[20/10/2009] News

Eolico, incentivi e sviluppo: per l'Anev il marcio sta nelle inefficienze burocratiche...

LIVORNO. In una parte dell'opinione pubblica si sta facendo forte l'idea che gli incentivi per l'eolico, molto più alti in Italia rispetto all'Europa, finiscano con il creare il paradosso di avere convenienza da parte di imprenditori senza scrupoli ad avere il rilascio delle autorizzazioni su cui speculare rivendendole a chi vuole davvero realizzare impianti grazie anche alla connivenza con amministrazioni che si accontentano di ottenere in cambio pochi spiccioli in royalties. Se questo fosse vero si vanificherebbe in un colpo solo tutto quanto di buono sta dietro alla scelta del vento quale forma di produzione energetica. Non risolutiva, questo è certo, ma indispensabile nel mix.

Alcuni giorni fa greenreport si è occupato, infatti, del caso scoppiato in Sardegna dove una società con sede a Bosa ha chiesto  l'autorizzazione per realizzare un parco off-shore da 80 pale in uno specchio di mare, di fronte alla penisola del Sinis, distante tra i due e gli otto chilometri dalla costa. Dalla ricostruzione di quanto noto, quello che è emerso dai documenti presentati dalle parti che si oppongono, e che superano di gran lunga quelli forniti da chi l'impianto lo propone, siamo di fronte, aveva scritto Lucia Venturi, «ad un esempio da manuale di come non ci si dovrebbe muovere e di come non si dovrebbe operare nel presentare i progetti».

Quanto dicevamo all'inizio, dunque, fa sorgere alcune domande: è un rischio reale quello paventato? E quali sono le garanzie per i cittadini?

Lo abbiamo chiesto a Simone Togni, segretario generale dell'Anev, l'associazione nazionale di energia dal vento alla quale sono iscritti i produttori e gli operatori di energia elettrica da fonte eolica.

«Nella realtà dei fatti - risponde Togni a greenreport - questo non avviene, infatti il livello reale degli incentivi in Italia è maggiore solo per la necessità di coprire i costi estremamente elevati delle inefficienze burocratiche e dell'alta mortalità dei progetti».

 Che cosa proponete allora?

«Anev da anni chiede una semplificazione amministrativa a seguito della quale ottimizzare i livelli di sostegno esistenti».

Un altro ostacolo allo sviluppo non solo dell'eolico, ma anche delle rinnovabili in genere, sembra essere una rete (cosiddetta smart grid) adatta che l'Italia non ha. Che cosa andrebbe fatto e che cosa si sta facendo per colmare questo gap?

«Noi riteniamo che una crescita dei sistemi di gestioni delle reti, ancor più che nuove reti, sarebbero necessari per gestire al meglio i flussi fisici di energia».

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