[08/10/2009] News toscana

Nel Comune di Firenze a rischio inondazione il 38% del territorio e a Pisa il 68

FIRENZE. Dopo il tragico evento di Messina e le molte polemiche che sono scaturite sui mezzi di informazione, nel nostro Paese, in gran parte soggetto a dissesto idrogeologico, si sta facendo il punto sul quadro conoscitivo esistente. In Toscana l'Autorità di bacino del fiume Arno ha presentato la situazione nel territorio di competenza, in merito a pericolosità idraulica e da frana. I dati derivanti dal Pai (Piano assetto idrogeologico), approvato nel 2005 e successivamente aggiornato, sono stati presentati dal Segretario generale dell'Autorità di bacino, Gaia Checcucci, che ha evidenziato come la pericolosità idraulica interessi circa il 22 per cento della superficie del bacino,  che corrisponde, in buona parte, alle aree di pianura. In particolare, il 15 per cento della pericolosità idraulica rientra nella fascia tra "media" e "molto elevata". Tra i comuni che stanno peggio Ponte Buggianese, e Chiesina Uzzanese in provincia di Pistoia, e Cascina in provincia di Pisa, che hanno o l'intero territorio in aree a pericolosità idraulica o percentuali comunque superiori al 95%. Nel comune di Firenze il 38 per cento del territorio è a rischio inondazione mentre a Pisa la superficie a rischio raggiunge il 68 per cento. Checcucci ovviamente ha parlato anche di interventi di contrasto per la riduzione di questa pericolosità, ritornando sul famoso Accordo di programma del 2005, cosiddetto dei "200" milioni, firmato da Matteoli, Martini e dall'allora Segretario dell'Autorità di bacino Menduni.

Quel piano metteva in cantiere una serie di interventi prioritari costituiti da più di 30 opere tra casse di espansione e alcune sistemazioni arginali che permetterebbero di stoccare circa 65 milioni di metri cubi di acqua, contribuendo a mitigare sostanzialmente i fenomeni di alluvione. Come noto le polemiche tra Regione e Stato tra chi avesse messo maggiori risorse si sono succedute nel tempo, le province e i comuni, a cui è stata assegnata la realizzazione degli interventi, in un contesto non facile, hanno comunque accumulato ritardi e intanto il costo della progettazione ora ammonta a 269 milioni di cui 90 finanziati. Delle opere previste, circa il 20 per cento è in appalto o in corso di realizzazione entro il 2009, come le casse di espansione della Roffia, e le due casse del sistema Figline, mentre un altro 40 per cento dovrebbe andare in appalto entro il 2010.

Per quanto attiene il rischio frane la percentuale di territorio interessato è circa il 10 per cento dell'intero bacino e tra le zone potenzialmente più esposte ai fenomeni franosi sono indicate in particolare il medio Valdarno (Pontassieve), il Casentino (La Verna, Castel San Niccolò), la zona del Chianti (Tavarnelle, San Casciano), l'alta Valdera. 

Di questo passo una situazione di pericolosità accettabile l'avremo tra molti anni, a meno che non si assista davvero ad una svolta e non si investano risorse "fresche" e aggiuntive nella difesa del territorio e nella sua tutela ambientale. Ce ne sarebbe bisogno considerato che questa è una vera priorità per l'Italia e servirebbe oggi anche a rilanciare l'economia pensando al futuro di figli e nipoti. 

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