[19/10/2009] News
Greenreport ha voluto porre all'attenzione dei lettori questo saggio che riporta gli atti di un corso di formazione, un progetto svolto in territorio senese che poi ha dato anche il titolo al volume, poiché è stato ritenuto che la materia riguardante i principi e gli strumenti della "nuova museologia" per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale, sia poco conosciuta. Questo nonostante molti cittadini abbiano avuto a che fare direttamente o indirettamente e più o meno consapevolmente, con lo "strumento" ecomuseo quale sviluppo di processi partecipati per la tutela e valorizzazione di un patrimonio locale, sia esso un bene ambientale, ecologico, architettonico... Come spiega il curatore del volume, Domenico Muscò, esperto di progetti educativi e formativi molti dei quali sui temi ambientali, nonché presidente dell'associazione "la collina", il movimento culturale della "nuova museologia" nasce in Francia negli anni Sessanta dello scorso secolo grazie all'impegno di molti studiosi tra cui Georges Henri Rivière e Hugues De Varine. «L'idea di ecomuseo- sottolinea il curatore- rappresenta l'alternativa al museo tradizionale, detto "sotto vetro"; l'ecomuseo cioè si caratterizza e si differenzia dai vecchi musei perché non privilegia collezioni storiche particolari e definite, ma mette al centro i valori ambientali e culturali del patrimonio presente nei territori e nelle comunità locali». Quindi come sottolinea anche De Varine in alcuni suoi lavori le due "strade" per l'ecomuseo, quella ambientale e quella dello sviluppo comunitario non sono in contraddizione, dato che la seconda coglie l'obiettivo della prima e la via ambientale a sua volta trae maggior vantaggio dal prendere in considerazione la realtà comunitaria. Nel volume questo aspetto è approfondito da Sandra Becucci, una delle autrici, esperta di museologia.
Nel nostro Paese l'ecomuseo stenta ancora a decollare anche se alcune regioni italiane come Piemonte (che conta il maggior numero di queste realtà), Trentino e la stessa Toscana, sono state positivamente contaminate da quanto realizzato in altri Paesi europei ed in particolare in Francia. Alcune esperienze già portate a termine ed altre in atto, hanno dimostrato come l'ecomuseo rappresenti un progetto culturale innovativo che trova nel territorio la sintesi delle complesse relazioni uomo-natura, in cui si possono trovare testimonianze dei valori ambientali in sinergia ed interazione con i saperi delle comunità locali.
L'approfondimento di Sandra Becucci, riporta il contesto dell'ecomuseo al dibattito sulla funzione della nuova museologia diffuso in Italia da Fredi Drugman (docente al politecnico di Milano) negli ultimi trent'anni. La stessa definizione di museo prende significati più ampi e rispecchia quanto si sta affermando nei territori in merito alle funzioni: insieme alla conservazione e alla tutela, si sviluppano le funzioni di studio, educazione, divertimento cosicché trovano spazio anche nuovi termini come sistema museale, museo diffuso, museo "open air, ed ecomuseo. Del resto anche la nuova museologia e l'ecomuseo in particolare, si confronta con i paradigmi nati dopo la metà degli anni Ottanta anche se ancora non completamente applicati. Come sostiene De Varine «lo sviluppo sia sostenibile quindi reale, solo a condizione che si realizzi in armonia con il patrimonio culturale e che contribuisca alla sua vitalità e crescita. Ne risulta, come corollario, che non ha sviluppo senza la partecipazione effettiva, attiva e consapevole della comunità detentrice del proprio patrimonio». Tra le molte note bibliografiche e i numerosi riferimenti, nel volume non manca ovviamente la trattazione di un percorso di riconoscimento degli ecomusei dal punto di vista normativo. Un documento di riferimento importante, strumento di lavoro e di azione per gli ecomusei, è rappresentato dalla Convenzione Europea del Paesaggio elaborata dal Consiglio d'Europa, aperta alla firma a Firenze nel 2000 e ratificata dall'Italia nel 2006. I suoi contenuti (ad esempio paesaggio come bene collettivo e come risorsa sul piano ambientale, sociale e culturale) interagiscono strettamente con il percorso ecomuseale, lo incentivano e rappresentano tra l'altro un riferimento giuridico basilare. Nelle normative a livello nazionale invece l'ecomuseo non è considerato, mentre sono molte le leggi regionali che regolano la materia (Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Lombardia). Per quanto attiene la Toscana Becucci fa osservare che non esiste una legge specifica per gli ecomusei e quindi l'autrice suggerisce un percorso articolato di ricerca normativa utile a chi intende muoversi ed operare in questo settore.
Riprendendo una definizione di ecomuseo data da Maurizio Maggi «un patto con il quale una comunità si impegna a prendersi cura di un territorio», si comprende come la partecipazione (vera) dei cittadini sia alla base del successo di questo percorso. Un altro degli autori del volume, l'architetto Riccardo Testa esperto di progettazione partecipata, spiega quali siano gli spunti a livello internazionale in tema di partecipazione che poi si ritrovano almeno in parte nel progetto di istituzione di un ecomuseo. L'autore accenna ai metodi "Planning for Real", "Village Design statement" e "Parish Map" (mappe di comunità) per poi in modo approfondito dare indicazioni su tutti gli step che portano all'organizzazione finale dell'ecomuseo del territorio, con esempi specifici raccolti dalle molte esperienze nate in giro per l'Italia. Particolare spazio è dedicato alla comunicazione, agevolata da "facilitatori" esperti, e al marketing dell'ecomuseo considerato che i pilastri della sostenibilità vedono contemplati anche gli aspetti economici. Nel caso in esame si tratta di incrementare il turismo ecosostenibile in cui i parametri qualitativi e quantitativi della ricettività sono in stretta sinergia, produzioni compatibili ed innovative, filiere corte.
Abbiamo già accennato alla Toscana e alle sue esperienze ecomuseali tra le più sviluppate a livello nazionale nonostante l'assenza di una normativa specifica di riferimento. Le più note, l'Ecomuseo del Casentino, l'Ecomuseo della Montagna pistoiese, l'Ecomuseo della Montagna lunigianese, sono approfondite nel volume.