[21/10/2009] News

Rifiuti elettrici ed elettronici, l’Ue vuole rafforzare le direttive per raccogliere, riciclare e controllare meglio

LIVORNO. La Commissione europea chiede ai ministri dell'ambiente riuniti a Lussemburgo di attuare davvero (e meglio) i regolamenti esistenti per il trasporto transfrontaliero dei prodotti pericolosi, in particolare dei rifiuti elettrici ed elettronici. Il Consiglio dei ministri dell'ambiente ha avviato oggi a Lussemburgo un dibattito sul consolidamento di due direttive sui rifiuti di prodotti elettrici ed elettronici  che dovrebbe indicare la strada per proseguire i negoziati. 

Una delle direttive, quella sui rifiuti di prodotti elettrici ed elettronici, si basa sui materiali ed il loro trattamento, in particolare sulle sostanze pericolose come mercurio, piombo, cadmio L'altra punta alla limitazione dell'utilizzo di alcune sostanze pericolose prodotte o contenute nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Zofia Tucinska (Nella foto), consigliere per l'ambiente della presidenza di turno svedese dell'Ue, ha illustrato oggi ai ministri dell'ambiente la questione del consolidamento della direttiva Deee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), strettamente legata alla direttiva RoHS (limitazione delle sostanze pericolose) e che ha l'obiettivo di aumentare il riciclaggio di questi prodotti.

La Tucinska spiega a grandi linee lo stato attuale della Direttiva Deee: «Punta a raccogliere separatamente i prodotti elettrici ed elettronici perché non siano mischiati ai flussi ordinari dei rifiuti. Questo per ottenere un riciclaggio efficace ed un trattamento adeguato. La direttiva mira anche ad incoraggiare i produttori a sviluppare i loro prodotti in modo che in seguito il processo di riciclo sia facilitato. Le direttive Deee e RoHS dell'Ue riguardano lo stesso gruppo di prodotti. Si tratta di telefoni cellulari, friogoriferi, computer e del modo in cui vengono trattati i rifiuti. E' importante proteggere l'ambiente, sviluppando il miglior riciclaggioo dei materiali. L'Ue dispone oggi di regole minime comuni per la Deee, il che significa che gli Stati membri possono, singolarmente, se presentano motivazioni sufficienti, aumentare il numero dei prodotti coperti dalla legge».

Ma allora perché i ministri dell'ambiente sono chiamati a discutere un rafforzamento delle direttive? Secondo l'esperta svedese «La grande questione che pone la proposta della Commissione, che trattiamo all'interno del Consiglio, si basa sulla delimitazione dei campi di applicazione delle direttive dell'Ue, la Deee e la RoHS, vale a dire i prodotti compresi in queste regolamentazioni. Altri punti della proposta consistono nel definire, a livello europeo, la responsabilità dei produttori ed a determinare i mezzi p che permetteranno di accrescere la raccolta ed il riciclaggio. Oggi, l'obiettivo di raccolta é di 4 kg per abitante all'anno. La Commissione vuole mettere in campo un obiettivo dinamico  e spera di avvicinarsi all'obiettivo di raccolta delle quantità di rifiuti provenienti da prodotti elettrici ed elettronici in ogni Stato membro. À titolo di esempio, se abbiamo  100 tonnellate di rifiuti di questo tipo in Bulgaria, bisognerà raccoglierne il 65% a partire dal 2016. Questo permetterà di mettere più in alto l'asticella ma anche di legare gli obiettivi alla realtà di ogni Paese. Sfortunatamente, oggi dei flussi di prodotti di questo tipo circolano all'esterno dell'Ue, presumibilmente destinati ad essere riciclati ma che non beneficiano in realtà che di un cattivo trattamento, poco rispettoso dell'ambiente. Questo conduce ad una cattiva presa in carico dei rifiuti ed attualmente ci stiamo sforzando di controllare questi flussi di rifiuti, in modo che non vengano più esportati in maniera incontrollata fuori dalle frontiere dell'Ue. Rivedendo al rialzo le ambizioni in materia di raccolta interna all'Ue, controlleremo meglio i rifiuti. Queste misure, aggiunte alla proposta della Commissione mirante a rafforzare i controlli dei documenti durante il trasporto dei rifiuti fuori dall'Ue, permetteranno di raggiungere questi obiettivi. Una nuova obbligazione che viene proposta si basa, per esempio, sul fatto che le apparecchiature esportate devono essere in grado di funzionare e che siano destinate ad essere utilizzate, e non esportate per essere gettate nelle discariche».

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