[12/10/2009] News
LIVORNO. Scientific American pubblica un interessante articolo su un fenomeno che si sta verificando in alcuni grandi fiumi dell'Africa meridionale: le morti di massa dei coccodrilli del Nilo, un mistero, visto che questi antichissimi rettili non sono certo "schizzinosi" in fatto di cibo e che possono digerire carne putrida e infetta. I biologi sono alla ricerca del loro killer.
Con l'inizio dell'autunno i rangers del Kruger National Park hanno ricominciato a trovare carcasse di coccodrilli che galleggiano nell' Olifants River o arenati lungo le sue sponde. I ricercatori vogliono capire se il croc killer sia una tossina o un agente patogeno, che potrebbero essere pericolosi non solo per i coccodrilli ma anche per le popolazioni che vivono nelle vicinanze del fiume che scorre lungo centinaia di chilometri in tre province del Sudafrica e in Mozambico, fornendo acqua per l'agricoltura intensiva di prodotti che finiscono in gran parte sulle tavole europee, ma che alimenta e disseta le comunità rurali locali, che dipendono dal fiume e dai suoi affluenti anche per la pesca e le coltivazioni di sussistenza.
I primi casi di coccodrilli morti si sono verificati nell'inverno 2008, quando i rangers e recuperarono 170 carcasse nel fiume, anche ad un ritmo di 20 rettili alla settimana.
La situazione sta diventando preoccupante: un censimento dello scorso maggio ha rivelato che ormai solo 400 coccodrilli vivono nel parco, nel 2008 erano almeno mille. Il 7 di agosto la moria è ricominciata quando sono state trovate 23 carcasse che galleggiavano nell'Olifant River.
Dopo l'autopsia di alcuni cadaveri di coccodrilli i ricercatori hanno scoperto una specie di pansteatite, un'infiammazione del tessuto adiposo, che potrebbe essere stata la causa della morte degli animali. A quanto pare la malattia colpisce soprattutto la coda dei rettili, gonfiandola ed irrigidendola e impedendo loro cacciare. I campioni di grasso presentano un'ossidazione di un colore giallo brillante.
Il problema è che la malattia non ha colpito solo i coccodrilli: grasso dello stesso tipo è stato trovato dai biologi anche in campioni prelevati dai pesci, mentre nella gola del fiume a monte di Massingir Dam, in Mozambico, dove c'è stata una forte diminuzione di coccodrilli, sono spariti gli uccelli acquatici, probabilmente colpiti dallo stesso "killer".
Scoperta l'arma, però non si riesce a capire quale sia il killer, o meglio la causa della degenerazione del grasso in coccodrilli, pesci e uccelli. A giugno un team di ricercatori guidato da Henk Bouwman della North-West university, Potchefstroom Campus, in Sudafrica ha presentato i risultati delle analisi dei tessuti in due conferenze in Europa, dai quali emerge la presenza di Ddt, Pcb, diossina e ritardanti di fiamma nel grasso dei coccodrilli però «Niente urla: "‘it's me, it's me, it's me"» ha detto Bouwman.
Un altro possibile croc killer potrebbero essere i dinoflagellati e cianobatteri che sono stati trovati in grande quantità a monte del bacino dell'Olifan River e che rilasciano tossine simili a quelli che causano le maree rosse in ambienti marini.
Secondo Danny Govender, uno specialista in malattie ecologiche del South African National Parks, «Non ci sarà una soluzione rapida e facile. I campioni prelevati da coccodrilli vivi nel 2007 dimostravano che il grasso in alcuni coccodrilli iniziava ad indurirsi. Insieme a Bouwman, ipotizziamo che tutte queste tossine, che si trovano singolarmente al di sotto dei livelli di nocività, potrebbero agire insieme come una miscela micidiale».
Per Govender probabilmente il croc killer ha diverse facce: le modifiche dell'ecosistema fluviale causate dalle infrastrutture esterne al parco, come le miniere di carbone nel tratto superiore del fiume, dove i coccodrilli si sono praticamente estinti, ed una diga a valle della gola dove resiste la più grossa popolazione di questi rettili. Nel 2008 la diga si è riempita per la prima volta, determinando un forte rallentamento dello scorrimento dell'Olifant River nella crocodiles' gorge e i ricercatori temono che la stagnazione delle acque abbia fatto aumentare la concentrazione di tossine nel fiume. Un'ipotesi avvalorata dal fatto che l'aumento di idrogeno solforato, ammoniaca e altri composti nei sedimenti fluviali è stato la causa probabile delle massicce morie di pesci a luglio, pesci che naturalmente sono stati ingurgitati in grandi quantità dai voracissimi coccodrilli.
Secondo Govender però si stanno sottovalutando gli effetti a catena del numero di coccodrilli morti nel 2008: molti di loro sono probabilmente sfuggiti al censimento delle carcasse perché erano già stati divorati dai loro simili o erano scomparsi nei fondali del fiume, e la cosa sembra avere un altro risvolto preoccupante, perché mancano all'appello molte femmine riproduttrici, le cui carcasse sono più piccole e probabilmente oggetto di cannibalismo da parte degli esemplari più grandi.
Se così fosse, sarebbe compromessa l'intera catena alimentare del fiume ed i biologi sudafricani esprimono un verdetto sconsolante: la popolazione di coccodrilli della gola dell'Olifant River non sarebbe in grado di salvarsi, anche se verrà individuata la causa della loro morte.
Intanto si sta pensando di estendere le ricerche in Mozambico per vedere se in quel tratto di fiume c'è ancora pesce e cosa sta succedendo alla popolazione umana che vive lungo le rive dell'Olifant, per capire soprattutto se il croc killer uccide altro, oltre un "semplice" rettile.