[06/10/2009] News
ROMA. Il Bulletin of the American Meteorological Society, la rivista di una delle più importanti Società di meteorologia al mondo, ha pubblicato di recente un numero speciale dedicato allo State of the Climate in 2008, lo stato del clima nello scorso anno. Con alcuni dati piuttosto inattesi. Secondo gli autori del rapporto, infatti, la temperatura media del pianeta nel decennio compreso tra il 1999 e il 2008, appunto, è aumentata di 0,07 gradi per decade (con un errore di 0,07 °C, quindi del medesimo ordine della misura). Il valore è decisamente inferiore sia all'aumento registrato nel decennio precedente, di 0,18 °C per decade, sia all'aumento atteso dagli esperti dell'IPCC per il prossimo decennio, di 0,20 °C per decade.
Non solo. In questo decennio c'è stata una forte attività di El Niño, l'oscillazione climatica dell'Oceano Pacifico, e di sua sorella, La Niña. Questi due fenomeni, da soli, hanno determinato un aumento della temperatura media planetaria di 0,08 °C. Al netto delle due oscillazioni oceaniche, dunque nel corso del decennio la variazione di temperatura è stata di 0,00 °C. Un andamento assolutamente piatto.
E tutto ciò malgrado che, nel medesimo decennio, le emissioni antropiche di gas serra in atmosfera siano aumentate a un ritmo senza precedenti, decisamente superiore a quello del decennio precedente, e la concentrazione in atmosfera sia di anidride carbonica, sia di metano abbia raggiunto dei massimi relativi.
Cosa se ne deduce, dunque: che è stata falsificata la teoria dell'effetto serra? Che il clima non sta affatto cambiando? Che non è vero che corriamo il rischio che la temperatura media del pianeta, alla fine del XXI secolo, sarà da 2 a 6 gradi più alta che in epoca pre-industriale?
Niente affatto, sostengono gli autori del rapporto. Si tratta, molto probabilmente, di una semplice fluttuazione. Di una possibilità statistica. Prevista dai modelli climatici. Ben dieci di questi modelli, applicati al XXI secolo, mostrano periodi di stasi della crescita della temperatura che si prolungano per un decennio, come quello che si è verificato nella realtà. Ebbene, in ciascuno di questi casi, finita la quiete arriva la tempesta: ovvero la crescita della temperatura accelera e alla fine del secolo - a parità di concentrazione di gas serra - si registra un incremento di 2 °C rispetto all'epoca pre-industriale.
In altri termini, sostengono gli studiosi americani, non bisogna farsi condizionare dalla fluttuazioni locali. Ci sono sul pianeta tutti gli ingredienti necessari per un aumento della temperatura. E sarebbe una pericolosa illusione interpretare male i dati empirici e pensare che questi elementi non siano anche sufficienti per un cambiamento non desiderato del clima.