[19/10/2009] News
Dice Ernst von Weiszacker, ex direttore del Wuppertal Insitute for Climate, Environment and Energy, a proposito del Summit di Copenhagen:" ..è il segno evidente che stiamo entrando nel secolo dell'Ambiente e chiunque si consideri realista dovrà motivare il proprio comportamento in base al contributo che dà alla conservazione dell'ambiente."
Un altro segnale importante proviene dagli assicuratori europei che sono diventati, in questi ultimi anni, una potente lobby che si batte per politiche di protezione climatica, cominciando a capire che è possibile investire una parte dei suoi enormi flussi finanziari in strategie di protezione del clima attraverso il miglioramento dell'efficienza energetica , delle energie rinnovabili, e, in particolare, dell'energia solare.
Il settore delle assicurazioni/riassicurazioni è a livello mondiale un serbatoio di investimenti economici più grande di quello petrolifero ed automobilistico messi insieme.
Moltissime imprese assicurative, anche negli Stati Uniti ed in Giappone, stanno cominciando a capire che all'espandersi degli investimenti, proprio perché danno risultati sia sotto forma di profitti che di minori danni da rimborsare, chi perderà concorrenzialità dovrà alla fine prendere atto della nuova situazione.
Vi è tuttavia un altro segnale di dimensioni ancora più importanti che, alla vigilia del Summit di Copenhagen, alimenta la speranza di un cambiamento strutturale del "paradigma dello sviluppo", proprio come Lewis Mumford auspicava, già nel lontano Convegno di Princeton (1956).
A Copenhageh saranno presenti anche numerosi rappresentanti del Forum Mondiale dei governi locali di 600 città che rivendicano un ruolo attivo nell'attuazione del Protocollo di Kyoto sul clima,i cui contenuti saranno rivisti nel corso del Summit internazionale.
I governi locali di queste città si impegnano ad adottare sia politiche di adattamento ai cambiamenti climatici con l'obiettivo di ridurre di oltre il 20% le emissini di gas serra, sia ad intraprendere progetti per il riequilibrio ecologico del territorio e per lo sviluppo sostenibile delle città.
Consapevoli del fatto che , entro il 2050, circa l'80% della popolazione mondiale vivrà in metropoli e città medio-grandi e che il rapporto Stern ha confermato che il 75% delle cause delle emissioni climalteranti proviene proprio da tali aree densamente urbanizzate, essi chiedono di poter utilizzare risorse economiche adeguate per conseguire entro il 2020 una riduzione del 20%delle emissioni di gas e di raggiungere un incremento del 20% dell'efficienza energetica e dell'energia prodotta da fonti rinnovabili.
2 (continua)