[22/10/2009] News

A Yaoundé i bracconieri si cacciano al mercato

LIVORNO. Il 16 ottobre una squadra composta da agenti del ministero della fauna e delle foreste del Camerun (Minfof ), della Direction générale à la recherche extérieure (Dgre) e personale di Traffic per l'Africa centrale e di Last Great Ape Organization (Laga), si è data appuntamento alle 5 del mattino per effettuare un'operazione pianificata da mesi e che è riuscita a rimanere segreta anche in uno dei Paesi considerati tra i più corrotti al mondo.

Si tratta dell'operazione "Coup de poing" del Minof per stroncare il traffico di animali vivi e di carne di selvaggina venduta illegalmente in alcuni mercati della capitale Yaoundé. Il traffico di prodotti faunistici era tenuto sotto controllo da diversi mesi e Traffic fa con evidente soddisfazione la cronaca dei blitz: «6,30: ora di arrivo nel mercato di Nkolndongo, un importante mercato della capitale. Dei commercianti occupati ad installare le loro merci, non sospettano ancora niente quando un agente di polizia in abiti civili li interpella sui prezzi dei loro prodotti. Essi riconoscono di essere i proprietari. E' allora che i poliziotti si presentano precisando l'oggetto della loro missione. Allora sequestrano due diversi prodotti esposti alla vendita, per un volume equivalente ad un mezzo pik-up a doppia cabina. Per approfittare dell'effetto sorpresa, le forze di polizia si portano rapidamente nel luogo detto Texaco Nkolndongo. Anche li è esposta selvaggina per la vendita illegale. Infine, l'operazione terminerà al mercato della stazione ferroviaria dove è esposto anche lì qualche prodotto faunistico».

Cameroon Tribune dà una versione più vivace di quella "asettica" del comunicato ufficiale, e probabilmente più veritiera: «C'è stato un momento che la vendita all'asta è stata annunciata. L'attesa della vendita é stata lunga, soprattutto perché sempre di più la gente vuole avere la borsa piena di selvaggina. Sono portati qui due antilopi qui, una tartaruga ed una vipera là. Delle grida si alzano: "Come possono vendere 10 capi di selvaggina ad una persona sola? E' una discriminazione, in più non si sa  nemmeno a chi pagano", si lamenta un signore».

Insomma una scena di ordinario mercato fino a che la folla che già alle 9 di mattina popola il mercato di Nkolndongo comincia ad agitarsi: «Gli agenti delle Acque e Foreste brandiscono i loro cinturoni e la gente si disperde, lasciando intravedere la mercanzia. Disposte su un banco e classificate per specie, circa 200 bestie, fresche e affumicate. C'è un po' di tutto: antilopi, porcospini, lepri, vipere, coccodrilli ricci, pangolini, tartarughe, scimmie, gorilla, etc».

Il blitz "Coup de poing" ha portato all'arresto di tre commercianti-bracconieri che cercavano di fuggire e la brigade nationale de lutte anti-braconnage ha aperto un'inchiesta e trasmesso un dossier al Procuratore della Repubblica. I venditori di carne di animali protetti rischiano multe da 200.000 ad un milione di franchi Cfa (450 2.250 dollari, una bella cifra in Camerun) e fino a 6 mesi di galera (una bruttissima esperienza in Camerun). I commercianti arrestati però negano ogni coinvolgimento nel traffico di carne: «Noi non siamo responsabili del bracconaggio, non facciamo che arrangiarci, che volete che facciamo?»

Che il mercato di Nkolndongo sia il punto di arrivo di gran parte del bracconaggio del Camerun è cosa notissima. Secondo Francis Ngum, capo della brigade anti-braconnage di Yaoundé «Questo è l'inizio di un lavoro di pulizia della capitale, che è diventata una base di bracconieri, a detrimento delle istituzioni e della legge. La prova? Nessuno di questi venditori ha il permesso di commercio».

Alla fine la "caccia" ai bracconieri e venditori abusivi ha fruttato oltre 300 esemplari di fauna selvatica tra i quali 33 tartarughe, 6 coccodrilli e 6 pangolini vivi. Le 228 carcasse di animali sequestrate sono costituite da rettili  (tartarughe, coccodrilli, varani vipere e pitoni), da uccelli (buceri) e mammiferi (pangolini, antilopi e scimmie), poi ci sono decine di pezzi di gorilla, pitoni ed altre specie non identificate e già macellate per la vendita al minuto.

Henriette Bikie, che dirige il Bushmeat Programme di Traffic in Africa centrale, è soddisfatta: «Questo sequestro testimonia l'importanza del commercio illegale di animali selvatici che è uno dei più grandi pericoli  che pesano sulla scomparsa delle specie minacciate in Camerun e più generalmente in Africa centrale. Confermo la volontà di Traffic di appoggiare il governo camerunense nel preservare e la sua biodiversità e più particolarmente la sua fauna selvatica minacciata, come gli elefanti e le grandi scimmie, aiutandolo a mettere in atto delle soluzioni a lungo termine si problemi del sovrasfruttamento della carne di selvaggina e del commercio illegale».

Verso le 9 al mercato si é presentato anche il ministro delle foreste e della fauna del Camerun, Elvis Ngoolle Ngolle che ha detto ai giornalisti: «Siamo soddisfatti della cooperazione con I nostri partner, soprattutto Traffic Afrique Centrale e Laga. Per i prodotti di classe C, la vendita non è vietata, ma questa attività deve essere condotta nel rispetto delle norme in vigore, per controllare questo commercio e  garantire le entrate dello Stato, il benessere delle comunità e la salvaguardia della biodiversità».

In un''intervista a Cameroon Tribune, Eva Paule Mouzong, portavoce di Traffic Africa centrale, spiega che « C'erano tute le specie rilevanti di diverse categorie, anche quelle protette ad iniziare dagli zibetti che sono veramente rari. Io stessa li ho visti per la prima volta. In materia di lotta anti bracconaggio, il nostro lavoro è in parte basato sulla formazione, l'informazione e la sensibilizzazione. Un'operazione come questa avviene per censurare i contravventori. E' evidente che questo tipo di operazione deve essere accompagnato da campagne di sensibilizzazione sui rischi ecologici e  sanitari, ma anche sulla necessità di rispettare la regolamentazione nazionale che prevede delle penalità legate ai crimini ambientali».

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