[21/10/2009] News
LIVORNO. Secondo il ministro dell'ambiente svedese Andreas Carlgren il Consiglio dei ministri dell'ambiente dell'Ue oggi a Lussemburgo ha inviato «Un segnale forte e chiaro agli altri Paesi in vista del meeting sul clima di Copenaghen. Siamo pronti a dimostrare la necessaria leadership politica per salvare il clima e giungere a un accordo a Copenaghen, che non mancherà di contenere il riscaldamento globale a meno di due gradi»
Molto meglio di quanto ci si aspettasse dopo il deludente vertice di ieri dell'Ecofin. Ecco i punti più importanti dell'accordo raggiunto dai ministri dell'ambiente dell'Unione europea: Obiettivi a lungo termine per l'Ue di riduzione delle emissioni dell'80 - 95% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990; Limiti sulle emissioni prodotte dal trasporto aereo e marittimo internazionale rispettivamente del 10% e del 20% per cento, entro il 2020 rispetto ai livelli del 2005, nel quadro di accordi internazionali.
Chiarimento delle richieste dell'Ue ai Paesi industrializzati ed ai Paesi in via di sviluppo. I paesi industrializzati devono ridurre le loro emissioni del 25 - 40% entro il 2020. Le riduzioni nei Paesi in via di sviluppo dovrebbe essere del 15 - 30% rispetto ad una situazione in cui non sono state prese misure; Oltre a criteri indicati in precedenza e stabiliti dal Consiglio di marzo, l'obiettivo di un aumento massimo di due gradi della temperatura viene ora sottolineato come il punto di riferimento della riduzione per altri Paesi le riduzioni dovranno essere valutate; Chiarimento delle opinioni dell'Unione europea sulla lotta contro la deforestazione e la gestione forestale sostenibile e sul contributo dei settori agricolo e forestale per il raggiungimento degli obiettivi sul clima; Chiarimento d sulle opinioni dell'Ue in materia di surplus delle quote di emissioni, che può danneggiare le ambizioni ambientali dell'Ue. Accordo sul fatto che la questione Assigned Amount Unit cap (AAU - maximum carbon emissions allowed) verrà ulteriormente affrontata dal Gruppo dei ministry dell'ambiente che si impegna ad ottenere un accordi o prima di Copenhagen.
Secondo Carlgren «L'Ue ha ora un mandato pieno a svolgere un ruolo attivo nei negoziati. I ministri dei tutti i Paesi hanno contribuito in modo costruttivo a raggiungere un consenso».
Positivo il primo commento di Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente: «E' una buona notizia che l'Europa confermi la sua posizione negoziale sulla lotta ai cambiamenti climatici in vista della conferenza di Copenaghen, ma il mancato accordo dei ministri delle Finanze al vertice Ecofin di ieri apre una pericolosa breccia nella capacità della Ue di essere concretamente operativa».
Ma Legambiente ricorda però che «Il target dell'80% al 2050, con un target intermedio del 30% al 2020 in caso di accordo, è infatti la posizione già assunta dalla Ue a primavera scorsa».
Per Cogliati Dezza «La questione fondamentale per il successo del summit sul clima è ora la ripartizione degli oneri finanziari tra gli Stati membri e gli aiuti finanziari ai paesi in via di sviluppo per affrontare la crisi climatica. Nessun accordo sul clima sarà possibile senza una concreta risposta dei paesi industrializzati alla richiesta di aiuti finanziari da parte dei paesi più poveri. Ci auguriamo che il nostro governo saprà farsi portavoce di questa necessità al prossimo consiglio dei capi di Stato e di governo».