[21/10/2009] News
BRUXELLES. Ieri a Lussemburgo il Consiglio dei ministri delle finanze europei ha discusso in maniera approfondita ma fin troppo prudente dei finanziamenti per contrastare il cambiamento climatico e sembrano aver fatto qualche passo avanti nella comprensione delle reciproche posizioni e per un chiarimento sulla linea comune dell'Ue, «però - si legge in una nota della presidenza di turno svedese dell'Ue - il Consiglio non ha potuto raggiungere un accordo sul progetto di conclusioni del Consiglio. Al centro delle discussioni ci sono state le questioni della ripartizione interna degli oneri. Tuttavia, nel contesto di un accordo globale e completo, l'Ue è pronta a contribuire con sua quota equa al sostegno internazionale».
Insomma, praticamente nulla di fatto e palla che passa oggi al Consiglio dei ministri dell'ambiente che stanno proseguendo, sempre a Lussemburgo, i colloqui sugli altri aspetti del mandato Ue per negoziati sui cambiamenti climatici a Copenaghen.
Probabilmente il Consiglio europeo del 29 e 30 ottobre si troverà a decidere con di fronte ancora un quadro frammentato. Il ministro delle finanze svedese, Anders Borg, non ha nascosto che «I risultati della discussione sono stati deludenti, dimostrano una mancanza di impegno da parte di alcuni Stati membri. Tuttavia, le componenti di un accordo erano sul tavolo e con più pragmatismo da parte di alcune capitali, noi potremmo risolvere questi problemi e l'Unione europea a prendere la testa del processo climatico».
I ministri delle finanze si sono trovati invece d'accordo sul mandato da dare all'Ue in vista del G20 dei ministri delle Finanze che si riunirà il 6-7 novembre che prevede finanziamenti per la lotta al global warming e l'exit strategy dalla crisi in un quadro di crescita forte sostenibile ed equilibrata.
La non decisione dei ministri delle finanze europei non é certo un buon viatico per i loro colleghi dell'ambiente che oggi dovrebbero discutere ed adottare una posizione comune dell'Unione europea per la Conferenza sul clima di Copenhagen e per un accordo sul Protocollo post-Kyoto. I ministri dell'ambiente discutono anche delle conclusioni della Commissione Ue su un'economia eco-efficiente.
Altro tema all'ordine del giorno la comunicazione sullo amantellamento delle navi più sicuro e rispettoso dell'ambiente che ha l'obiettivo di fare in modo che le navi europee in disarmo definitivo dei Paesi europei non vengano più demolite un po' in tutto il mondo in cantieri dove le condizioni di lavoro ed ambientali sono infernali.
Il ministro dell'ambiente svedese, Andreas Carlgren (nella foto), che ha aperto la riunione, ha stilato i punti dell'ordine del giorno climatico: i possibili obiettivi a lungo termine per le emissioni dell'Ue per il 2050; Gli obiettivi possibili di riduzione delle emissioni dei trasporti marittimi ed aerei ; La gestione delle eccedenze delle quote di emissione per il periodo 2008 - 2010 ; La quantificazione delle emissioni in relazione all'assorbimento della CO2 da parte di suoli e foreste; Lo sviluppo dell'Emissions trading system (Ets) e riforma del Clean development mechanism (Cdm).
I ministri devono approvare anche le conclusioni sull'economia eco-efficiente che dovrebbero essere la base per proseguire la discussione sulla Strategia di Lisbona dell'Ue per una crescita e posti di lavoro verdi dopo il 2010.
«Il concetto di eco-efficient economy - spiega la presidenza svedese - deve collegare la politica d'impresa con le sfide climatica ed energetica. Le conclusioni insistono sul fatto che la crisi economica deve essere vista come una pssibilità al fine di mettere in campo un'economia eco-efficiente. Nelle sue conclusioni il Consiglio pensa che un'economia eco-efficiente debba essere una parte importante della futura Strategia di Lisbona. Il Consiglio sottolinea anche che é importante di spezzare la correlazione tra crescita e degrado ambientale. In più, viene messo in primo piano il legame tra la Strategia di Lisbona e la Strategia europea per lo sviluppo sostenibile».