[12/10/2009] News toscana
PISA. La protesta di cittadini, utenti, e del personale del complesso ospedaliero di Cisanello contro l'introduzione della sosta a pagamento nei parcheggi a servizio della struttura mi pare assolutamente giustificata - anche se indirizzata erroneamente contro la Pisamo che in realtà è solo una società esecutrice delle scelte del comune di Pisa - sulla base delle considerazioni che seguono:
1) La previsione dell'Ospedale a Cisanello ha ormai oltre quarant'anni, essendo stata introdotta nel Piano Regolatore del 1965, approvato dal Ministero di LL.PP. nel 1970 e da anni è entrata in una fase di concreta attuazione che, sia pure con continui ritardi, ci fa ormai intravedere un orizzonte abbastanza prossimo (sempre dell'ordine di almeno cinque anni) per il completo trasferimento della sanità pisana in questa zona;
2) A riprova di questa volontà concreta il comune di Pisa ha bandito ormai un paio di anni fa, un concorso per il piano di recupero del complesso immobiliare del Santa Chiara, quando sarà liberato dalle funzioni sanitarie; in questo caso dunque addirittura lavorando di anticipo;
3) È noto a tutti, comune compreso, che presso l'ospedale di Cisanello i parcheggi sono sempre stati assolutamente insufficienti rispetto alla domanda, per cui nel momento in cui si vanno a realizzare pezzi importanti del nuovo nosocomio, ci si può legittimamente attendere che a tale situazione si intenda porre rimedio, attraverso la previsione, prima, e la realizzazione, poi, di parcheggi correttamente dimensionati rispetto alla domanda prevedibile.
4) Il comune di Pisa ha redatto e poi approvato un piano attuativo dell'area ospedaliera, che prevede la nuova viabilità di accesso da sud (in parte realizzata) e un'ampia area a parcheggio, che dovrebbe determinare un'offerta sufficiente a dare risposta alla domanda (altrimenti a che cosa sarebbe servito quel piano attuativo?).
5) Dunque la prima domanda che si pone (quella precedente volendo essere una domanda retorica) è: "lo stato di attuazione dei parcheggi previsti dal piano attuativo è coerente con quello delle strutture sanitarie, o, per caso, in questo campo si registra un ritardo?" Il dubbio appare legittimo in quanto sempre c'è stato un ritardo, derivante dall'impostazione che le strutture sanitarie dovessero avere la priorità rispetto alle attrezzature complementari, essendo lo scopo principale di un ospedale quello di offrire diagnosi e cure ai malati e solo in seconda battuta quello di offrire sosta o altri servizi.
6) La seconda domanda che viene da fare riguarda però proprio il tema "sosta". Come noto, la domanda di sosta di un policlinico è data da quella degli addetti (medici, personale amministrativo, paramedici, studenti) e da quella dei parenti dei degenti, oltre a quella degli stessi pazienti in dayhospital.
Poiché tutta la pratica (e anche la teoria) relativa alla tariffazione della sosta è riferita ai centri urbani, che sono anche centri commerciali e di servizi, ci si chiede: ma l'ospedale che c'entra?
A questa domanda provo a dare io subito una risposta: praticamente niente. Infatti, le politiche di tariffazione sono una delle tecniche dirette allo scoraggiamento all'utilizzo dell'auto privata per gli spostamenti verso il centro sia degli addetti che degli utenti (city users) e di protezione della capacità di sosta dei residenti e di poche altre categorie considerate prioritarie, tenuto conto della scarsità della risorsa parcheggi; nel caso di un ospedale nuovo, progettato ora, in conformità di un piano urbanistico attuativo redatto conformemente alla legge, la domanda di sosta si riduce ai soli addetti (in essi comprendendo anche studenti e specializzandi) e a questa particolare categoria che 1 Ingegnere, architetto, già dirigente del servizio Mobilità del comune di Pisa sono i parenti dei pazienti. Nessuna delle due categorie va a parcheggiare nei pressi dell'Ospedale per sfizio, per diporto o per fare shopping: i primi ci lavorano, secondo orari prestabiliti da altri, e i secondi ci vanno a trovare i congiunti sempre ad orari prestabiliti. Affermare, come fa il comune nel proprio sito, che facendo pagare si determinano le condizioni per un ricambio della sosta significa trasportare un ragionamento valido per il centro città in una situazione tutt'affatto diversa.
7) Quindi o il comune ha sbagliato facendo un ragionamento troppo automatico, oppure siamo di fronte ad un dato preoccupante e cioè che dopo decenni di riflessioni, piani ed investimenti, non si è ancora realizzata una quantità di sosta sufficiente rispetto alla domanda, che è assolutamente prevedibile, sulla base del numero degli addetti e dei letti, in un certo momento. Il risultato di questa iniziativa improvvida è comunque la sensazione che tutte le occasioni siano ritenute buone (dal comune) per fare cassa, cioè per introdurre tassazioni anche le più improprie, come questa che andrebbe correttamente chiamata "tassa sulla malattia". A questo si aggiunga la fastidiosa presenza, nell'area di parcheggio ospedaliero, così come nei principali parcheggi cittadini, di una moltitudine di ragazzi africani, che fingono di vendere le loro merci inutili e in realtà esercitano una forte pressione psicologica su chi parcheggia (ora pagando) perché elargisca loro una mancia, magari per aver indicato con un cenno di mano un posto auto libero. Si tratta di una situazione mortificante per tutti, a partire dagli extracomunitari, che vengono così ghettizzati e tendono ad assumere, in gruppo, atteggiamenti poco cordiali verso i cittadini italiani, senza fare alcun passo verso una qualche integrazione nel sistema produttivo e sociale nazionale.
8) Nella ipotesi peggiore, e cioè che non ci siano sufficienti spazi di parcheggio rispetto alle due componenti di domanda sopra descritte, mi permetto di avanzare una semplice proposta operativa. Si individuino due aree: una riservata al solo personale addetto, e con la sosta libera, ma controllata attraverso badge o contrassegno e l'altra libera e gratuita ma con la sosta temporalmente limitata a due ore con disco orario e si mandi la vigilanza urbana (o aziendale) a controllare il rispetto di questa disposizione nonché il rispetto più generale delle norme di comportamento all'interno del parcheggio.