[20/10/2009] News

Gli insegnamenti di Norman Ernest Borlaug

ROMA. Lo scorso 12 settembre, all'età di 95 anni, è morto Norman Ernest Borlaug (Nella foto), americano dello Iowa, premio Nobel per la Pace 1970 e, soprattutto, padre di quella "rivoluzione verde" che negli anni '50 e '60 del secolo scorso ha consentito un enorme aumento della produttività nei campi del Messico, del Pakistan, dell'India e infine della stessa Cina, fornendo un contributo inestimabile a sottrarre centinaia di milioni di persone alla fame e alla malnutrizione.

Al di là dei dettagli tecnici che hanno consentito a Borlaug di far aumentare di cinque o sei volte la produttività dei campi coltivati a mais, a grano, a riso, conviene contravvenire, in apparenza, al suo estremo senso pratico e ricordarlo per tre aspetti più astratti che ne rendono ancora oggi attuale l'insegnamento.

Il primo aspetto riguarda i principi guida che lo hanno guidato nella ricerca e nello sviluppo in agricoltura. Questi principi sono almeno tre.

1) Vicinanza tra ricercatore e agricoltore. Borlaug ha proposto e realizzato una ricerca non solo molto applicata, con l'obiettivo di risolvere problemi pratici, ma realizzata lavorando gomito a gomito con i contadini sul campo. Sia per aiutare i contadini a innovare. Sia per aiutare i ricercatori a penetrare fino in fondo la realtà scientifica, ma anche sociale ed economica dell'agricoltura.

2) Sviluppo della ricerca locale e, soprattutto, di scuola per la formazione di ricercatori  legati alla realtà locale. Borlaug aveva capito che, per risolvere i problemi di produttività nei campi del Terzo Mondo, non solo era importante regalare una canna da pesca invece che un pesce all'affamato. Ma era decisivo insegnargli a costruire canne da pesca e a migliorarla e/o adattarla alle condizioni locali.

3) Libero scambio di sementi e di informazioni. Borlaug ha lavorato sui semi per migliorare la produttività dei campi. Ma ha intuito che i miglioramenti tecnici non sarebbero bastati a realizzare una "rivoluzione verde" se non ci fosse stata una totale libertà nello scambio sia delle sementi sia delle informazioni.

Il secondo aspetto dell'attività di Borlaug che è ancora attuale riguarda non solo i suoi successi, ma anche i suoi insuccessi. Il ricercatore americano, infatti, ha avuto uno straordinario successo nell'incrementare la produttività dei campi sia in America Latina sia in Asia. Ma quando ha cercato di esportare il suo modello in Africa è andato incontro a notevoli frustrazioni. Sia perché in Africa ha riscontrato una maggiore carenza di infrastrutture (strade, sistema irriguo), sia perché ha incontrato ostacoli sociali e politici che non è riuscito  superare. L'insuccesso di Borlaug in Africa dimostra che non esistono modelli universali per promuovere lo sviluppo. E che in ogni contesto occorre individuare strade originali.

Il terzo aspetto che ci sembra di straordinaria attualità riguarda l'atteggiamento di Borlaug nei confronti dell'ingegneria genetica applicata all'agricoltura. Borlaug era favorevole, in linea di principio, alle "biotecnologie verdi", ritenendole un normale sviluppo anche della sua attività scientifica. Tuttavia sosteneva con forza che non bisogna lasciare il monopolio della ricerca in questo settore a grandi imprese private, ma occorre una presenza almeno altrettanto significativa della ricerca pubblica.  

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