[20/10/2009] News
PISA. Il ministero dell'ambiente se si tratta dei parchi passa ormai da troppo tempo dai prolungati e colpevoli silenzi alle sortite e agli annunci a sorpresa quasi sempre poco rassicuranti. Sempre e comunque ignorando i diretti interessati e la loro associazione Federparchi che da un anno e passa aveva chiesto la terza conferenza nazionale proprio per vedere il da farsi per fare uscire i parchi dal crescente stato di disagio in cui essi - specie quelle nazionali - si trovano. Ecco, infatti, l'annuncio di qualche giorno fa del ministro Prestigiacomo (Nella foto) che al prossimo Consiglio dei ministri di discuterà di un provvedimento di riordino per evitare anche il rischio di scioglimento degli enti parchi dovuto ad una decisione cervellotica del governo. Un riordino di cui nessuno sa niente e di cui non si è discusso con nessuno.
Ma anche i parlamentari non scherzano. Al salone nautico di Genova il presidente della commissione ambiente del Senato D'Alì ha annunciato un disegno di legge di modifica della legge 394 di cui - come per il riordino - nessuno sa niente. E del poco che si è sentito dire non c'è da stare allegri perché i parchi regionali - quelli che Calderoli voleva puramente e semplicemente abrogare - sarebbero completamente tagliati fuori dalla gestione delle aree protette marine - che già boccheggiano - con tanti saluti quindi non solo alla Meloria che non riesce a nascere, ma anche a Portovenere e altre aree marine regionali specie in Liguria che funzionano bene.
Certo, sorprendersi ormai non ha più molto senso viste le precedenti sortite e anche quelle più recenti - sempre del sen D'Alì - che ha proposto per la Sicilia un bel cacciucco di aree protette marine nel trapanese su cui piantare il vessillo più che nazionale ‘statale'. Che i siciliani lo abbiano subito mandato a spigare non sappiamo se lo farà desistere dal rinnovato proposito di sbarcare nell'isola, sicuramente sappiamo che i parchi e le istituzioni non possono più tollerare una simile gestione improvvisata e improvvida. E stare zitti non giova a nessuno, sicuramente non al buon funzionamento delle istituzioni.