[06/10/2009] News toscana
FIRENZE Nel mese di settembre il Consiglio di Stato ha depositato la sentenza con cui conferma la precedente sentenza del Tar della Toscana del luglio 2007 con cui il Tribunale amministrativo regionale annullò i decreti di rinnovo delle concessioni minerarie rilasciati dalla Regione Toscana ad Atisale, concessioni minerarie che Atisale intendeva sfruttare di concerto con la multinazionale Solvay. Ma la partita in quell'occasione non è stata conclusa: infatti il Tar non ha annullato la Via (Valutazione impatto ambientale) del 2004 che prevedeva anche un invaso ad uso industriale nello stesso sito, invaso che secondo il Wwf Toscana potrebbe mettere in crisi la sottostante falda idrica. Secondo le analisi Arpat quella di Montescudaio è l'ultima riserva idrica di buona qualità della bassa Val di Cecina ed Aato (autoritaà di ambito territoriale ottimale) ed Asa (Gestore del Servizio idrico integrato), si sono affrettati a chiederne la tutela. Ciononostante- informano dal Wwf- la Regione Toscana, insiste nel volerci costruire sopra un invaso di 20 ettari profondo più di 10 metri per invasare l'acqua di piena del fiume Cecina.
Sull'intera partita Wwf e Legambiente Toscana sono ai ferri cortI con l'assessorato guidato da Betti. Le associazioni informano che sono convocate in ritardo alle consultazioni su questa vertenza e ormai il dialogo avviene solo per lettera. L'ultima risale al 28 settembre in cui Wwf e Legambiente scrivendo all'assessorato all'ambiente ripercorrono tutta la vicenda: «la Regione Toscana nel 2004 ha sbagliato la valutazione di impatto ambientale del progetto Idros - scrivono Wwf e Legambiente - successivamente, in seguito al pronunciamento del Tar della Toscana, con la DGRT n.926 del 10 novembre 2008 si è tentato di correre ai ripari sostituendo la prescrizione di Idros (parte potabile) con un ipotetico invaso a monte confidando nella sua possibile realizzazione e senza considerare tuttavia che il vecchio progetto Idros potabile, pur nella sua illogicità (acqua sporca da potabilizzare per il consumo umano, ed acqua pulita da destinare ad uso industriale, evidenziava un altro problema oggi trascurato. Degli 87 l/sec previsti da quel progetto ben 52 erano destinati alla bassa Val di Cecina e soltanto i rimanenti 35 erano destinati alla media ed alta Val di Cecina. Questo perché- concludono le associazioni- è a valle che la carenza d'acqua è più sentita. Ora il progetto Idros (parte industriale) mette a repentaglio l'unica falda idrica rimasta indenne da inquinamento della bassa val di Cecina». Vedi anche greenreport del 30/06/2009.