[28/10/2009] News toscana
FIRENZE. Anche la versione toscana del Piano casa voluto dal Governo pare ad oggi non aver riscosso un gran successo. La legge 24 del 2009, cioè le misure straordinarie per rilanciare l'economia e riqualificare il patrimonio esistente, ha messo in moto in tutta la regione solo 71 domande di intervento presentate alle amministrazioni comunali.
Secondo le previsioni della Regione, fatte in base ai calcoli fatti dall'Ance, la legge approvata nel maggio scorso avrebbe potuto attivare interventi a un bacino di ben 80 mila famiglie in Toscana. Le potenzialità quindi per un impulso al settore edilizio c'erano tutte almeno secondo le stime ex ante. In realtà sono diverse le valutazioni analitiche di questo flop. Per l'assessore regionale al Territorio e alle infrastrutture Riccardo Conti, incalzato in Consiglio dalle domande dell'opposizione di Centrodestra, il motivo dell'insuccesso va ricercato non tanto nei limiti posti dalla legge, quanto nel fatto che le famiglie toscane in questo momento non hanno soldi da spendere per ampliare le abitazioni.
«Secondo le stime fornite da Bankitalia- ha dichiarato l'assessore- le famiglie toscane sono in difficoltà economiche e stanno cominciando a erodere i risparmi accumulati negli ultimi anni. Insomma, non hanno soldi da spendere». A supporto di questa considerazione, Conti ha informato che negli uffici comunali, a prescindere dalla legge 24, giacciono decine di permessi per costruire già concessi e che nessuno ritira. «Inoltre i dati nelle altre regioni che hanno fatto una legge analoga sono ancora peggiori di quelli della Toscana, forse anche perché la Toscana è stata la più veloce a produrre la normativa. In definitiva, l'assunto di Berlusconi che con la decisione del governo nazionale si sarebbe rimessa in moto l'economia non era giusto».
In realtà un effettivo e assai curioso vincolo è quello che riguarda le villette a schiera o comunque le strutture abitative multiproprietà, escluse dalle possibilità d'ampliamento in quanto né monofamilairi né bifamiliari, ed essendo appunto appartamenti contigui impossibilitatati anche a rientrare nel limite massimo di 350 mq complessivi della struttura (non dell'appartamento!).
La vede in modo diverso da Conti il portavoce dell'opposizione Alessandro Antichi: «I benefici si sono rivelati ben pochi e questo dimostra che la Giunta aveva sbagliato le previsioni e che evidentemente in questa legge qualcosa non funziona». Della stessa opinione Maurizio Dinelli (Fi-Pdl) che propone, interpretando le necessità dei toscani, modifiche alla norma. «C'è bisogno che la legge sia rivista e modificata in tempi brevi, togliendo alcuni vincoli, in modo da poter venire incontro finalmente alle necessità dei toscani».
Se dal Centrodestra vengono richieste di allentamento dei vincoli, dalla componente di sinistra della maggioranza non si piange certo per il mezzo passo falso della norma «è importante il fatto che il piano non abbia stravolto le norme di tutela del territorio che casomai vanno potenziate e non ridotte» ha affermato Bruna Giovannini (Sd), e sulla stessa linea si è posta Monica Sgherri (Rc): «è importante non aver accettato deroghe che avrebbero risposto a criteri di speculazione edilizia ai danni del territorio, e comunque questo piano non viene incontro a esigenze come quelle delle famiglie costrette a pagare un affitto troppo alto, ma solo di chi una casa ce l'ha già».
Il dibattito si è concluso con la votazione di una mozione, presentata da Dinelli che impegnava il presidente della Giunta a "modificare la legge regionale 24/09 eliminando i troppi vincoli inseriti rispetto a quanto disposto dal cosiddetto ‘Piano Casa' elaborato dal governo nazionale", che è stata respinta dall'aula.
L'iniziativa normativa del Governo (e le sue declinazioni regionali) sembra, per fortuna, non destinata ad entrare nella storia: oltreché potenzialmente dannosa per il territorio, si è dimostrata anche anacronistica rispetto alla congiuntura economica.