscar Cherchi, Domenico Gallus e Gabriella Greco), freschi freschi di voto a favore del Piano casa sardo che permette di costruire entro i 300 metri dal mare e i 150 nelle isole minori, non hanno trovato di meglio che stigmatizzare il (momentaneo) silenzio del loro presidente della giunta regionale, Ugo Cappellacci, sulla realizzazione di un parco eolico off shore al largo della spiaggia di Is Arenas e delle coste del Sinis. Castellacci era colpevole di non aver preso posizione contro quello che i 4 consiglieri, appoggiati da Pdl oristanese, Federconsumatori e Coldiretti considerano evidentemente uno scempio ultramarino da evitare, magari per non disturbare la vista alla villettopoli diffusa per la quale avevano votato poche ore prima.
Non manca nemmeno la contrarietà della deputata del Partito democratico Caterina Pes: «A più riprese ne ho sollecitato l'intervento, perché prendesse pubblicamente posizione sulla realizzazione dell'ecomostro. Eppure ad oggi, a soli sei giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle opposizioni al parco eolico di Is Arenas, il presidente tace. Ad oggi non ci è dato conoscere la posizione della giunta regionale in merito a una così rilevante questione. È una scelta simbolica e strategica, quella del silenzio del presidente Cappellacci? Significa abbassare il capo, dire sì a qualunque forma di speculazione sulla nostra terra? Non si può rispondere in maniera ambigua: può solo dire sì o no a questa proposta, e non c'è tempo da perdere». Altrimenti verrà presa per buona la formula del «silenzio-assenso».
Ma i quattro consiglieri del Pdl sull'eolico sono più che disposti alla battaglie bipartisan e si dichiarano «Fermamente contrari ai giganti dell'energia eolica. È un paradiso della costa oristanese, un angolo incontaminato di mare che non può essere offeso e danneggiato dalla realizzazione di un impianto eolico off shore».
Mentre Federconsumatori chiede «Un'opposizione forte in favore di una maggiore tutela dei consumatori sardi, considerato il pregiato valore del tratto costiero».
Chissà se tra questi consumatori ci sono anche coloro che vogliono costruire entro i 300 metri dal mare?
Alla fine Castellacci è intervenuto e si è schierato col fronte del no: «In linea generale - ha spiegato Cappellacci - siamo favorevoli alle energie alternative (quindi anche al nucleare? Oppure è solo ignoranza relativa ai concetti di energia ‘rinnovabile' e ‘alternativa'? ndr), ma non quando, come in questo caso, lo scopo di tutelare l'ambiente verrebbe in pratica tradito dal compimento di un orribile sfregio al paesaggio. Non si può pensare che il mero fatto di produrre energia pulita rappresenti una sorta di passepartout per realizzare simili mostri come e dove si vuole. Anche questo sarà un elemento di distinzione rispetto al passato: i principi enunciati non devono essere traditi dai comportamenti concreti. Quel tratto di costa é e deve restare una delle più belle cartoline della nostra isola. Non possiamo accettare né una grave alterazione dello skyline e del paesaggio, né le ripercussioni sulle esigenze di navigazione e della pesca, né che simili decisioni vengano prese in spregio al netto dissenso espresso dalle comunità locali».
Impresionante, detto dallo stesso uomo che aveva appena varato una Piano regionale che permette di costruire nelle "cartoline" e nello skyline che vuole salvare a tutti i costi da pale eoliche che sarebbero costruite in mare.
Il fronte antieolico è comunque vasto: province di Oristano e del Medio Campidano, partito indipendentista Irs, Federconsumatori, sindaci di Cuglieri, Narbolia e S. Vero Milis, il consigliere regionale Mario Diana (Pdl), l'europarlamentare dell'Idv Giommaria Uggias, i parlamentari Pdl Mauro Pili, Bruno Murgia e quelli del Pd Giulio Calvisi e Caterina Pes.
Cappellacci ha annunciato iniziative politiche e giuridiche contro l'istanza presentata dalla Is Arenas renewable energies.
Ma se le infrastrutture energetiche in alto mare non piacciono, quelle "classiche" a terra sono molto ambite dagli stessi soggetti ed evidentemente non sono dannose per l'ambiente ed il paesaggio. Infatti, proprio nel nuorese sta montando la protesta dopo che venerdi scorso Berlusconi e Cappellacci hanno firmato l'intesa sulle "grandi opere" in Sardegna che prevede il raddoppio della Sassari-Olbia e lo "scongelamento" di 3,8 miliardi di fondi Fas, ma Udc e Pdl si sono lamentati perché il Nuorese è stato tagliato fuori dalle nuove colate di cemento e asfalto pubblico.
L'Udc Roberto Cappelli sempre battagliero quando c'è da spalmare cemento, ha chiamato a raccolta l'"altra Sardegna", in polemica con Cagliari e Sassari e se non ci saranno interventi "riparatori" minaccia conseguenze e protesta politica in regione: «Ritengo - dice Cappelli - sia giunto il momento che le forze politiche, sociali, economiche, i cittadini dell' "Altra Sardegna" si incontrino per formulare immediatamente una proposta di intervento straordinario che favorisca la vera rinascita del centro-nord Sardegna, senza sterili ed inutili contrapposizioni, ma con la giusta coesione e decisione. E ciò anche a costo di fare, ciascuno di noi, un passo indietro: non tutti avremo l'università sotto casa, il porto o l'aeroporto in periferia, il centro di eccellenza sanitario, gli alberghi a 5 stelle o le industrie del futuro. Ognuno di noi dovrà rinunciare a qualcosa, ma sicuramente otterremo per tutti strade e ferrovie sicure e decenti e una corretta valorizzazione delle diverse vocazioni del nostro territorio. Allora diamo l'esempio come nuoresi: sosteniamo i galluresi, i sassaresi, gli ogliastrini, gli oristanesi nelle loro legittime e condivisibili rivendicazioni».
Il Pd dubita addirittura che i fondi contesi ci siano davvero e fa rimarcare che la nuova intesa fa riferimento a quella firmata nel 2002 da Berlusconi con l'allora presidente forzitaliota Mauro Pili, soldi che non avrebbe mai visto nessuno. Rincara la dose il deputato dell'Idv Federico Palomba: «Siamo ormai abituati ai funambolismi del governo sui fondi, spostati da un posto all'altro, sempre gli stessi, mai effettivamente erogati perché altrimenti non si potrebbero più esibire. Soldi veri erano quelli stanziati da Di Pietro nel 2007 per le stesse opere, soldi poi fatti sparire e ora riapparsi come fantasmi».
Ma tra tante grandi opere, piani casa mangia-coste, mega-infrastrutture, soldi scomparsi e riapparsi... l'unico nemico comune sembra l'eolico off shore. E poi dicono che i politici italiani non sono attenti alle energie rinnovabili!