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[05/10/2009] News toscana
PORTOFERRAIO (Livorno). L'armatore della Moby Line e patron di Mascalzone Latino, l'imbarcazione italiana che partecipava all'American Cup, Vincenzo Onorato qualche settimana fa presentò il progetto del nuovo hotel Garden, sulla costa del golfo di Portoferraio, all'Isola d'Elba, come molto innovativo ed ecologico, ma la Valutazione di impatto ambientale del progetto, non convince Legambiente Arcipelago toscano, che parla di un'operazione di greenwashing.
Il progetto, che secondo i grafici allegati alla Via prevede anche un piccolo approdo, secondo gli ambientalisti «più che alle asserite "necessità di adeguamento dimensionale della struttura esistente", risalente agli anni 70 e dismessa nel 2000 «sembra puntare ad una completa e pesante "riscrittura" e di un territorio che sorge proprio al centro del Golfo di Portoferraio, di una struttura alberghiera fino ad ora ben inserita in un ambiente costiero delicatissimo, posto tra le di due zone umide residue delle Prade (Sito di importanza regionale - SIR Le Prade -Mola, candidato a diventare Osai naturalistica e Amp) di cui l'area dove sorge il Garden rappresenta la naturale continuità ed uno dei punti di rifornimento dolceacquicoli».
Per gli ambientalisti isolani le cartografie dimostrano «la totale pervasività dell'area, con indici urbanistici altissimi rispetto alla zona costruibile (essendo l'area rimanente non utilizzabile per motivi morfologici)», il tutto in un'area sottoposta a numerosi vincoli. «E' abbastanza incredibile - si legge nelle osservazioni - che si proponga di costruire una grande piscina (circa mq 650), sostenuta da una enorme struttura muraria, sulla spiaggia con l'asserito intento di rispettare l'art. 20 del P.A.I. "Direttive per le aree di particolare attenzione per l'equilibrio costiero" e giustificandola con il fatto che la spiaggia è già in visibile erosione e che " la sede per la piscina risulta già modificato da interventi pregressi che hanno trasformato la morfologia originaria". Proprio le condizioni di fortissima erosione della spiaggia e della costa che arriva dal Garden fino alle Prade e Magazzini, dovrebbero consigliare ad un recupero degli errori precedenti e ad un restauro dell'ambiente costiero con l'intento della fruizione delle spiagge naturali, e non certo alla realizzazione di un'inutile piscina realizzata scavando lungo costa e con strutture rigide adiacenti alla strettissima fascia costiera, asserendo addirittura che questo non interferirà con un moto ondoso che nella zona ha già pesantemente interferito trasformandola ed erodendola».
La Via, secondo Legambiente, si sofferma troppo sulle caratteristiche di "relax" delle camere «che nulla ha a che vedere con il fortissimo impatto paesaggistico ed ambientale di questa operazione alberghiera sulla costa e il paesaggio, un'operazione che più che raddoppia gli attuali 3079,40 m2 di costruzioni e spazi di circolazione del Garden fino ad arrivare ai 7.010,73 m2 del progetto», con nuovo parcheggio interrato. il tutto in un'area molto ripida che dove verranno realizzati gli edifici ha una pendenza media del 13-14 %.
Secondo il Cigno verde «Tra l'opzione zero scartata dal progetto (cioè il mantenimento e recupero dell'esistente) e l'opzione "tutto occupato, compresa la spiaggia e il sottosuolo" ci poteva essere una via di mezzo meno invasiva, impattante e senza l'occupazione di tutte le aree disponibili che invece si è scelta con l'intento del massimo profitto, che poi costringe a mascherare di verde, con una pesante operazione di greenwashing che trapela anche dalla lettura della Via, l'intera operazione edilizia che non può essere giustificata, in un'area di tale pregio ambientale e paesaggistico, con il rispetto di un regolamento urbanistico che viene stirato fino ai limiti estremi del possibile e forse oltre (...). Quello che emerge dal progetto è la volontà di adeguare l'ambiente all'albergo e non viceversa, con il dichiarato intento di sfruttare "le suggestive peculiarità del sito"». Per costruire il nuovo albergo occorreranno scavi per 35.710 mc e «lo studio non specifica cosa ne sarà dell'imponente massa di detriti che ne risulterà, visto che, in un'isola con enormi problemi di smaltimento».
Ma la critica si fa feroce quando la Via asserisce che "assieme a tecnologie costruttive tradizionali compaiono materiali che appartengono al vasto campo della bio-architettura, bio-edilizia", «La parola "compaiono" - dicono gli ambientalisti - ci sembra giusta visto che il progetto non ha niente a quasi niente a che vedere con la bioedilizia e la bio-archittura e che l'uniche cose previste sono il coibente che "verrà scelto tra i prodotti certificati per la bioedilizia " e alcune coperture verdi che più che a impegni di bioarchitettura e di risparmio energetico (pur richiamati) sembrano piuttosto rispondere alla impellente necessità di mascherare il gigantesco impatto paesaggistico dei terrazzamenti che ospiteranno il nuovo Garden». Le soluzioni tecniche adottate di risparmio energetico ed idrico «che la Via sembra voler far passare come concessioni ambientali della proprietà sono in realtà quasi sempre scelte dovute e previste da leggi e normative urbanistiche».
Fortissime le critiche al Piano ambientale che si imiterebbe «per quel che riguarda la fauna ad una generica descrizione di quella marina, riguardante l'intera costa toscana, "tratta dalla Relazione sullo Stato dell'Ambiente della Regione Toscana, anno 2008, a cura di ARPAT, senza aver svolto evidentemente indagini in loco per quel che riguarda la fascia costiera prospiciente l'intervento, in particolare per quel che riguarda la presenza di prateria di Posidonia oceanica (habitat prioritario europeo comparabile in una Via ad un Sic) e del possibile impatto su questo habitat». Per quanto riguarda la fauna terreste, con numerosi endemismi e al centro delle rotte migratorie degli uccelli «nella Via non esiste nessun cenno a tutto questo».
Lo stesso discorso per la flora: la Via non presterebbe «nessuna attenzione alle specie "minori" rare ed endemiche tutelate dalla legge regionale 2 56/2000 e comprese nei suoi allegati, che pure nell'area non mancano, visto il suo ripido sviluppo dalla fascia costiera versi o la collina».
Una Via che per Legambiente è molto carente sotto aspetti essenziali, come quelli naturalistici, e generica non calata «nella realtà e nell'habitat particolare su in cui dovrebbe insistere l'operazione alberghiero-immobiliare, con una forte sottovalutazione degli impatti sulla costa e sull'ambiente ed il paesaggio in generale di un'operazione che prevede la totale occupazione di un'area, dove è possibile e fino a che è possibile, mascherando questa pervasività ambientale e paesaggistica con soluzioni tecniche di dubbio risultato e con una genericità a volte sconcertante».
Quindi Legambiente chiede al comune di Portoferraio di respingere la Via e richiede approfondimento e «un ridimensionamento dell'impatto ambientale e paesaggistico del nuovo Garden che può avvenire solo con un progetto meno faraonico, impattante e pervasivo».