
[19/10/2009] News
LIVORNO. La normativa europea deve essere comprensibile e accessibile a tutta la cittadinanza. Ed è proprio per questo che nel contesto europeo la semplificazione e la chiara formulazione della normativa ha acquisito una grande importanza. Un obiettivo, però, che non potrà essere realizzano fino a che le innumerevoli disposizioni, modificate a più riprese, rimarranno sparse costringendo chi le vuole consultare a una ricerca sia nell'atto originale sia in quello di modifica. E' proprio per questo motivo che l'Ue propone un nuovo regolamento relativo alle statistiche sui rifiuti (il vecchio è il regolamento CE n. 2150/2002) che sostituisce i vari atti (incorporati nel nuovo), che preserva in pieno la sostanza degli atti oggetto di codificazione e pertanto non fa altro che riunirli apportando unicamente le modifiche formali necessarie ai fini dell'opera di codificazione.
Un regolamento che ha come obiettivo quello di fissare un ambito per la produzione di statistiche comunitarie sulla produzione, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti.
Gli Stati raccolgono i dati - secondo un metodo a loro scelta fra indagini, fonti amministrative o di altro tipo, procedure di stima statistica, sulla base di controlli a campione o di stimatori correlati di rifiuti; potendo anche combinarli tra loro - e trasmettono a Eurostat i risultati. La Commissione elabora un programma concernente studi pilota sui rifiuti derivanti dalle attività economiche per sviluppare una metodologia per ottenere dati regolari, sulla base dei principi delle statistiche comunitarie.
E con periodicità triennale la stessa Commissione presenta al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione sulle statistiche elaborate, in particolare, sulla loro qualità e sull'onere per le imprese.
E' dal 1° aprile 1987 che la Commissione europea ha deciso di procedere alla codificazione di tutti gli atti legislativi dopo non oltre dieci modifiche. Per questo dispone che i "propri servizi" dovrebbero sforzarsi di codificare i testi di loro competenza anche a intervalli più brevi, al fine di garantire la chiarezza e la comprensione immediata delle disposizioni comunitarie.
Fra l'altro le conclusioni della presidenza del Consiglio europeo di Edimburgo (dicembre 1992) hanno ribadito questa necessità, sottolineando l'importanza della codificazione, poiché offre la certezza del diritto applicabile a una determinata materia in un preciso momento.
E dal momento che in sede di codificazione nessuna modificazione di carattere sostanziale può essere apportata agli atti che ne fanno oggetto, il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione hanno concluso un accordo interistituzionale, del 20 dicembre 1994, per un metodo di lavoro accelerato che consenta la rapida adozione degli atti di codificazione.