[16/10/2009] News toscana
FIRENZE. «Qui a Firenze, un tempo, era situato il centro della "economia mondo": ora non è più così ma, mi domando, cos'altro erano quei mercanti e quei banchieri, se non dei grandi organizzatori di logistica?»
E' questa una frase pronunciata da Riccardo Conti ed estrapolata dal dibattito - tenutosi ieri in apertura del festival della Creatività a Firenze - in cui l'assessore regionale alle infrastrutture si è confrontato con l'ad di Ferrovie, Mauro Moretti, sullo sviluppo del sistema infrastrutturale toscano. E la parte sui mercanti è particolarmente significativa, perchè per "organizzatori di logistica" Conti intende, come ha poi chiarito in un'altra fase del dibattito, coloro che «creano posti di lavoro» e «attraggono investimenti sul territorio».
Viene da chiedersi però quanti posti di lavoro siano stati effettivamente creati grazie agli investimenti sulla mobilità sostenibile, ed è stata questa una delle domande più stringenti tra quelle poste dal moderatore Alan Friedman. E, almeno da quanto risposto dall'assessore, «lo studio di impatto occupazionale delle politiche per la mobilità lo stiamo predisponendo, e sabato mattina (ore 10, festival della Creatività, nda) sarà presentato in un incontro dedicato». Comunque, ha proseguito, «in Toscana c'è l'Ansaldo-Breda, e a Firenze c'è un polo ferroviario molto importante, che gira proprio intorno all'Ansaldo. Inoltre, sempre a Firenze (zona Osmannoro, nda) aprirà tra pochi mesi il centro per la Dinamica sperimentale».
In generale, secondo Conti, «fra creazione e gestione delle strutture sono stati investiti complessivamente 30 miliardi di euro dal 2000 ad oggi, di cui 17 solo per le infrastrutture in senso stretto», e questo, ha aggiunto successivamente, «ha comportato la creazione di circa 15.600 posti di lavoro all'anno dal 2000 in poi».
Il dato, va sottolineato, comprende tutti gli investimenti in mobilità e non solo quelli dedicati alla mobilità sostenibile, ma è comunque degno di interesse, anche alla luce dei numeri comunicati dalla regione Lombardia che, in previsione di un convegno che si terrà oggi e domani nella città meneghina, ha sostenuto che i 10 miliardi che saranno investiti in nuove strade e autostrade nei prossimi cinque anni porteranno alla creazione di 100.000 nuovi posti di lavoro nella regione.
E' chiaro, comunque, che questo tipo di calcoli è tra i più ardui da elaborare, e non è un caso che sussista, riguardo ai numeri reali, una notevole confusione. In ogni caso, nelle pagine online dedicate al settore Mobilità, la Regione comunica i dati occupazionali "statici", per cui, anche se «cifre precise non ci sono», comunque «in Toscana le Ferrovie hanno 8.000 addetti, 7.000 sono quelli che lavorano nel trasporto pubblico locale, 2.000 fra autostrade, Anas e Aci, 1.000 circa i portuali, 2.000 i marittimi, 2.000 negli aeroporti, ai quali andrebbero aggiunti circa 20 mila camionisti, autotrasportatori e spedizionieri o comunque persone impegnate nel settore delle merci (sono 10.377 le imprese di autotrasporto, pari al 5,5% del totale nazionale). I taxi sono circa 1.200. Ci sono circa 15 mila addetti che lavorano nelle aziende dell'industria metalmeccanica legate ai trasporti (su un totale di 75 mila) o nel loro indotto. In Toscana ci sono 3 colossi: Breda, Piaggio e Betamotor in cui nel complesso lavorano 4.290 persone. Circa 1.500 lavorano nel settore della cantieristica navale».
Riguardo alla dinamica del mercato del lavoro, invece, dati Irpet attestano che gli occupati in regione sono circa 1,5 milioni, e che «negli ultimi 15 anni il numero di occupati è aumentato di circa 180.000 unità (+8,6%, Italia +7,6%)». Questo aumento «è dovuto quasi completamente alla crescita dei servizi (oltre 200.000) mentre l'industria manifatturiera ha perso circa il 5% dei propri occupati».
Allora, facendo un calcolo alla buona, ne deriva che ogni anno la Toscana in generale ha visto crescere i suoi occupati di un valore di (180.000 diviso 15) 12.000 unità. E quindi, come è possibile che solo per il comparto infrastrutturale l'aumento annuale sia superiore a quello dell'intera economia toscana?
La risposta probabilmente verrà data domani, e ci attendiamo naturalmente che questa apparente discordanza sia chiarita. E' ovvio che una cosa sono i posti di lavoro diretti (calcolabili), mentre altro sono quelli derivanti dall'indotto, ben più difficili da elaborare. E poi è chiaro che, anche se numeri di questo tipo dovrebbero sempre essere comunicati "al netto", è plausibile che per 15000 posti creati nelle infrastrutture se ne siano persi in quantità significative in altri comparti, o vai a sapere cos'altro può aver generato questo dato apparentemente incongruente.
Ma per ora, e in attesa di dati più precisi, coerenti con altri rilevamenti, e magari non generici ma anche dedicati ai singoli settori della mobilità in modo da poter capire quanti posti di lavoro vengono creati grazie a iniziative per il trasporto sostenibile rispetto a quelle per la mobilità privata (perchè il punto fondamentale è proprio questo), possiamo comunque affermare che, a riguardo... i conti di Conti non tornano.