[26/10/2009] News toscana
FIRENZE. E giunse infine il 26 ottobre: chiusa piazza del Duomo al traffico veicolare nella giornata di ieri, è la giornata di oggi il primo banco di prova per la mobilità all'interno del capoluogo toscano. Come noto, alcune scelte correlate alla pedonalizzazione, come la realizzazione di una corsia preferenziale nel sottopasso di viale Strozzi (un fondamentale ganglio della mobilità cittadina che ora gli autobus percorrono in senso opposto al normale flusso veicolare, le cui corsie si sono ridotte da 4 a 3), ma anche la pressione aggiuntiva che attende zone nevralgiche come piazza san Marco o via Nazionale, sollevano timori non da poco nei tecnici dell'amministrazione, e lo stesso sindaco Renzi ha sostenuto più volte di «temere il caos».
Per avere una fotografia in tempo reale della situazione del traffico può essere utile capire come stia scorrendo, in questa prima giornata, il flusso degli autobus del servizio pubblico locale. Ma, almeno secondo quanto sostiene in un comunicato il presidente di Ataf, Filippo Bonaccorsi, «allo stato attuale chi fa cifre sui ritardi ipotetici del servizio parla a titolo personale e senza alcun fondamento scientifico», poiché «non si possono avere indici ponderati, infatti, prima delle prossime 48 ore». Per ora, comunque, Ataf segnala che tra le 22 linee che passavano per il duomo e che ora hanno cambiato percorso, quelle che subiscono le principali criticità sono la 1, la 13 e la 31, a causa dell'ingolfamento di via Nazionale e di via della Scala.
Non si hanno invece dati sulla situazione intorno al sottopasso di viale Strozzi, e quindi nemmeno su come stia reagendo la mobilità fiorentina (e quella metropolitana) ai disagi cui è sottoposto quello che è uno dei suoi cuori pulsanti.
Ma il punto, comunque, non è questo, poiché occorre adesso attendere qualche settimana e dare alla città modo di abituarsi alla novità. Solo a quel momento sarà giusto (e doveroso) attuare i primi bilanci dell'impatto dell'iniziativa. Si tratta infatti di una scelta urbanistica coraggiosa, che ha forti vantaggi (soprattutto associati alla sostenibilità sociale, ma anche alla possibilità di superare, come sostenuto da Giorgio Pizziolo su greenreport il 2 ottobre, il «modello centripeto della mobilità», evoluzione auspicata anche dal Piano strategico del'area metropolitana) e altrettanto forti criticità, in modo particolare per quanto attiene al perseguimento della sostenibilità ambientale nell'ambito della mobilità cittadina e, specificatamente per il trasporto pubblico, per quanto concerne la sua sostenibilità economica.
Inoltre, anche davanti al fatto che stasera il sindaco presenterà alla città il bilancio dei 100 punti del suo programma (secondo "Repubblica" di ieri sono stati attuati 40 punti, avviati 32, mentre 28 sono rimasti al palo, mentre lo stesso quotidiano riporta l'anticipazione secondo cui il sindaco sosterrà stasera che ne mancano «solo una ventina»), l'attesa si rivolge ora prevalentemente alle misure che seguiranno all'iniziativa: in particolare, è da sbrogliare il nodo "parcheggi", visto che l'estemporanea (anche se annunciata nel programma) eliminazione del controllo della sosta da parte degli ausiliari del traffico ha lasciato la città in una sostanziale anarchia del controllo-sosta, e quindi senza quel meccanismo di disincentivazione dell'uso del mezzo privato che era stato messo in atto dalla precedente amministrazione. Oltre ai controlli, sono venute a mancare cifre importanti (fino a 5,2 milioni a fine anno, secondo le stime più accreditate) derivanti dalle sanzioni, risorse che per ora sono state in parte recuperate, oltre che con più vigili in strada come annunciato, con tagli ai servizi sociali (passati nella noncuranza generale).
Altro nodo fondamentale da affrontare (tra i tanti che potrebbero essere citati) è quello riguardante il futuro della tramvia - il cui contestato passaggio al duomo è stato sostanzialmente il propulsore della pedonalizzazione - e in generale quello della mobilità sostenibile in città e nell'area metropolitana: le parole del sindaco Renzi riguardo alle conseguenze sul traffico cittadino associate alla pedonalizzazione del duomo (cioè l'invito, per «chi può», a «lasciare l'auto a casa nei primi 15 giorni successivi al provvedimento»), sono leggibili come un appello alla "buona volontà" che può avere senso nei primi giorni, ma che poi dovrà cedere il passo a politiche realmente improntate al sostegno della mobilità pubblica: politiche, cioè, finalizzate non a lasciare ai fiorentini, e alla loro "buona volontà", la scelta di prendere l'autobus invece del mezzo privato, ma a creare (o ri-creare) un contesto di efficienza e capillarità del servizio di autobus (e non solo) finalizzato a far sì che, buona volontà o meno, i cittadini siano messi in grado di trovare più conveniente, più veloce, più economico l'utilizzo del mezzo pubblico rispetto a quello del mezzo privato. Un elemento, questo, che ora (è ovvio) è in forte dubbio, proprio a causa della scelta della pedonalizzazione del duomo - pur con tutti i vantaggi ad essa associati - delle decisioni riguardanti i parcheggi nella Zcs a pagamento, e di quelle inerenti il futuro della tramvia, per ora sostanzialmente messo in sospeso.